Gol, Davide e Nazionale: la Fiorentina vince e si gode Benassi
Il centrocampista viola chiude al meglio una settimana da Dio: prima le due reti con il Chievo, poi la convocazione di Mancini e, infine, il gol che decide la partita con l’Udinese: “Non so dove potrà arrivare – ha detto Pioli – ma deve credere più in se stesso. Intanto lui gioca per sè e per l’amico Davide
Alla fine il Franchi canta sulle note di Firenze Santa Maria Novella. Ma potrebbe esserci Sempre Tu tanto per rimanere in tema Pupo. Oppure passare al cinema e scegliere Una Settimana da Dio. Sì, perché Benassi negli ultimi sette giorni ha vestito i panni di Jim Carrey nel capolavoro di Tom Shadyac. Tutto quello che il Re Mida di Firenze ha toccato è diventato oro. Dai due gol all’esordio in campionato con il Chievo alla rete che ha deciso la sfida di stasera con l’Udinese. Nel mezzo anche la convocazione in Nazionale, che potrebbe permettergli di giocare i primi minuti con la maglia azzurra. Fino ad ora si è limitato alle 26 presenze con l’Under 21 e alle convocazioni sporadiche di Conte e Ventura, ma senza mai scendere in campo. Con Polonia e Portogallo potrebbero arrivare le prime corse con la Nazionale dei grandi. Un traguardo più che meritato.
Dopo la doppietta con il Chievo aveva scherzato: “C’è sempre una prima volta” Il commento ad una foto postata sulla propria pagina Instagram. L’oggetto? La classifica marcatori, che lo vedeva in testa, prima dei vari Icardi, Dzeko, Dybala e… Cristiano Ronaldo. Lo prendono in giro tutti, anche i compagni: “Adesso ci paghi una cena” Ha proposto Simeone. In un avvio di Sere A dove CR7 fatica a trovare la via della porta, lui ci sta riuscendo eccome. Un buon motivo per sorridere, anche se nella vita di tutti i giorni non lo fa spesso. E’ molto chiuso Marco e dopo le partite si isola. Questa volta no, però. Dopo aver scaraventato alle spalle di Scuffet l’assist al bacio di Chiesa con un destro potentissimo, il centrocampista viola non si è trattenuto. Un urlo accompagnato dal boato degli oltre 30 000 del Franchi, una corsa pazza verso il parterre di tribuna. Un abbraccio con il popolo viola, proprio come era successo sette giorni fa dopo il gol di Gerson con il Chievo.
Simbolo di una coesione particolare fra squadra e tifosi. Non era solo, con lui anche Chiesa e Pioli, che non è riuscito a rimanere in panchina: “Ma fortunatamente non sono scattato, altrimenti mi sarei fatto male” Ha scherzato a fine partita. Temeva l’Udinese, lo aveva detto alla vigilia: “Occhio perché questi dal centrocampo in su hanno giocatori che spaccano“. Oggi, però, non si è visto. Troppo timida la squadra di Velazquez, che soprattutto nella ripresa si è limitata a qualche perdita di tempo di troppo e ad una difesa eccessiva. Poco per fermare Benassi e la sua Fiorentina.
L’Udinese è una delle sue vittime preferite. Con quello di oggi, sono tre i gol segnati in carriera ai friulani. Una partita dal sapore diverso, perché non può non ricordargli l’amico Davide, scomparso lo scorso marzo nella notte che precedeva proprio la sfida con i bianconeri. Nello spogliatoio i loro armadietti sono vicini. Lui guarda la maglia numero 13 prima di scendere in campo, prova a sentire le parole del suo ex capitano: “L’unico che ha creduto fin da subito alla rinascita di questa squadra“. In casa ha voluto fissare al muro un quadro che lo ritrae con Astori. Prima della gara inaugurale con il Chievo si è isolato da tutti, prendendosi cinque minuti per rivedersi il video con cui la società, a suo tempo, rese omaggio al suo numero 13. Si è voluto caricare così ed è andata bene.
“Non so dove potrà arrivare in termini di gol – ha detto Pioli nella conferenza stampa post partita – ma sicuramente deve credere più in se stesso”. L’anno scorso ha chiuso a quota 5 gol, traguardo che dopo appena tre partite ha praticamente già raggiunto. Ha cominciato con il turbo a questo giro, a differenza della passata stagione. Al suo arrivo a Firenze, ci ha messo un po’ a capire la sua importanza, il suo significato nell’undici di Pioli. Prime nove giornate a digiuno, poi il tris di gol con Benevento, Torino e Crotone. Un po’ come la sua Fiorentina che, di questi tempi, aveva raccolto due sconfitte e una vittoria. Ora, invece, viaggia a punteggio pieno, seconda alla Juve solo perché con la Sampdoria non è potuta scendere in campo. Una sosta, ora, che forse Pioli non avrebbe voluto, anche perché il ritorno non sarà di quelli banali. Subito la trasferta di Napoli, poi Inter, Lazio e Torino lontano dal Franchi, dove invece arriverà la Roma. Un filotto di partite che dirà meglio di che pasta è fatta questa Fiorentina. Che però ci arriva bene. Con un ambiente carico e una squadra giovane e in forma. Con un Benassi che ha cominciato forte e che di settimane da Jim Carrey ne vorrà vivere tante altre ancora.