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Ecco cosa ci vuole per fare questo Atletico: corsa, difesa e gioventù di talento

Per fare l’Atletico ci vuole un Cholo. Per fare un Cholo ci vogliono dei soldati. Neanche troppi ma servono buoni. Per fare una squadra a immagine e somiglianza dell’argentino ci vogliono coraje e corazón. Il coraggio di andare oltre i propri limiti, un cuore rojiblanco grande così. Per fare l’Atleticoci vuole un fiore: il fiore della pasión

Tutto il mondo parla di ‘Cholismo’ ma per descrivere lo stile Atletico non serve mica una canzone, basterebbero due paroline molto semplici: lavoro, convinzione. In pratica… cosa serve? Punto primo: corsa. Da parte di tutti. L’Atletico Madrid ha percorso 11 chilometri in più del Barcellona durante il quarto di finale di Champions giocato al Calderon. E vinto 2-0. Ne ha fatti 6 in più del Bayern Monaco all’andata: 118,4 a 112,3 secondo i dati ufficiali UEFA. Finale: vittoria di misura ma comunque vittoria. Ma c’è di più. I primi tre per chilometri percorsi in tutta questa Champions sono di Simeone: Gabi 122,9 in 958 minuti. Griezmann ben 117,8 in 933 mentre Koke 114,6 in 832. Il record (in questa Champions)  in una singola partita è sempre dei colchoneros: contro il PSV – sempre al Calderon – i ragazzi del Cholo hanno fatto ben 158,742 chilometri. Difendere e attaccare tutti insieme, crederci fino alla fine, tutti insieme. ‘Noi’ oppure ‘abbiamo’ sofferto o vinto, poco importa. L’importante è ragionare da squadra. Punto secondo: la difesa. Il portiere è fondamentale e Oblak sarà anche costato 16 milioni dal Benfica (il più caro nella storia della Liga) ma è una vera garanzia. E di anni ne ha appena 23. Per difendere bene ci vuole (anche) tanta corsa, soprattutto degli attaccanti. Griezmann docet. L’Atletico non ha subito gol in casa in Champions in 12 degli ultimi 13 incontri. L’ultimo incassato da Oblak – tra l’altro Zamora di Liga con la porta che è rimasta a zero per ben 21 volte – è datato settembre, per piedi del Benfica. Punto terzo: la fame. Di successi, titoli, di arrivare e consacrarsi, affermarsi e farsi conoscere al mondo intero. Un dato che fa riflettere è l’età media di questo Atletico Madrid: 26,4 anni. La rosa più giovane delle quattro semifinaliste di Champions. Oblak ne ha appena 23, Gimenez 21, Savic 25, Lucas Hernandez 20 (proprio quello che ha giocato titolare contro il Barcellona, al Camp Nou), Kranevitter 22, Thomas 22, Saul 21… sì Saul 21, Koke 24, Oliver 21, Carrasco 22, Griezmann 25, Correa 21 e Vietto 22.  Loro giocano e fanno bene, senza paura e con determinazione. Soffrono, soffrono, stringono i denti e poi soffrono ancora e all’infinito come contro il Bayern Monaco all’Allianz. Ma sono soldati. O meglio, petali. I petali di questo fiore rojiblanco, il fiore Atletico della pasión.