Da Praga a Praga: Barak porta la Fiorentina in finale di Conference
La Fiorentina torna in finale di Conference League grazie a un gol di Antonin Barak ai supplementari contro il Basilea
Un gol pesantissimo all’ultimo respiro. L’urlo di gioia, gli abbracci e poi il brivido della revisione del Var poco dopo, fino al sollievo per quando l’arbitro indica il centrocampo. Al minuto 129 di Basilea-Fiorentina, semifinale di ritorno di Conference League, Barak raccoglie una sponda di testa di Jovic in area piccola e batte Hitz. E’ la rete del definitivo 1-3 che porta i viola alla finale contro il West Ham a Praga, città a circa 60 chilometri dalla sua Příbram.
Lo scorso gennaio Daniele Pradè usò queste parole per commentare il suo riscatto dall’Hellas Verona: “L’idea nasce per tranquillizzare il ragazzo e per quello che ci ha dimostrato in questi mesi. È bello avere ragazzi così seri in società, lui ha conquistato tutti: è un ragazzo pulito. Ho letto che qualcuno ha scritto che non è un crack: forse è vero ma può giocare in qualsiasi squadra con l’intelligenza che ha. Poi siamo riusciti a spendere meno di quanto fissato nel riscatto”. Un diritto di riscatto esercitato a 5 milioni, una cifra inferiore rispetto all’accordo della scorsa estate che prevedeva il pagamento da parte dei viola di 1,5 milioni il prestito, 8,5 milioni per il riscatto, oltre a 2 di bonus.
L’ex Udinese e Lecce era stato inserito da Italiano al posto di Bonaventura, per sfruttare i suoi centimetri in area dopo l’uscita di Cabral, ma anche in ottica calci di rigore. “Questa è una cosa bellissima per questo club e per noi, per crescere: perché sono partite che ti danno tantissima esperienza in cui puoi perdere o vincere tutto. Abbiamo raggiunto un obiettivo importantissimo”, queste le parole del ceco al canale ufficiale viola dopo la vittoria contro gli svizzeri, che è valsa il ritorno all’ultimo atto di un torneo Uefa dopo 33 anni e la qualificazione alla seconda finale stagionale dopo quella di Coppa Italia.
E ora il ritorno dove tutto era iniziato. Tra i pali, visto che da bambino voleva giocare in porta, poi il cambio di ruolo e uno sviluppo fisico in pubertà che tardava ad arrivare, ma soprattutto una malformazione congenita alla spina dorsale che gli causò una sindrome da affaticamento cronica. Grazie a medici specializzati abili nell’indicargli esercizi specifici da eseguire giorno per giorno Antonin è riuscito a risolvere quei problemi. Pribram, Graffin Vlisam, Kraluv Dvur e Slavia Praga, prima del trasferimento in Italia nel 2017. Adesso, l’appuntamento è il 7 giugno all’Eden Arena, lo stadio dello Slavia e della nazionale ceca, per vincere il primo trofeo internazionale in carriera e chiudere un cerchio.