E se la Dinamo Zagabria non avesse mai venduto i suoi talenti? Tra prodotti del vivaio e profili (ri)lanciati, che Top11!
Chiamatela fucina di talenti, terreno fertile, culla calcistica in cui crescere, rivalutare e rivendere a peso d’oro gioielli sempre più brillanti. Re Mida o anche (potenziale) macchina da guerra: perchè se la Dinamo Zagabria avesse mai deciso, ipoteticamente, di trattenere ogni singolo calciatore formatosi nelle giovanili del club croato o semplicemente esploso all’interno dello stesso, il risultato sarebbe stato a dir poco spaventoso.
Gli anni passano, i risultati non cambiano: 18 titoli vinti nelle ultime 25 stagioni, 11 dei quali vinti consecutivamente (secondi solo al Lincol, Gibilterra, capace di trionfare per 14 occasioni in fila) non possono chiaramente essere una casualità, con gran parte dei successi figli di una programmazione curata nel minimo dettaglio ed ormai dotata di un automatismo sostanzialmente intralciabile. Partire da un obiettivo ben chiaro, con la volontà di portare in futuro in prima squadra uno-due elementi delle undici categorie parte del settore giovanile, e perseguirlo fino in fondo, tramite metodologie di lavoro fisico e mentale ormai consolidate capaci di portare generazioni di talenti nell’èlite del calcio europeo, anche grazie a stage annuali in Australia, USA e Canada. Una selezione naturale che passa, eccetto alcuni eletti consegnati direttamente al terreno di gioco del “Maksimir” (Kovacic ne è un esempio) per l’ultimo step-Lokomotiva, squadra satellite della Dinamo Zagabria stessa, attraverso cui i talenti più pronti per spiccare il volo transitano (Pjaca tra i tanti) in attesa della definitiva chiamata in maglia blu.
Da Rog a Badelj, passando per Olic, Kranjcar, Kramaric, Vida, tra profili nati nel mondo Dinamo o, semplicemente, prelevati e plasmati con il tempo: e i più forti, potenzialmente, li abbiamo tenuti ancora da parte. La domanda, nonchè la curiosità, sorge spontanea: e se giocassero ancora TUTTI insieme, che squadra verrebbe fuori? Da paura, pochi dubbi: tecnica a palate, difensori rocciosi, terzini dai piedi educatissimi e, davanti, il perfetto mix tra qualità, quantità e senso del gol. Basta semplicemente una cifra per far capire quanto il supermarket croato di Mamic, tra giocatori prodotti o capaci di valorizzarsi definitivamente con il blu addosso, sia caro: il materiale Dinamo ha prodotto, all’incirca, ricavi pari a più di 200 milioni di euro. Numeri notevoli sui quali poter fantasticare, creando la top11 di una squadra che, in Europa, potrebbe far decisamente bene. Scopriamola insieme…
TOP11 DINAMO ZAGABRIA (4-3-2-1)
Eduardo – Il numero uno portoghese resta il primo ed unico elemento non croato della lunga lista di calciatori transitati o venduti con notevoli plusvalenze dalla Dinamo. Arrivato da svincolato, dopo la non brillante avventura in maglia Genoa, l’ex portiere della Nazionale campione d’Europa sembra essere semplicemente rinato: biennio a Zagabria e trasferimento in maglia Chelsea. Prezzo? 5 milioni di euro.
Sime Vrsaljko – Quattro titoli croati vinti, post tappa formativa alla Lokomotiva, poi il grande salto in Serie A: 5 milioni di euro sborsati dal Genoa e maglia rossoblù addosso prima, poi il passaggio al Sassuolo. Piaceva a Milan e Juventus ed è stato trattato a lungo dal Napoli, dopo essere cresciuto in maniera impressionante con Di Francesco: alla fine, a spuntarla, è stato l’Atlético Madrid. Solo con un assegno da 16 milioni, più 2 di bonus…
Vedran Corluka – In maglia Dinamo già all’età di 8 anni e capace di fare della duttilità il suo punto forte, tra ruolo di difensore centrale e terzino anche in Nazionale, il croato è passato nel 2007 al Manchester City per circa 5 milioni di euro. Rivenduto all’incirca alla stessa cifra al Tottenham e visto successivamente in prestito al Bayer Leverkusen, Corluka si è poi trasferito alla Lokomotiv Mosca: circa 7 milioni di euro che la Fiorentina, a sua volta, avrebbe nuovamente speso per portarlo a vestire viola. L’inatteso rinnovo del giocatore, tuttavia, ha chiuso ogni porta ad un suo possibile arrivo in Italia.
