Festa: “Fossi una big prenderei subito Ganz e Barella. Ranieri? Vi racconto un aneddoto”
Se SimoneAndrea Ganz e Nicolò Barella sono tra i giovani più corteggiati dalle “big” d’Italia e d’Europa, parte dei meriti vanno anche a Gianluca Festa. In particolare il diciannovenne gioiellino di proprietà del Cagliari ha avuto la grande possibilità di mettersi in luce con continuità, richiamando l’interesse di Roma, Juventus e Barcellona: “Nicolò Barella ha un grandissimo talento, se io fossi un dirigente di una grande squadra lo prenderei subito, senza pensarci troppo. Sta giocando molto bene e ha grandissimi margini di miglioramento: è stato uno dei migliori nei 4 mesi a Como. La squadra mancava proprio di giocatori di personalità e lui era quello che ne aveva di più nonostante la giovanissima età. E’ sfrontato, non ha paura di nulla, è prontissimo per giocare ad alti livelli. Non solo tecnica e corsa. Grande serietà, professionalità e passione per questo sport”. Anche Ganz ha sfruttato al meglio l’opportunità, tanto da spingere la Juventus a metterlo sotto contratto: “E’ un predestinato, un giocatore importante per questa categoria. Ha solo 22 anni, ma lo reputo assolutamente pronto per il salto. Al di là del discorso tecnico, è molto bravo, non si discute, è pronto anche a livello caratteriale. Molto spesso è proprio l’elemento che fa la differenza: SimoneAndrea è preparato mentalmente a reggere il palcoscenico della A. Lui e Barella si allenano con la cattiveria giusta e per me, lo dico a tutti i ragazzi, è questo che fa la differenza, che ti permette di arrivare ad altissimo livelli, di fare il salto di qualità. Ganz e Barella hanno questa dote, che non tutti hanno”. Quest’anno a difendere i pali del Como c’è Scuffet, da molti considerato uno degli eredi di Buffon e che due anni fa l’Atletico Madrid voleva come sostituto di Courtois: “Simone ha fatto molto bene fino a gennaio, poi, purtroppo, ha avuto un calo. Non ha fatto una grande stagione, anche perché la squadra non l’ha certo aiutato. Ma ha mezzi e potenziale per fare un’ottima carriera”.
A scoprire il talento di Festa ci pensò un certo Claudio Ranieri. Nel 1988 scrissero insieme una delle pagine più belle della storia del Cagliari, la doppia scalata dalla C1 alla serie A. Allora un giovanissimo Claudio Ranieri era alla prima esperienza di un certo livello in panchina e fece vedere subito di che pasta era fatto: “Ho ancora un ricordo limpido di quel periodo. Tornavo a Cagliari dopo un anno di prestito e Ranieri mi diede una nuova opportunità. Mi torna sempre alla mente un episodio particolare, significativo. Per Natale Ranieri ci regalò una moneta antica con la scritta ‘Volere è potere’. Chissà se l’ha fatto anche quest’anno con i giocatori del Leicester, perché sta accadendo proprio questo. Ha creato un’atmosfera magica, tutti i giocatori dei ‘Foxes’ vogliono questo grande risultato e stanno riuscendo in un’impresa che rimarrà nella storia”. La favola del Leicester ricorda quella del Cagliari? “Certamente sì. Ranieri in questo tipo di situazioni è un maestro, un grande motivatore. Lo ha detto lui stesso in un’intervista, questo Leicester gli ricorda la nostra squadra. La prese in C1, in una situazione complicatissima, e in 2 anni arrivammo in serie A. In quel periodo si gettarono le basi della squadra che arrivò alle semifinali di Coppa Uefa. Indubbiamente le due storie si somigliano molto. Capacità ma anche determinazione, voglia di crederci. Ingredienti che pagano”.
Magari un giorno anche Festa raggiungerà Ranieri in Premier. Il calcio britannico è una delle passioni dell’allenatore di Monserrato: “Lo seguo con interesse dai tempi del Middlesbrough, ho giocato lì per sei anni. Sì, mi piacerebbe andare ad allenare all’estero, magari in Inghilterra. Fuori il calcio è vissuto in maniera un po’ diversa. Ci sono meno compromessi e più concretezza. Però se capitasse l’occasione giusta in Italia, la prenderei senza dubbio in considerazione. A Lumezzane, Cagliari e Como non ho avuto la possibilità di realizzare fino in fondo la mia idea di gioco, il mio progetto. Sono sempre subentrato in situazioni particolari, difficili e non sono molto bravo a gestire i rapporti con persone che non mettono l’interesse della squadra al primo posto. Ho avuto problemi nel gestire tutto ciò che ruota attorno al calcio e nulla ha a che vedere con la prestazione. Tipo, che so, far giocare Tizio perché se raggiunge un tot di presenze scatta il premio o viceversa. Io non sono bravo a gestire queste situazioni”. Festa è in attesa di una chiamata. Nel frattempo segue le squadre di due persone amiche, nella speranza di vederli gioire: “Per tre settimane mi sono isolato da tutto, avevo bisogno di staccare la spina. Adesso ho ripreso a seguire tutti i campionati. Serie A, B, Lega Pro e molto calcio estero. In particolare il calcio inglese. Guardo con affetto tutte le partite del Leicester di Ranieri, ma anche del Leeds di Cellino. Leggo tutte le mattine i giornali inglesi, mi piace tenermi aggiornato”.