Emiliano Sala, il “ragazzone” buono che sognava Batistuta
Lo chiamavano Salagol perché il suo idolo era Batistuta, a 29 anni aveva realizzato il suo sogno di giocare in Premier League
La storia di Emiliano Sala è un romanzo
italiano, romantico e malinconico. Riassunto nelle parole di Ranieri: “Emiliano
non è solo un grande attaccante, ma è anche un ragazzo buono”. Lo
chiamavano “il ragazzone” perché era il più alto
di tutti, fin dai tempi del Proyecto Crecer a San Francisco, città
dell’Argentina situata nella provincia di Cordoba, una sorta di Academy con
l’obiettivo di plasmare calciatori che potessero arrivare in Francia,
precisamente al Bordeaux.
Nel 2010 approda in Ligue 1. Il sogno era lì, a
portata di mano: “Non è stato semplice lasciare la mia
famiglia e i miei affetti”. L’impatto con il calcio francese non è
esaltante, molti lo bocciano dopo un paio di partite, il Bordeaux non ci punta
e Sala decide di realizzare il sogno dei suoi nonni, quelli che anni fa
partirono dall’Italia in nave per raggiungere l’Argentina. Nulla da fare però:
il suo procuratore – Nicolas Higuain, fratello del Pipita – lo propone a
diversi club di ma il risultato è sempre lo stesso. Porta in faccia.
Il
Sorrento è la squadra più vicina ma viene definito “troppo scarso per la Lega
Pro”. Sala si ritrova ad un bivio: ripartire dal nulla o
lasciare tutto. La determinazione è più forte della delusione, così il
“ragazzone” riparte dall’Orleans, terza serie francese: 19 reti in 37
partite. Poi altri 18 gol allo Chamois Niortais, in Ligue 2,
dove viene ribattezzato Salagol in onore del suo idolo Batistuta.
Ma il Bordeaux decide ancora di non puntarci più: “Lo stile gli impedisce di
essere lucido fino alla fine, non è fatto per questa squadra”.
Così arriva il passaggio a titolo definitivo al Caen.
L’inizio è di quelli importanti: gol, assist e la perla contro il Psg per
l’1-1. Ma è il Nantes a cambiargli la carriera. Gioca, segna, si
diverte. Diventa il cuore pulsante della squadra con Claudio Ranieri in
panchina. Quest’anno poi, la definitiva consacrazione: “I miei amici
stentano a crederci quando mi vedono al fianco di Mbappè nella
classifica marcatori” aveva dichiarato nel mese di Novembre a Marca. Già,
perché Emiliano Sala, dopo 13 turni di campionato contendeva il trono
di capocannoniere della Ligue 1 proprio a Mbappè, mettendo la freccia sui vari
Neymar, Cavani, Depay. Definendo così, la miglior media gol-tiri dei
maggiori campionati europei: 14 tiri in porta, 11 gol (0,9). Sempre sulle
pagine di Marca confessò: “La precisione era uno dei miei punti di
miglioramento e ho lavorato con esercizi specifici e video per migliorare
ancora”. Poi aggiunse: “Ho anche un allenatore – Vahid
Halilhodzic – che è stato un grande attaccante e mi dà
consigli. Parla con me ogni settimana, devo molto a lui, la sua fiducia è
fondamentale”. E’ diventato così l’uomo copertina del Nantes, e le sue 13
reti in 16 presenze stagionali, gli avevano regalato, nella sessione invernale
del mercato, l’approdo in Premier League al Cardiff City, diventando anche
l’acquisto più esoso della storia del club gallese.
Nella giornata di lunedì 22 gennaio, Sala, si era diretto
nella “sua” Nantes per salutare i suoi ex compagni, prima di volare
definitivamente a Cardiff. Così non è stato. Sala resterà l’esempio di chi ci
ha sempre creduto, ha lavorato e non ha mai mollato. Quel ragazzone
buono che ha incantato la Francia ed era pronto alla conquista della Premier
League.
A cura di Francesco Falzarano