Eccentrico, stravagante. Il brasiliano che ha vinto più di Pelé: la Juventus ha puntato Dani Alves
L’occhialino alla John Lennon lo sa anche portare, ma se non avesse voce e tonalità la brutta figura sarebbe già in prima pagina, ovunque. Su Marca e As soprattutto, che di certo non lo amano: quotidiani ‘contro il Barcellona’. Dicono. Eppure il ritmo gli scorre dentro, nel sangue: chitarra in mano e “When i see you again” in assolo. Il Dani Alves cantante meriterebbe quattro sì, cinque sicuri con quello della (bellissima) fidanzata Joana Sanz che ha confessato a più riprese: “In un’altra vita dev’esser stato cantante, non c’è altra spiegazione”. Eppure in questa Dani (33 anni ma con un fisico ancora perfetto) è calciatore e lo fa pure alla grande; tanto per dire, il Siviglia lo comprò per 500 mila euro per poi rivenderlo a 35 milioni. Mica male, talento lo è sempre stato. “Sì” che piovono dalla giuria blaugrana, incantata. Dalla solita fidanzata che lo segue sempre quando gioca al Camp Nou perché “se non lo appoggio, non vince”. Da un Luis Enrique che ha chiesto e ottenuto il suo rinnovo (2017) nel giugno scorso. Rinnovo con postilla però, una clausola particolare che il brasiliano ha voluto a tutti i costi: Dani Alves può liberarsi a parametro zero. Ecco perché ora il terzino fa gola a mezza Europa. Juve su tutte. O meglio: Juve prima di tutte. Perché Torino sembra essere la sua più probabile destinazione, come raccontato.
Brasiliano schietto e diretto, preferisce schiaffartela in faccia (o in conferenza) che nascondersi: “Cristiano Ronaldo vuole fare troppo il personaggio” ha delicatamente affermato. E detto da uno come lui… . Allegro sì, ma anche eccentrico a più non posso. Prima di un allenamento pre finale di Champions contro la Juve Dani Alves decide di scendere le scale mobili che portano al campo… arrampicandosi per bene coi piedi sullo corrimano. Durante l’inno di presentazione di un Atleti-Barcellona, spettina – inquadrato – un bambino davanti a lui in fila. Ne ha combinate mille e più, difficile elencarle tutte. Personaggio sì! Consapevole delle sue capacità: “Quando la gente vuole competere con me, normalmente perde”. E affamato di successi: “In partite come el clasico, se si può vincere 0-100 piuttosto che 0-4 è sempre meglio”. E pensate che dopo il titolo di Liga vinto quest’anno (sesto nella sua carriera) Dani è diventato il giocatore brasiliano più titolato nella storia, addirittura più di Pelè. Trentuno a ventinove. Ma chiaro, capita anche di perdere: dopo l’eliminazione dalla Champions di quest’anno per mano dell’Atletico, il terzino ha commentato ‘è solo una partita di calcio’. Peccato fosse travestito da donna. Credente, molto: con un Cristo tatuato sul braccio sinistro. E un’infanzia tutt’altro che in discesa. Già perché da piccolino Dani Alves cacciava uccelli selvatici con papà per cercare di portare un po’ di carne (e due soldi) a casa. A calcio ci ha sempre giocato, due ciabatte impiantate per terra e un pallone tra i piedi bastavano eccome. Il ritmo (del fútbol) faceva il resto, per un Dani Alves più calciatore che cantante – una volta persino comparsa in un film d’azione – in questa vita almeno.. Nella prossima? Forse nuovo giocatore della Juventus. Alla caccia di nuovi stimoli e trionfi.