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El Cholo, para dos: pesce, fútbol ed entusiasmo per Simeone a Genova dal figlio Giovanni

Cholo e Cholito, insieme per cena. Niente Puerta del Sol o Plaza Mayor però, ma il borgo di Boccadasse a fare da sfondo. Da Madrid a Genova, andata e ritorno in ventiquattr’ore, Diego Simeone ieri è volato in Italia dal figlio Giovanni, sbarcato a Genova per dare il via alla nuova avventura in rossoblù. “Che consigli mi ha dato? Quando ho scelto il Genoa lui era in volo e non sono riuscito a sentirlo” le parole di Simeone Jr il giorno della presentazione, l’occasione per recuperare ieri sera. Tavolo vista mare all’Osteria Dindi, su consiglio argentino di Capitan Burdisso. “Mi ha chiamato in giornata – racconta Davide, titolare dell’Osteria affacciata su di uno degli scenari più suggestivi di Genova – dicendomi che Diego sarebbe arrivato in città e per vedere se avevamo ancora posto”.

Detto fatto. Il nome sul tavolo? El Cholo, per due. L’arrivo, borgo affollato dai turisti di fine agosto, intorno alle 22. Menù della serata? Pesce e… fútbol, ovviamente. “Non parla d’altro. Dal campo a tavola, pensa sempre al pallone” le parole di ‘Giò’ qualche giorno fa dal Signorini, il Cholismo non solo filosofia in campo ma un vero e proprio stile di vita. Tutto, mentre sotto all’Osteria la presenza di allenatore dei Colchoneros e figlio cominciava a non passare più inosservata. “C’è Simeone a cena? Si, Giovanni ora gioca nel Genoa”. “C’è anche papà Diego, é venuto a trovare il figlio” il tam tam tra i tanti appassionati di pallone testa in su e mare alle spalle, a rubare un attimo di intimità tra padre e figlio. Minuti che passano, folla che aumenta e Boccadasse che si trasforma in un piccolo ‘Vicente Calderón’ tra cori e applausi per il Cholo, travolto dall’ entusiasmo all’uscita dal locale. Selfie, abbracci e anche una richiesta speciale – “Quando vieni alla Lazio?” – prima di salire sul taxi diretto all’NH Marina per la notte.

Ultime immagini, emozioni, prima di fissare una sveglia che stamattina è suonata presto. Sul tavolo riservato, ancora una volta quel nome. Cholo, por dos. Colazione, ultimi consigli – “Si se cree y se trabaja, se puede” – e poi l’abbraccio, prima di ripartire (intorno alle dieci). Destinazione Madrid, ci sono un’altra Liga e un’altra Champions da provare a vincere. Cuore e occhi a Genova, in attesa del prossimo viaggio. Magari per festeggiare il primo gol del Cholito.