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Faccia da duro e scherzi ai fotografi. Roma, ecco Karsdorp: la locomotiva di Schoonhoven che non voleva più giocare a calcio

Prossima fermata: Roma. La locomotiva di Schoonhoven ha deciso. Interrail. “Se mai dovessi cambiare squadra, andrò all’estero. Un altro club olandese non fa per me”, Rick Karsdorp non ha mai avuto dubbi. Lui che dopo l’addio di Clasie è diventato l’idolo indiscusso dei tifosi del Feyenoord non avrebbe mai potuto optare per un altro club in Eredivise. Ha deciso di accettare la sfida chiamata Serie A. Di mettere in mostra il suo strapotere fisico, la sua accelerazione e la sua tecnica in un campionato diverso. Perché dovete sapere che Karsdorp nasce come centrocampista o trequartista anzi, ha giocato in quel ruolo fino al 2014 – 2015. Poi, la svolta. Fred Rutten ne intuì le potenzialità e lo schierò terzino. “Ha corsa, piede, mentalità e forza nell’uno contro uno”. Tuttavia l’esordio in quel ruolo fu un vero e proprio disastro, tra lacrime e afflizione. “Mi sentivo umiliato, come se da giocatore promettente mi fossi trasformato in un fallimento”. Fu solo un incidente di percorso perché da allora Karsdorp difficilmente ha sbagliato una partita. Risultato: 1 gol e 19 assist. Giovanni Van Bronckhorst successivamente l’ha istruito con cura rendendolo affidabile anche in fase difensiva ma la qualità principale del classe ’95 rimane ovviamente la fase di spinta. Un soprannome come ‘la locomotiva di Schoonhoven’ d’altronde dovrebbe rendere abbastanza l’idea. La Roma però non si è aggiudicato solamente un terzino di grande prospettiva. Rick Karsdorp infatti è un vero e proprio personaggio. Idolo delle ragazze olandesi e a breve… anche di quelle italiane. Ma non ditelo ad Astrid Bell, la sua wag mozzafiato che nei giorni scorsi direttamente da Mykonos ha lanciato precisi segnali postando una foto con Rick accompagnata dalla scritta ‘amore mio’. Immortalato dappertutto, Karsdorp. Dalla sua ragazza e non solo. Anzi. È senza dubbio uno dei giocatori più fotografati d’Olanda, tra look appariscenti e tatuaggi. “Ehi, non farmi foto, non mi piace!”, disse una volta ad un fotografo a bordo campo lasciandolo basito. Poco più tardi rivelò come fosse tutto uno scherzo. “Avete visto che espressione? Ci è cascato, vero? Era solo uno scherzo, può ovviamente fare ciò che vuole”. Rick Karsdorp è anche questo. “Presuntuoso? Forse”, per sua stessa ammissione. Faccia da duro ma con sani principi. E valori. Merito di una famiglia working class. In particolare del padre, Fred, meccanico di professione al quale Rick è davvero legatissimo, tanto da essersi tatuato il suo ritratto sulla coscia. “Ma a papà i tatuaggi non piacciono”.


Karsdorp senior infatti quando Rick aveva 15 anni decise che il figlio per un periodo non avrebbe più giocato a calcio. Troppi brutti voti a scuola, bisognava recuperare al costo di accantonare il pallone. Quando successivamente conseguì il diploma però, il ragazzo non aveva minimamente per la testa di riprendere a giocare. Addirittura non tornò sui campi per un anno e mezzo. Ma anche qui intervenne papà Fred che, come lo convinse a smettere, lo convinse anche a rimettersi in gioco. Lo portò ad assistere ad un’amichevole dei suoi ex compagni. “Cambiati e vai a giocare con loro!”. Karsdorp non riuscì a resistere alla tentazione e così ricominciò tutto. “Non sapevo esattamente il perché non volesse più giocare. Viveva per lo sport ma penso fosse spaventato da qualcosa. Insicuro forse, timoroso di fallire”, disse Fred. Era tutto molto strano perché l’ormai ex Feyenoord non si era mai immaginato in vesti diverse da quelle del calciatore. “Ho sempre pensato che sarei diventato un professionista, è ciò che ho sempre voluto e l’unica cosa che, onestamente, avrei potuto fare. Non so fare lavori manuali, non ho molte altre qualità oltre al saper giocare a calcio. Non sono uno che legge libri o a cui piace studiare. Dissi a mio padre che sarei diventato un giocatore o… niente! Non ricordo nemmeno come impiegavo il mio tempo quando non giocai per un anno”. Ora anche la Roma ringrazia Karsdorp senior. O magari l’avrà già fatto di persona quando il genitore, insieme a Kevin, il fratello di Rick, nei giorni scorsi ha visitato la Capitale e ha conosciuto i dirigenti giallorossi. Non è stato difficile convincere i Karsdorp riguardo il nuovo progetto targato Monchi. Il resto l’ha fatto la Sports Entertainment Group, la società che cura gli interessi del giocatore come per Strootman (e De Vrij). Sicuramente i due neo compagni si saranno messaggiati, Strootman avrà chiarito ogni eventuale dubbio. E poco male se nel suo nuovo spogliatoio incontrerà quell’Hector Moreno col quale, durante Feyenoord-Psv, ha sfiorato la rissa quando il messicano si frappose ad una lite tra il terzino e Pareiro. Avranno modo per chiarirsi. Sarà ancora più semplice farlo se dovesse rispettare le aspettative che i giallorossi ripongono in lui. Tante, senza girarci attorno. Com’è logico che sia per quella locomotiva di Schoonhoven che ha scelto Roma come prossima fermata del suo interrail.