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Empoli, è la notte dei sogni: Andreazzoli beffa l’amico Spalletti

Seconda miglior partenza in A nella storia dei toscani dopo il successo di Napoli

Voluta, sudata, combattuta, meritata. Forse con un pizzico di fortuna, quella che aiuta sempre gli audaci. Soprattutto in una notte così. L’Empoli va via da Napoli con l’intera posta in palio, tre punti pesantissimi per i padroni di casa ma soprattutto per i toscani, autori di una partita sofferta e giocata quasi alla pari con una delle big del “condominio”, come piace dire a Spalletti.  

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Proprio quello Spalletti che oggi mancava in panchina e che Aurelio Andreazzoli ha accompagnato così a lungo: è lui il volto di questo Empoli, più dei gol di Cutrone – oggi decisivo, ancora, con un gol pesante – e Pinamonti, più delle geometrie di Bajrami, della verve ritrovata di Luperto (uno dei tanti ex, ineccepibile sui suoi ex compagni) e delle parate di Vicario. Con il suo fare pacato, la sua conoscenza calcistica e la voglia di dimostrare ha regalato alla squadra toscana la seconda migliore partenza di sempre: 26 punti in classifica. Meglio – un punto in più in 17 giornate – aveva fatto solo Marco Giampaolo nella stagione 2015/16, la prima dopo l’era Sarri a Empoli. Un altro punto in comune che riporta proprio a Napoli. 

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Andreazzoli si gode l’Empoli: “Siamo una realtà”

Al Maradona è la squadra toscana a sorridere: il Napoli doveva vincere per riacciuffare almeno il Milan nella corsa in vetta ma a fermare gli azzurri ci ha pensato Cutrone, uno che il Milan se lo porta tatuato dentro. “Ci eravamo preparati bene, non siamo una bugia ma una realtà” ha detto Andreazzoli a fine gara complimentandosi con i suoi e tendendo la mano a chi aveva fatto compagnia così a lungo.  

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Per Spalletti – squalificato e lontano dalla panchina – quella di stasera era la presenza numero 500 in Serie A, una festa rovinata dall’Empoli dei sogni, dai pochi tifosi toscani arrivati a far festa fino a Fuorigrotta. L’allievo (se così si può dire) supera il maestro (se così si può chiamare): se una serata giusta c’era, forse era proprio questa la migliore.