Fiorentina, Biraghi: “Io qui sono il parafulmine, ma per me parlano i numeri”
Le parole di Cristiano Biraghi in una lunga intervista al Corriere dello Sport
La Fiorentina vive un gran momento tra Serie A e Conference League. La squadra viola è infatti reduce da otto vittorie e un pareggio nelle ultime nove, è ai quarti di finale di Conference League e a quattro punti dalla zona Europa in campionato. Ai microfoni del “Corriere dello Sport”, Cristiano Biraghi – capitano della squadra viola – ha rilasciato una lunga intervista in cui ha parlato della stagione attuale e del suo “status” nel gruppo viola.
Fiorentina, le parole di Biraghi
Biraghi ha iniziato facendo un recap sulla stagione attuale: “Diciamo che siamo in un buon momento, si può sempre migliorare. Ma già lo scorso anno abbiamo raggiunto un traguardo importante tornando in Europa. Adesso c’è la possibilità di fare ancora
meglio”.
Un inizio di stagione non perfetto, poi la svolta: “Forse qualche ragazzo nuovo può aver sofferto qualche parola di troppo, ma è bene capire subito che Firenze è una piazza esigente. Le critiche devono essere vissute come motivo d’orgoglio”.
“Palese che il parafulmine sia io”
Il capitano della Fiorentina ha poi parlato delle critiche ricevute in passato: “È palese che il parafulmine della Fiorentina sia io. Mi va bene, se sono ancora qua è perché ho accettato questo status. Nel momento che non vorrò più subire critiche, ma difficilmente accadrà per il carattere che ho, lascerò da una parte la borsa e andrò a casa. Qualcuno ce l’ha sempre con me”.
I numeri, però, sono sempre stati dalla sua parte: “Sono contento perché per me
parlano i numeri, non le chiacchiere. Quando eccelli in una statistica è un motivo d’orgoglio. Vuol dire che almeno in qualcosa riesco ad esprimermi al meglio”. In qualità di capitano, quest’anno potrebbe avere l’occasione di alzare un trofeo, considerando che la Fiorentina si trova al momento in semifinale di Coppa Italia e ai quarti di Conference League: “Portare un trofeo qua sarebbe fantastico. Ogni giorno lottiamo per far felice la gente che da 22 anni non vince qualcosa. Che poi il trofeo lo alzi io o un altro poco importa. Basta farlo”.