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Emre ds? No, ora gioca e vince con l’Istanbul B.B. “Quando non pagai l’affitto a Vieri…”

In Italia lo ricordano tutti per il look: maglietta a maniche corte e guanti di lana. “E’ lui”. Emre Belozoglu. Un gran bel giocatore, chi se lo dimentica. Lui sicuramente non dimenticherà l’Italia. “Il mio secondo paese. Con l’Inter abbiamo vinto una Coppa Italia e raggiunto anche una semifinale di Champions”. Tanta Inter. Milano, la sua città. “E’ la mia seconda città, ci torno spesso e ho tanti amici, da Zanetti a Cordoba”. E proprio il colombiano gli ha dato un consiglio per quando deciderà di smettere di giocare. “Voglio tornare in Italia per studiare a Coverciano, vorrei diventare direttore sportivo”. Un futuro che al momento sembra molto remoto per Emre che intanto vince, e convince, con la maglia dell’Istanbul B.B., che non è la sigla di un Bed and Breakfast, ma il nome della squadra che in questo momento è in cima alla classifica del campionato turco. Più su dei “nobili cugini” di Fenerbahce, Besiktas e Galatasaray. “Merito del nostro allenatore che in questi anni ha creato un grande gruppo: unito e compatto”. Emre, con la sua maglietta numero 5 cucita dietro le spalle è il leader tecnico della squadra. Ma soprattutto carismatico, con la sua carriera che parla e spiega per lui.

Uno che già da piccolissimo era considerato il “Maradona del Bosforo” e che arrivò in Italia, sponda Inter, dopo essere stato anche ad un passo dalla Fiorentina. “Avevo 20 anni quanto Terim voleva portarmi a Firenze, ma il Galatasaray chiedeva 20 milioni e Cecchi Gori non volle fare questo investimento”. Per fortuna di Mancini, insomma, che poi se lo è ritrovato all’Inter l’anno successivo. “Mancini è un grande allenatore, sopratutto tatticamente. E poi crea un grande rapporto con i giocatori. Personalmente ricordo che mi stava sempre vicino con consigli e accorgimenti, e poi anche molti miei amici turchi mi hanno detto che si sono trovati benissimo con lui durante la sua esperienza al Galatasary”.

Da Mancini a Vieri, perché quella era un’Inter piena di campioni. “Ricordo Ronaldo, Zanetti, Cordoba, Recoba, uno più forte dell’altro”. Ma con Bobo c’era un rapporto che andava oltre il campo. “Nel mio periodo a Milano sono stato in uno dei suoi appartamenti e per due mesi non gli ho pagato l’affitto per vedere quale sarebbe stata la sua reazione. Quando se n’è accorto… mi avrebbe voluto uccidere! Ma sempre con il sorriso sulle labbra perché lui è un grande amico, ancora oggi ci vediamo e ci sentiamo spessissimo”. E poi ci sarebbero le feste fatte insieme, ma su quelle aggiunge “non ne posso parlare altrimenti…” ecco, per adesso è meglio pensare all’Istanbul BB ed alle feste da organizzare per questa stagione che ogni settimana regala una soddisfazione in più.