Euro 2016 – Italia-Svezia: 5 sfumature di Ibra
Può sembrare difficile spiegare che Italia-Svezia di oggi non sarà un’Italia-Ibra. “Per quanto riguarda le situazioni difensive c’è un problema: Ibrahimovic”, lo sa Conte che poi però ridimensiona: “Ma vanno tenuti d’occhio tutti i giocatori”. Tutti, sì, ma lui in particolare. Dieci sulle spalle, fascia di capitano al braccio, solito piglio col quale qualsiasi amante del calcio lo consce da sempre. Italia-Svezia? Italia-Ibra! Per quello che rappresenta per il suo paese, per la sua Nazionale e per l’Italia, sì anche per questo.
Novanta importanti minuti alle porte: sponda Svezia se fossero un film sarebbe “Io sono Leggenda”, se fossero un libro sarebbe un inedito Cinque sfumature di Ibra. In 5 punti, e con le parole più recenti dello svedese dell’intervista a GQ e dal ritiro pre Europeo, un’analisi Ibra-centrica sulla partita.
Una settimana da Ibra
“Io sono una leggenda che può ancora dare molto“
Se non era per quel suo assist all’avversario (Clark), la Svezia avrebbe chiuso la partita d’esordio contro l’Irlanda con una sconfitta. Se l’assist arriva da Ibra, la palla deve finire in rete comunque, ci ha riso su il web. Autogol di Clark, al quale lo svedese non ha esultato, a differenza dei compagni di squadra e dei tifosi sugli spalti tra cui anche la bella moglie Helena Seger che cerca di non perdersi nessuna partita del suo Ibra. Ma l’esordio ormai è un ricordo e ora la Svezia spera negli ottavi e soprattutto in Ibrahimovic un Benjamin Button del pallone che di smettere non ci pensa proprio e l’ha ribadito: “Perchè continuare? Sono una leggenda che può ancora dare molto”.
Ibra-Europeo
“Ho tanta pressione addosso. I miei compagni possono stare tranquilli. Prenderò la pressione anche per loro”
Pressione e occhi addosso. Ma non è cosa nuova che alcuni campioni brillano nei club ma non nelle nazionali. E’ quel fenomeno di caduta (temporanea) dei giganti al quale (forse) non c’è rimedio, perchè a volte è impossibile riprodurre in nazionale quell’habitat ideale del fenomeno da squadra di club. Ma questo Europeo Ibra vorrebbe goderselo davvero. E non ricordategli di quell’Euro2012 senza Svezia: “Non me ne frega un c**** di chi lo vincerà, io me ne vado in vacanza”. Meglio pensare al presente.
Ibra-Buffon
“Non siamo qui per vedere gli altri giocare a calcio”
“Zlatan lo temiamo tantissimo perché fa parte di quella piccola schiera di campioni che fanno le fortune delle squadre in cui giocano”, così Buffon ieri. Era il 2004 invece quando il portierone della Juventus subiva l’unico gol da Ibrahimovic. Avversari non solo in nazionale, ma anche in campionato. Però la rete alle spalle di Buffon in Serie A non si è mai gonfiata grazie a Ibra. Un solo gol, dunque, e di 12 anni fa. Voglia di ripetersi? Certo, ma anche di non far finire subito l’avventura in Francia: “Il mio obiettivo è godermi questo Europeo. Non siamo qui per vedere gli altri giocare a calcio, siamo pronti a fare tutto il possibile per qualificarci agli ottavi”.
vIBRAzioni positive
“Io non accetto di perdere, non lo accetto proprio”
Questo è un momento della sua carriera in cui ha messo un punto, ma solo al PSG. La Premier (si scrive campionato inglese, si legge Mou) chiama, Ibra è pronto a rispondere perchè quel chiodo al quale appenderà i suoi scarpini resterà vuoto ancora per un po’: “Smetterò quando non mi divertirò più: adesso ho ancora voglia di imparare. Totti è in questa stessa condizione, anche lui non deve più dimostrare nulla. Ciò che faccio non è per denaro. Ho tutto, voglio vedere se sono ancora capace di vincere. Io non accetto di perdere, non lo accetto proprio. L’ho imparato dalla vita”. V – Ibra – zioni positive.
Ibra-Italia
“Non si torna dove si è fatta la storia”
E quando Ibra incontra l’Italia non è possibile non ricordare le sue parentesi in Serie A. Il suo legame con il Bel Paese è forte ma non tanto da prevedere un suo ritorno nel nostro campionato: “Non si torna mai dove si è fatta la storia. Considero l’Italia la mia seconda casa e il calcio italiano il più bello del mondo: c’è una passione infinita, calda, totale. Qualcosa che assomiglia al mio modo di intendere lo sport. E forse anche la vita”.