Fernandinho, un campione per caso: il Verona, Ronaldinho, il trasferimento mancato e il gol in finale di Libertadores
Passare da essere quasi scaricato dal proprio club a diventarne l’eroe in un torneo internazionale non è un’impresa impossibile. Soprattutto se ci si trova in Sudamerica. Ad alzare la Copa Libertadores assieme a Luan, Barrios e alle altre stelle del Grêmio c’era Fernandinho, uno che ha vissuto una storia di queste.
Il Grêmio lo voleva mandare ancora una volta in prestito, questa volta all’Atlético Mineiro, squadra dove aveva già giocato in carriera e in cui ha condiviso lo spogliatoio con Ronaldinho. Ma il trasferimento saltò perché Fernandinho questa volta voleva una cessione a titolo definitivo e la società non riuscì ad accontentarlo.
Un trasferimento evitato. Sarebbe stato l’ennesimo. Perché Fernandinho è un calciatore che ha girato il mondo: oltre al Brasile, dove ha giocato in tantissime squadre tra Série A e divisioni inferiori, è stato anche in Asia (Corea del Sud e Emirati Arabi Uniti) e in Italia.
Solo che al Verona lo si ricorda solamente per la presentazione in cui dichiarò di avere tra i suoi idoli Gattuso e non per le sei presenze in cui non riuscì a mettere in mostra le sue qualità di corridore.
Sì, perché in fondo Fernandinho questo è: un corridore. Piedi forse poco educati per fare l’esterno in Brasile ma un allungo a volte impressionante. E lo si è visto nella finale di ritorno con il Lanús quando è partito in contropiede per 40 metri palla al piede senza che nessuno riuscisse ad evitare il suo gol.
La velocità lo ha sempre contraddistinto in carriera: nel 2009 il videogioco Fifa gli assegnò 99 di valore in accelerazione e scatto e lo rese il calciatore più veloce del Brasileirão. Peccato per gli altri valori come il 27 in finalizzazione e il 13 in mentalità.
Ora la sua corsa è una delle immagini più belle della terza Copa Libertadores vinta dal Grêmio. E pensare che i tifosi neanche lo volevano titolare: avrebbero preferito vedere in campo il ventunenne Everton Soares, una delle grandi promesse del club, e invece Renato ha scelto di puntare sull’esperienza di Fernandinho. E ha avuto ragione lui.
Di Simone Gamberini – Tre3Uno3