Questo sito contribuisce all'audience di

Alla scoperta del Siviglia, avversario della Lazio in Europa League

Saranno gli andalusi ad affrontare la Lazio nei sedicesimi di Europa League: una squadra, quella di Pablo Machin, ricca di ex del nostro campionato

Sorteggio amaro per la Lazio, che pesca una delle squadre più ostiche dall’urna di Nyon. I biancocelesti, infatti se la vedranno con il Siviglia di Pablo Machin. Biancorossi che, sotto la guida dell’ex Girona, sono letteralmente rinati: soltanto una stagione fa, infatti, gli andalusi navigavano nelle acque incerte che portarono all’addio di Eduardo Berizzo in favore di Vincenzo Montella, prima che l’Aeroplanino venisse sostituito dal ds Joaquin Caparros per le ultime tre partite dell’anno. Un Siviglia che, quest’anno, pare aver finalmente trovato la quadratura del cerchio come mancava dai tempi di Unai Emery, che proprio a Siviglia vinse ben tre Europa League di fila.

Gli incroci tra Siviglia, Lazio e Serie A

Un doppio confronto che offrirà diversi incroci tra calciatori passati sia da Siviglia che dal nostro campionato: si parte da Simon Kjaer, leader difensivo degli uomini di Machin e ricordato per gli ottimi fasti di Palermo e per quelli un po’ meno brillanti di Roma. C’è poi anche Maxime Gonalons, l’anno scorso alla Roma e sbarcato in Liga proprio in prestito dai cugini giallorossi: stagione sfortunata, finora, per l’ex Lione, che dopo un ottimo inizio ha rimediato un grave infortunio al malleolo, accusandone precedentemente anche uno al perone. C’è poi anche El Mudo Franco Vazquez, che mai segnò alla Lazio nei suoi anni in rosanero pur disimpegnandosi spesso alla grande. Luis Muriel, invece, un gol alla Lazio lo ha segnato nella sconfitta per 2-1 maturata dalla sua Udinese all’Olimpico nell’agosto 2013. Nessun timbro, infine, neanche per André Silva, trasformatosi nuovamente in macchina da gol a Siviglia ma mai a segno contro i biancocelesti nella sua avventura al Milan.

Tante, dunque, le motivazioni da una parte e dall’altra, con la Lazio che arriverà al doppio confronto con la voglia di un Luis Alberto che affronterà la squadra che lo ha svezzato prima del passaggio al Liverpool, e che lo ha anche cercato durante la scorsa estate. Voglia di rifarsi alle stelle anche per Ciro Immobile, che a Siviglia si trovò a vivere un semestre terribilmente opaco prima di tornare al Torino per sei mesi ed accasarsi successivamente nella sponda biancoceleste della Capitale. Fece molto bene, invece, Martin Caceres, che in entrambe le parentesi al Siviglia divenne un perno della difesa. Andò così così al Tucu Joaquin Correa nel biennio scorso, con la poca continuità trovata che lo ha costretto a lasciare l’Andalusia seppur con un bottino di 15 gol in 73 presenze complessive tra campionato e coppe.

Cosa temere di questo Siviglia

I punti di forza di questo Siviglia sono senza dubbio rappresentati dalla vena realizzativa di un ritrovato André Silva, attuale capocannoniere della squadra con 9 gol in 22 presenze tra campionato e coppe. L’ex Porto si completa, poi, con la rapidità di Ben Yedder, abile a passare tra le maglie avversarie con la sua velocità ed il suo senso del dribbling. Ad ispirare il tandem c’è quel Pablo Sarabia che è il classico trequartista croce e delizia di una squadra del genere, in grado di risolvere tutto con il proprio sinistro ma anche di rivelarsi spesso inconcludente se non in giornata. A centrocampo l’ex Inter Ever Banega, tornato a Siviglia dopo un anno in Italia in cui ha trovato sì dei buoni momenti con l’Inter ma anche tante panchine di troppo. Curioso, però, come proprio l’argentino sia l’unico giocatore del Siviglia, assieme al già citato Muriel, ad aver punito i biancocelesti. A destra, nel 3-4-1-2 di Machin, c’è quello Jesus Navas che al Manchester City aveva perso se stesso al punto tale da tornare al Siviglia da figliol prodigo, riconquistando la fiducia dell’ambiente e diventandone capitano che rappresenta la perfetta congiunzione tra il nuovo progetto e quello di qualche anno fa.

Sì perché sotto la gestione del nuovo ds Joaquin Caparros, che è succeduto a Monchi quando quest’ultimo è andato alla Roma, il Siviglia ha sposato una strategia che vede sempre un occhio attento sui giovani, ma anche un lavoro di inserimento di calciatori d’esperienza e consolidati utili a creare il perfetto collante per una squadra coesa. Si spiega così il ritorno di Banega, andato via a zero e pagato 9 milioni di euro all’Inter, così come gli arrivi di Nolito, del già citato Navas e dell’altro cavallo di ritorno Aleix Vidal, oggi fermo per alcuni guai fisici. Il segreto di Machin, invece, sta in una continua ruotazione di uomini che rende protagonisti la quasi totalità dell’organico a propria disposizione, rendendo così questo Siviglia camaleontico ed in grado di interpretare diverse partite in base alla necessità. Fattore casa importante per gli andalusi, caduti una sola volta in stagione al Sanchez Pizjuan contro il Getafe. Va un po’ peggio in trasferta, specie in Europa League dove gli spagnoli hanno perso 2 incontri su 3 della fase a gironi. Una squadra che, dunque, in casa impone spesso il proprio gioco lasciando alle volte l’iniziativa agli avversari in trasferta.

La stagione del Siviglia

Stagione che, fin qui, sta sorridendo al Siviglia, attualmente secondo in classifica dopo 16 giornate di Liga – a pari punti con l’Atletico Madrid – e a lunghezze dal Barcellona capolista. In Europa League, invece, gli uomini di Machin sono sì riusciti a vincere il girone, ma accusando qualche incertezza di troppo e chiudendo primi a pari punti con il Krasnodar. Nella fase ad eliminazione diretta, e con un mercato di riparazione di mezzo, ci sarà però da aspettarsi un Siviglia decisamente diverso: per questo la Lazio di Simone Inzaghi sarà chiamata all’impresa per arrivare agli ottavi, provando ad eliminare una delle squadre più accreditate nell’ottica di una vittoria finale.

Un’ultima curiosità riguarda l’unico precedente della Lazio al Sanchez Pizjuan: nel corso della gara amichevole che segnò il ritorno in campo di Diego Armando Maradona nel novembre 1992, infatti, l’argentino si presentò nel post-partita con la maglia di Paul Gascoigne: fu proprio l’inglese a siglare il gol dell’1-1 finale, rimontando la rete del vantaggio spagnolo di Francisco Pineda.

Massimiliano Rincione