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Bandinelli, la “giovane speranza” che fa male alla sua Fiorentina

Il centrocampista dell’Empoli è cresciuto nelle giovanili viola, con cui è stato protagonista di un docu-reality su Mtv. 10 anni dopo ecco il gol dell’ex

Il primo gol in carriera in Serie A Filippo Bandinelli lo aveva segnato alla prima giornata. Dall’altra parte la Lazio di Sarri, con cui condivide un legame stretto con San Giovanni Valdarno. Se Maurizio da quelle parti ha vissuto i primi veri derby della sua vita da allenatore guidando la Sangiovannese, il centrocampista 26enne dell’Empoli ci ha lasciato i suoi primi tifosi, cioè papà Stefano, mamma Marisa e la sorella Letizia. Avranno esultato come dei matti quando il loro Filippo all’88’ ha segnato la rete dell’1-1 contro la Fiorentina. Un tap-in che, approfittando dell’uscita sbagliata di Terracciano, ha dato poi vita alla rimonta della squadra di Andreazzoli, completata un paio di minuti più tardi da Pinamonti. 

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Quando a colpirti è l’ex

Ecco, il secondo gol della sua vita in Serie A ha un altro forte legame con il passato. Bandinelli oggi vive da protagonista la sua prima stagione fra i grandissimi (otto partite da titolare su 13) a una trentina di chilometri da Firenze. Ma è proprio in viola che è diventato calciatore. Quella maglia l’ha indossata fino al 2015, insieme ai vari Lezzerini, Fazzi e Capezzi con cui è rimasto tutt’oggi amico. Gli occhi di tutti puntati addosso, compresa le telecamenere di Mtv. Sì, perché oltre a lui in quello spogliatoio c’erano Bernardeschi e altre “giovani speranze” che per due anni – nel 2012 e nel 2013 – si sono ritrovate ad essere i protagonisti di un docu-reality tanto appassionante quanto pericoloso per chi avrebbe dovuto concentrarsi solo sul campo. Bandinelli si è visto poco, perché non era fra i personaggi principali: “Meglio così“, dirà. Meglio stare più attenti ai preziosi insegnamenti di Semplici, suo allenatore in Primavera.  

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Infortuni, fallimenti e… Hamsik

Da lì il viaggio non è stato mica semplice. Due caviglie e due spalle rotte, il fallimento del Latina nel 2017. La tentazione di mollare tutto per rimettersi a studiare e segnarsi a Scienze Motorie. Poi le tante battaglie in B fra Perugia e Benevento, infine l’Empoli che nel 2019 lo prende a titolo definitivo dal Sassuolo, dove in ritiro raccoglie tanti complimenti da De Zerbi ma neanche un minuto in campo. 34 presenze il primo anno in azzurro, ma la squadra non va e non raggiunge neanche i playoff. Promozione la stagione seguente, dove però resta fuori da dicembre a aprile per una forte contusione al ginocchio. Poco importa, finalmente si realizza il sogno Serie A. Fino a pochi mesi fa l’aveva vista solo studiando Hamsik, il suo modello da sempre. 

 

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Un gol per Andreazzoli

Nel pomeriggio in cui Vlahovic – sotto gli occhi del presidente Commisso – segna il 28esimo gol del suo 2021 da sogno (mai nessun giocatore della Fiorentina è arrivato a tanto in un anno solare, Hamrin si ferma a 27) e in cui Pinamonti diventa il primo classe 1999 ad aver segnato almeno cinque reti in un massimo torneo con tre maglie diverse, la storia più bella è proprio quella di Filippo Bandinelli. Lui, che insieme ai compagni ha regalato un momento di spensieratezza ad Andreazzoli. L’allenatore dell’Empoli nelle ultime ore ha infatti detto addio al fratello Alberto. Nel post partita si è commosso. Anche per lui questa è stata una vittoria più diversa, speciale.