Fece piangere Monchi al Siviglia, ora Nzonzi si prende la Roma
Guardano il cielo di Ciampino i tifosi della Roma in attesa dell’arrivo di Steve Nzonzi. Gli occhi puntati verso l’alto perché un imprevisto diluvio estivo sta impedendo all’aereo del francese di atterrare. Sempre nello scalo romano, i tifosi giallorossi avevano atteso invano l’arrivo di Malcom, che si diresse però verso Barcellona.
Occasioni mancate, che aprono nuovi scenari. Chissà se N’Zonzi sarebbe arrivato lo stesso. Monchi però per riprendersi dall’amarezza si è rifugiato in casa, nella sua Siviglia. È lì , tra le mura un tempo amiche, che ha passato l’ultimo week end in cerca di concludere la trattativa. Ha giocato sul sicuro per rinforzare il ruolo centrale del campo, ha preso un giocatore che lui aveva voluto fortemente al Siviglia. Trovandosi di fronte l’ostacolo della clausola rescissoria che lui stesso aveva inserito all’interno del contratto tre anni fa. Andando così contro due dei diktat che si era imposto una volta sbarcato a Roma: mai comprare dalla sua ex squadra il Siviglia e non farsi trascinare in aste al rialzo nell’anno dei mondiali, periodo nel quale i giocatori potrebbero sovrapprezzarsi.
Conseguenza di un mondiale che Nzonzi ha vinto. Non da protagonista, almeno nelle prime partite. Protagonista invece lo è diventato nella finale, entrando al posto dell’ammonito Kante quando la partita contro la Croazia era ancora sul 2 a 1. Lì sul palcoscenico mondiale ha messo in mostra le sue doti a chi ancora le ignorava.
È un giocatore che lotta contro le apparenze – come disse lo stesso Monchi a Siviglia – un giocatore di fisico e di forza, ma con un ottima qualità, insospettabile per uno così. È per questo che nel Siviglia di Sampaoli, uno che punta molto sul possesso palla, fu il giocatore con più passaggi nella Liga, in Europa meglio di lui solo Verratti e Thiago Alcantara. Una tecnica curata che palesa il suo passato da attaccante. Un fisico da prima punta, ma troppo lento, per questo il PSG lo scartò nelle giovanili. Allora lui cercò rivincita da centrocampista e fuori dalla Francia. In Inghilterra dove tra Blackburn e Stoke City ha acquisito l’esperienza internazionale.
Un po’ “Polpo” quando si tratta di recuperare pallone, ma anche ragno quando tesse la sua ragnatela di passaggi. Per questo Monchi lo ha reputato l’acquisto ideale per la Roma in quel ruolo. Superando la più cruda delusione incassata quando era ancora al Siviglia. In quell’eliminazione subita dagli andalusi ai quarti di Champions League da parte del Leicester, che fu l’ultima istantanea di Monchi con il Siviglia. Il viso scavato dalle lacrime mentre abbandonava il King Power Stadium, conscio che di lì a poco sarebbe finita una parte della sua carriera e iniziato il percorso con la Roma. Una eliminazione dura arrivata dopo l’errore dal dischetto a dieci minuti dalla fine proprio di Nzonzi. Monchi glielo ha perdonato evidentemente.
Forse scrutando un buon futuro nel cielo, come facevano gli antichi con gli auspici. L’aereo di Nzonzi in area compie qualche giro in attesa di condizioni migliori per procedere con l’atterraggio. Questa volta l’aereo atterra, è il dodicesimo acquisto di Monchi. Quello più difficile per questioni meteorologiche, ma anche di cuore.