“Fare gol? E’ il sogno di ogni portiere”. Rampulla racconta la sua rete “storica” 25 anni dopo…
“Quando un portiere fa gol è difficile da dimenticare: è il sogno di ogni numero uno“. Chissà se Michelangelo Rampulla, attualmente in Cina nello staff di Lippi, si è dimenticato il 23 febbraio 1992, quel famoso derby Atalanta-Cremonese… Difficile visto che una punizione al 92′ ha regalato all’ex Juventus e Cremonese un record speciale: nessun portiere aveva mai segnato in serie A su azione. Perché non chiederlo direttamente a lui?
“Venticinque anni? Sono tanti eh” – attacca subito il simpaticissimo Rampulla ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – “Però ricordo ancora quella scarica di adrenalina dopo aver segnato il pari a tempo scaduto. Eravamo piuttosto arrabbiati perché stavamo giocando bene ma il risultato diceva 1 a 0 per l’Atalanta. Chiesi a Giagnoni di poter andare su in area per colpire e lui allargò le braccia. Come a dire ‘che Dio ce la mandi buona…’. Allora mi buttai nella mischia”. La palla arrivò perfetta per il “falco” Rampulla… “Già (ride ancora). Ricordo benissimo la traiettoria, mi sono lanciato quasi a occhi chiusi con tutta la foga del momento. Poi ci fu l’impatto, con il pallone e la rete… ma quella fisica, perché era tanta la rabbia che ci avevo messo che ero finito in porta. Poi mi girai subito a vedere cosa aveva deciso l’arbitro, avevo paura che annullasse il gol. Sai, nella mischia, magari qualche trattenuta. Invece era tutto valido. Cominciai a correre come un pazzo”.
In realtà il portierone di Patti aveva già fatto le prove un po’ di tempo prima. “Sì, ci provai già la stagione precedente, sempre a Cremona. Anche quel giorno c’era un derby, con il Piacenza. Colpii il pallone insieme al portiere avversario, la palla si alzò e dopo una strana traiettoria, finì in angolo. D’altronde quel giorno non c’era la dea bendata… (ride di nuovo)“. Cosa pensa in quei pochi minuti un portiere? “Sta sempre lì, solo, isolato, sperando che succeda qualcosa di positivo. A un certo punto, quando sei sotto, ti viene istintivamente voglia di partecipare, di dare una mano in qualche modo. Non è mai positiva una situazione del genere: significa che stai perdendo. Ma quella volta andò bene”.
Dà un po’ di fastidio essere ricordato come il portiere che segnò per primo su azione e non magari per gli scudetti e la Coppa Campioni vinti con la Juventus? “Fastidio no. Però quando mi dicono ‘sei il portiere che segnò per primo…’ allora ricordo a tutti ‘Sì, sono proprio quello! Ma in 22 anni di carriera ho fatto anche più di 600 presenze tra i professionisti, 100 nella Juventus…’. Insomma, qualcosina in più l’ho fatta dai (nuova risata). Ma alla fine si tratta pur sempre di un primato, che mi fa piacere. E va bene così!”. E quel primato ha consegnato Rampulla alla storia…