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Il River, la Roma e l’Europa League col Siviglia: El Coco Lamela, 33 anni di fùtbol

AEK Atene, Erik Lamela (Imago) interna
AEK Atene, Erik Lamela (Imago)

Il River, la Roma e l’esperienza con Tottenham e Siviglia: Lamela si ritira a soli 33 anni.

Tre anni al Siviglia, uno all’AEK Atene e le esperienze con Roma e Tottenham. All’età di 33 anni, El Coco Lamela lascia il calcio giocato. Mancino puro, tecnica, qualità e quell’eleganza che contraddistingue spesso e volentieri chi arriva dall’Argentina. Ha iniziato a giocare a calcio già da bambino, influenzato sia dalla cultura calcistica del suo paese dove il calcio è praticamente religione e sia dalla sua famiglia. Suo padre, infatti, ha avuto un ruolo importante nel sostenerlo fin dai primi passi, accompagnandolo agli allenamenti e credendo fortemente nel suo talento.

Il River Plate (che di talento ne capisce) lo aveva già messo nel mirino a 7 anni e non ha esitato un solo istante prima di tesserarlo per le giovanili. Lamela era considerato uno dei talenti più promettenti del calcio argentino. Si diceva che fosse un predestinato, uno di quei giocatori in grado di fare la differenza grazie alla sua classe ed eleganza che lo hanno spesso accostato ai grandi fantasisti argentini del passato.

Le sue doti non passarono di certo inosservate di fronte agli occhi di Walter Sabatini, all’epoca DS della Roma. Dopo la retrocessione del River Plate in Primera B Nacional, Lamela decise di compiere il salto verso l’Europa. I giallorossi, che in quel periodo stavano avviando un nuovo progetto con l’arrivo della proprietà americana, decisero di investire poco più di 10 milioni di euro battendo una concorrenza agguerrita. Nel 2012-13 realizzò 15 gol in Serie A, diventando uno dei protagonisti della squadra all’epoca guidata prima da Zeman e poi da Aurelio Andreazzoli.

I numeri positivi portarono il Tottenham ad investire circa 30 milioni di euro, un investimento scaturito anche dalla cessione di Bale al Real Madrid. Il suo primo anno fu complicato: problemi fisici e l’adattamento al calcio inglese ne limitarono il rendimento, ma negli anni successivi, Lamela riuscì a ritagliarsi un ruolo importante all’interno della squadra, soprattutto sotto la guida di Pochettino. Tra i momenti più iconici della sua esperienza con gli Spurs c’è il gol di rabona segnato contro l’Arsenal nel 2021, un gesto tecnico spettacolare che gli valse il premio FIFA Puskás per il gol dell’anno. 8 stagioni, più di 250 presenze e una finale di Champions League raggiunta nel 2019. Così Erik Lamela salutò Londra per volare in Spagna, precisamente a Siviglia.

Il rigore (decisivo) contro la Juventus e l’Europa League col Siviglia

Da Roma a Londra per poi trasferirsi a Siviglia. Lamela ha abbracciato il progetto del club andaluso con entusiasmo, trovando in Julen Lopetegui un allenatore che gli ha dato subito fiducia. Il suo impatto fu positivo, mostrando di poter essere ancora decisivo ad alti livelli. Tuttavia, anche a Siviglia ha dovuto fare i conti con la sua storica fragilità fisica, che ha limitato la sua continuità.

Il momento più alto della sua avventura in Spagna è arrivato nella stagione 2022-2023, quando il Siviglia vinse la sua settima Europa League. Lamela ha ricoperto un ruolo fondamentale in quel percorso, realizzando anche il rigore decisivo nella semifinale contro la Juventus e contribuendo alla vittoria finale proprio contro la Roma.

Matias Almeyda, ex allenatore dell'Aek Atene (imago)
Matías Almeyda (IMAGO)

Il rapporto tra Lamela e Matías Almeyda

Erik Lamela e Matias Almeyda, un rapporto nato e costruito da lontano durante gli indimenticabili anni con la maglia del River Plate. Almeyda, ex centrocampista di Lazio, Parma e Inter, divenne allenatore del River nel 2011, subito dopo la retrocessione del club in Primera B Nacional. In quel periodo, Lamela era uno dei giovani più promettenti della rosa e uno dei pochi a essersi messo in luce nella stagione precedente, nonostante le difficoltà del club.

Lamela venne ceduto alla Roma proprio nell’estate in cui Almeyda prese le redini della squadra, ma il legame tra i due è rimasto comunque molto forte. Lo aveva già osservato da vicino nel periodo in cui militava in prima squadra e lo considerava un talento raro e molto maturo nonostante la giovane età. Adesso, a distanza di anni, i due si ritroveranno l’uno vicino all’altro in panchina a Siviglia: Almeyda alla guida degli spagnoli, mentre El Coco sarà il suo vice per iniziare la sua carriera manageriale. Una storia romantica e degna di nota per due argentini “locos por el futbol”.

A cura di Gerardo Guariglia