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#Euro2016, è ancora Italia-Germania: quanti incroci tra storia, calcio e Formula 1

Una grande partita, una vittoria contro la Spagna esaltante per il modo in cui è arrivata, ma per la Nazionale di Antonio Conte è già tempo di rimettersi al lavoro: la gara di sabato contro la Germania vale un posto tra le migliori quattro d’Europa. E’ una sfida classica tra le due Nazionali europee che vantano più Mondiali (quattro a testa), che ha visto momenti indimenticabili per l’Italia nel corso delle competizioni internazionali in cui si sono affrontate le due squadre.

Impossibile non parlare della storia delle due nazioni, spesso alleate nel corso dell’Ottocento e del Novecento. La Triplice Alleanza, con l’Impero Austro-Ungarico coinvolto, stipulata nel 1882 ha costituito per anni un patto molto forte e che ha messo al riparo gli Stati da eventuali attacchi. Accordo rotto nel corso della Prima Guerra Mondiale, con l’Italia che è entrata in campo al fianco delle potenze dell’Intesa (Francia, Inghilterra e Russia) dopo che Germania e Austria-Ungheria hanno cominciato la guerra tenendo la nostra nazione all’oscuro delle loro scelte. Gli anni Trenta del secolo sono caratterizzati dal ‘Patto d’Acciaio’ tra nazismo e fascismo stipulato tra Adolf Hitler e Benito Mussolini, fianco a fianco nella Seconda Guerra Mondiale rivelatasi un disastro per entrambe. Nella seconda metà del secolo, i rapporti trai due Stati sono migliorati, con decisioni condivise per un miglioramento delle condizioni dell’Europa.

″La Germania non batte mai l’Italia″: può sembrare una frase scontata ma non è così. In una competizione ufficiale, Mondiale o Europeo non c’è differenza, i tedeschi non hanno mai battuto gli italiani negli otto confronti finora disputati. Germania attuale o Germania Ovest sono riuscite al massimo a ottenere dei pareggi che hanno portato alla loro eliminazione. Tutte le vittorie ottenute dall’Italia sono state di grande importanza: indimenticabile la semifinale dei Mondiali del 1970, ″la partita del secolo″, con gol decisivo di Gianni Rivera per il definitivo 4-3. O l’urlo di gioia di Marco Tardelli nella finale del Mondiale ’82, conquistato con la vittoria per 3-1 sui tedeschi. Il resto è storia recente: il sinistro a giro di Grosso e il gol di Del Piero ci portano in finale nel Mondiale del 2006, battendo i tedeschi in casa loro. Altra semifinale, quella dell’Europeo 2012: una doppietta di Balotelli elimina i tedeschi in una gara dominata dall’Italia per lunghi tratti. Ora, un nuovo capitolo di questa sfida infinita.

Fantasia italiana contro organizzazione tedesca, o forse no… In questi Europei sembra essersi sovvertita questa idea radicata da tempo: la Nazionale di Antonio Conte non si basa troppo sulle individualità ma fa di un gruppo solido e bene organizzato e disposto in campo la sua forza, con una difesa quasi impenetrabile capace di dare sicurezza a tutti. Di fronte, la Germania di Joachim Löw: una squadra molto bene organizzata, ma che presenta delle individualità importanti soprattutto in attacco. Il CT ha solo l’imbarazzo della scelta, perché può giocare sia con il ‘falso nueve’ sia con un centravanti puro, o se preferite un ‘panzer’. Sulla trequarti non mancano fantasia e talento: in questo caso sarà organizzazione italiana contro fantasia tedesca.

Non solo calcio, perché anche in altri sport Italia e Germania si sfidano: è il caso della Formula 1, in cui Ferrari e Mercedes sono le due scuderie più importanti e vincenti in questo momento. I duelli tra i vari piloti appassionano gli spettatori, con le Mercedes che sembrano essere più forti, ma che possono essere sorprese dall’ingegno italiano che può diminuire le distanze. Particolare curioso, il pilota tedesco della Ferrari Sebastian Vettel, in occasione dell’inaugurazione della mostra ‘Ferraristi per Sempre’ al Museo Ferrari di Maranello, ha dichiarato:Correndo per un team italiano, forse per una volta non sarei deluso se la Germania dovesse perdere″.

Bordeaux sarà il teatro della sfida e non mancherà lo spettacolo: Italia-Germania, il ‘classico europeo’ è pronto ad andare in scena.

di Massimo Mattacheo