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Fidelis Andria, ecco Taurino 2.0: “Prima vivevo per l’assist, ora ho imparato a fare gol”

“E’ la partita più importante dell’anno, guai ad abbassare la guardia”. Un concetto che, se passerete dalle strade che circondano lo stadio Degli Ulivi nelle ore che precedono Fidelis Andria-Akragas, ascolterete come una ossessiva cantilena ribadita da tutti, dal presidente Paolo Montemurro fino ai magazzinieri. Dopo quattro partite che hanno portato 8 punti e che hanno trascinato la Fidelis fuori della zona retrocessione, dilapidare contro una formazione già retrocessa il piccolo patrimonio ottenuto contro Catanzaro, Lecce, Sicula Leonzio e Bisceglie profumerebbe di harakiri. “Ma è così, è una partita nella quale abbiamo tutto da perdere, loro vorranno mettersi in mostra già per l’anno prossimo” spiega ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com Leonardo Taurino, uno dei calciatori più incisivi nel filotto positivo di risultati. “Sono molto contento di aver dato il mio contributo a questo filotto positivo, ma so che posso fare di più” sorride l’attaccante classe 1995. Un mantra che risuonava nell’aria anche a Terni, dove Taurino ha vissuto la prima parte di stagione giocando solo 12 minuti: “Non cerco alibi, non ero pronto io e basta, ma è valsa la pena di venire ad Andria”.

A gennaio il prestito ad Andria: un piccolo stop per infortunio all’inizio dell’avventura in biancoazzurro, poi la crescita e l’inserimento tra i titolari. Merito anche dell’allenatore Aldo Papagni, che con Taurino usa bastone e carota: “Mi sta aiutando molto dal punto di vista caratteriale – ammette l’attaccante – dove ho qualche lacuna: prova sempre a spronarmi e a darmi motivazioni, mi sta tirando fuori tutto quello che ho dentro”. E i risultati si vedono: 2 reti in 6 presenze, record tra i professionisti già agganciato. Parte tra le linee, “gioco tanti palloni e mi trovo bene. Merito anche dei compagni di squadra, che in allenamento mi tartassano con le loro marcature. Il più ostico? Celli…”. Ora Leonardo conclude anche: chiedere a Lecce e Bisceglie, entrambe colpite in due settimane, per conferma. Anche il pareggio di Bisceglie, sfida nella quale ai punti la Fidelis avrebbe meritato il bottino pieno, ha confermato la traccia già evidente nei precedenti 270 minuti: squadra in buona forma psico-fisica e tornata a far gol, ben 7 negli ultimi 4 match. Merito anche di Taurino, che ha ben chiari gli obiettivi: “Prima lavoravo più per l’assist e per la bella giocata, ma quando cominci a far gol capisci davvero il senso e il valore di una rete. E ora mi ci voglio abituare”. Segnando per l’Andria e per sé, con un futuro da delineare: cartellino di proprietà della Ternana, ma la Fidelis vorrebbe averlo ancora in rosa. “Per ora non ne abbiamo ancora parlato, ma scherzando il direttore mi ha già detto che vorrebbero trattenermi”.

Nel mezzo, però, c’è una salvezza da conquistare, confidando anche nel calendario: 3 sfide su 5 saranno giocate al Degli Ulivi. Prima l’Akragas, poi Matera e Virtus Francavilla. Un dettaglio pesante in quella che è una delicata corsa a punti. “Ci sono sempre vicini, a Bisceglie sembrava di giocare in casa, i tifosi ci danno una spinta clamorosa”. Unità, come quella evocata da un gruppo sempre più pugliese: Taurino da Nardò (Lecce) conferma. “E’ vero, siamo in tanti del territorio e questo aiuta a sentire forse ancora di più la maglia. Ma poco conta, ora: dobbiamo solo vincere e salvare la Fidelis”.