Dejan Lovren – Cresciuto in Germania e successivamente trasferitosi in Croazia, Lovren ha trovato nella Dinamo la sua rampa di lancio ideale, grazie anche al prestito all’Inter Zapresic. Ceduto al Lione nel 2008 per 7 milioni e rivenduto al Southampton per 10, il difensore ha poi preso la via di Anfield Road in un’operazione capace di sorprendere un po’ tutti, vestendo la maglia dei Reds grazie ai 25 milioni sborsati dal Liverpool.
Tin Jedvaj – Dopo appena 13 presenze in prima squadra, raggiunta direttamente al termine della trafila giovanile, ecco l’offerta della Roma a sbaragliare la concorrenza (tra le altre) anche di Juventus e Milan. 5 milioni di euro per portarlo in giallorosso e sole due presenze in giallorosso (entrambe contro il Genoa) prima di spedire la sua versatilità difensiva in Germania, in prestito al Bayer Leverkusen. In Bundesliga, tutt’altra musica: più spazio a disposizione, crescita costante e riscatto completato dal club tedesco. 7 milioni alla Roma per il classe ’95, contratto fino al 2020 e addio all'”esperienza poco positiva” in Serie A.
Luka Modric – Il volto di David Guetta con l’eleganza calcistica da sinfonie di Mozart: semplicemente, unico. Dipinto sin da piccolo come futuro crack del calcio croato e strappato dalla Dinamo allo Zadar a 16 anni, Modric ha tuttavia avuto bisogno di un po’ di tempo a disposizione per esplodere e convincere definitivamente, passando anche per un prestito all’Inter Zapresic nel 2004. A conti fatti, ne è decisamente valsa la pena: venduto 4 anni dopo al Tottenham per 20 milioni, il classe ’85 è semplicemente diventato uno dei migliori registi d’Europa. E a portarlo in blanco, per 30 milioni, il Real Madrid non ci ha pensato due volte.
Marko Rog – Telenovela della recente estate di mercato, conclusasi con il definitivo passaggio al Napoli, Rog è cresciuto nell’NK Varazdin prima di passare all’RNK Spalato, ultimo step pre arrivo alla Dinamo. Per averlo, il club di Zagabria ha sborsato 5 milioni, facendolo diventare il calciatore più pagato nella storia del calcio croato: una valutazione che, appena un anno dopo e al termine di un ottimo Euro2016 disputato, è salita fino ai circa 15 spesi da De Laurentiis per vestire il classe ’95 d’azzurro. Talento da monitorare con grande attenzione: felici di poterlo fare con sguardi ravvicinato, qui, nella nostra Serie A.
Marcelo Brozovic – Il centrocampista dell’Inter è uno dei tanti casi relativi a calciatori transitati dalla Lokomotiva prima di arrivare per due anni in maglia Dinamo, costretta a versare stavolta poco più di 2 milioni di euro per portare in rosa il prodotto delle giovanili del Dragovoljac. Giunto in nerazzurro nel mercato invernale del 2015 per poco meno di 10 milioni, tra prestito ed obbligo di riscatto, il croato è finito in estate soprattutto nel mirino della Juventus: l’accordo per il rinnovo del centrocampista con l’Inter, tuttavia, c’è già e resta solo da ratificare. E al momento, non vale meno di 25 milioni.
