“Piccole” a chi? In Europa, Halloween è solo per le “grandi”
Halloween, in Europa, è arrivato con una settimana d’anticipo: spaventose le prestazioni delle piccole. Piccole a chi? Forse perché sono club di periferia, ma non di certo per quello che dimostrano sul campo. Sbeffeggiano le grandi e si prendono le prime posizioni in classifica. Una grande rivincita, un weekend da (euro) show, quello appena passato: dall’Inghilterra all’Italia, passando per Spagna e Germania.
In casa del Southampton, il Leicester ne fa nove, sei firmate da giovani talenti come Maddison, Chilwell, Tielemans e Perez, rispettivamente classe ’96, ’97 e ’93. Le Foxes, con in panchina Rodgers, hanno iniziato questa stagione…meglio rispetto a quella del titolo. Incredibile ma vero. Terzo posto, a soli 8 punti dalla capolista Liverpool: una seconda impresa non è poi così impossibile.
Come il Leicester, anche la Dea è solitaria in terza posizione, in serie A, a però solo tre distanze dalla Juventus. Inevitabile quindi il paragone tra le due società: l’Atalanta è la sorpresa del campionato, come quella di Ranieri nella magica annata. Ecco perché a Bergamo si sogna per davvero: due club così simili, ma così diversi, considerati piccoli appunto perché Bergamo e Leicester non sono Milano o Manchester, ma in grado di fare gruppo. L’umiltà e il senso di squadra sono i loro punti di forza: ognuno ha un ruolo ben preciso. Orchestre dirette dai propri allenatori e con il pallone tra i piedi incantano tutti con le loro sinfonie.
Fedelissimi ai colori delle maglie sono i più anziani, maestri di vita per i giovani, quelli che rinunciano a proposte di club più titolati e credono nell’impresa: Vardy dice no all’Arsenal e il Papu Gomez ringrazia ma rifiuta la Lazio. Gasperini e Ranieri, confronto aperto: giochi tanto diversi, ma vincenti. Il primo fu a un passo dall’esonero, appena arrivato, trasformandosi poi in un vero eroe trascinando nella scorsa stagione per la prima volta i bergamaschi in Champions e coltivando il clamoroso sogno scudetto in questo fine 2019. Anche nella piccola città inglese, sir Claudio non venne accolto con entusiasmo, riuscendo poi alla fine a costruire una delle più grandi imprese del calcio moderno. Diverse le loro filosofie di gioco, Gasp punta tutto sull’attacco e si vede. Una macchina da gol, 28 volte a segno, nessuno ha fatto meglio in Italia, in giro per l’Europa solo City e Ajax. È il reparto difensivo invece il vero credo di Ranieri in quella Premier vinta, subendo solo 36 reti in 38 partite. Un Leicester all’Italiana, chapeau.
Atalanta, Leicester, e poi? Anche in Spagna e in Germania, sorprese e fantasie non mancano. In Liga, il neopromosso Granada è la squadra rivelazione, con 20 punti domina la classifica, non accadeva da quarantasei anni. Impossibile da prevedere. I biancorossi dopo aver battuto il Barcellona hanno approfittato del rinvio del Clasico per conquistare la vetta a un punto dai Blaugrana e a due dal Real Madrid. Merito di certo dell’allenatore Martinez (nella foto), 39 anni, creatore di un vero e proprio miracolo. Se il club continua a collezionare risultati positivi è però anche grazie al suo portiere Rui Silvia. Portoghese, classe 1994, inizialmente usato come riserva nel Granada, ora veste la maglia da titolare. Con lui tra i pali gli spagnoli sono rimasti imbattuti per sei partite su dieci, incassando solo dieci gol. Come lui solo Marc-André ter Stegen e Miguel Angel Moyà del Real Sociedad. Se mai il primato dovesse svanire, la squadra continuerà comunque a lottare per un posto nell’Europa che conta.
Mamma mia che pazza anche la Bundesliga. Il Borussia Mönchengladbach, da prima della classe, racconta qualcosa di fantastico. 19 punti in 9 giornate, non succedeva dall’87/88, anno in cui però il campionato fu comunque vinto dal Werder Brema. Castigando per 4-2 l’Eintracht in un week end da paura, i tedeschi hanno scavalcato di un solo punto il Bayern Monaco. Attenzione, il Borussia è comunque più maturo del… Leicester: dalla sua, vanta già cinque campionati tedeschi, l’ultimo nel 1977, e non vede l’ora di ritornare a sognare. Non è la solita squadra inaspettata, quindi, che parte da prima in classifica e poi verso metà ottobre si smonta. Sta dimostrando tenacia e carattere. L’artefice è l’allenatore Marco Rose che sta facendo crescere bene i giovani talenti. Infatti proprio come le Foxes anche il Borussia può contare su nuove promesse, primo tra tutti il classe ’97 Marcus Thuram, figlio di Lialian, che è già a 4 reti in 9 partite. “If we don’t win the league now, it’s because you jinxed it” posta lo stesso Borussia sui social, che tradotto significa “se non vinciamo il campionato, è perché ce l’avete tirata”. Qualcuno vuole tirarla al Borussia?
a cura di Alessia Terraneo