Mateo Kovacic – Doveva essere il sostituto di Luka Modric e lo è stato almeno per tre stagioni, prima che il richiamo del mercato si rivelasse ancora troppo forte per vestire ancora la maglia della Dinamo. Curiosa, la storia di Mateo: croato sì, ma nato (anche calcisticamente) a Linz, in Austria, e destinato ad iniziare la sua avventura nel 2008 a Zagabria. Niente Lokomotiva e salto diretto in prima squadra, poi l’Inter: 11 milioni più circa 4 di bonus e anni in nerazzurro spesi con l’eterna etichetta di talento incompiuto, dentro un sistema di gioco in cui Kovacic non è mai riuscito a trovare una precisa collocazione. Su di lui ha voluto scommettere il Real Madrid: 31 milioni per arricchire il centrocampo merengue senza mai trovare troppo spazio. Quest’anno, con la fiducia di Zidane, potrebbe arrivare per lui la stagione della possibile svolta.
Marko Pjaca – Altro gioiello a lungo al centro del mercato, nel mirino di Milan, Juventus e (e non solo) sin dalla passata stagione, il trequartista classe ’95 ha costruito proprio a Zagabria (sua città natale) i presupposti per diventare uno dei talenti più interessanti del panorama europeo: gavetta biennale in maglia Lokomotiva e via libera ai due anni con la Dinamo, prima di scegliere di sposare il progetto Juventus. Costo? Milioni 23. La bottega d’oro ha colpito ancora…
Mario Mandzukic – Mancava un bomber? Eccolo servito. Alla Dinamo è arrivato nel 2007, per 1,5 milioni, dall’NK: poi, l’esplosione che ti aspetti. Perchè dalle parti del “Maksimir” si sbaglia poco, soprattutto nel far crescere un talento: 7 milioni incassati per permettergli di diventare protagonista con la maglia del Wolfsburg dopo 53 gol in 3 anni, poi il triplete con il Bayern (13 milioni ai lupi) e un’ulteriore supervalutazione tra la cessione all’Atléti (30 milioni) ed l’ultimo passaggio alla Juventus, da 20 milioni.
LA PANCHINA
Ma cosa sarebbe, uno squadrone, senza una panchina di tutto rispetto? Le riserve di lusso, in casa Dinamo Zagabria non potevano certo mancare: da Milan Badelj, fulcro del centrocampo della Fiorentina passato per NK, Dinamo, step-Lokomotiva e ceduto all’Amburgo per 4 milioni (stessa cifra d’acquisto viola) a Simunovic e Vida, anch’essi protagonisti in Nazionale e recentemente nelle mire del Torino come possibili rinforzi per la difesa: 7,5 milioni da Zagabria a Glasgow per il primo e 5 per il secondo, diretto verso Kiev dopo la solita, grande opera di valorizzazione made in Dinamo post esperienza al Bayer Leverkusen.
Finita qui? Neanche per sogno: Kramaric, attaccante più volte vicino allo sbarco in Italia e cresciuto poi nelle giovanili della Dinamo, ha trovato maggior fortuna al Rijeka (ceduto per poco più di un milione), salvo poi perdersi tra tanta panchina al Leicester e qualche buono sprazzo ad Hoffenheim; Halilovic, invece, passato direttamente dal settore giovanile alla prima squadra, è stato ceduto al Barcellona per circa 5 milioni, salvo poi trasferirsi definitivamente all’Amburgo, mentre Kranjcar, Eduardo e Olic vanno, tra trafile nel settore giovanile del club croato (i primi due) ed esperienze-svolta carriera (il terzo), a completare le alternative di lusso ad una top11 già ricca di un talento fuori dal comune. Il prossimo a fare le valigie? Pronti a scommetterci: classe ’97, trequarti e fantasia a palate, uguale Ante Coric. Nonostante le contestazioni di una tifoseria delusa dell’attuale presidenza Mamic, pronta a chiederne le dimissioni e la cessione del pacchetto azionario, a Zagabria passano gli anni ma non la tradizione vincente e produttiva: un concetto che in casa Dinamo, oggi più che mai, è ancora ben presente. E che difficilmente, nel corso degli anni, potrà interrompersi, dopo un ventennio da protagonista. Tra undici reali o frutto di fantasia ed immaginazione…