“Dream comes true”. Guidolin jr racconta l’emozione del padre, principe di… Swansea: “Avranno modo di conoscerlo bene”
Rodgers in visibilio, Borini al suo fianco. Più su ecco Laudrup, composto ma vincente; che divertente il suo gioco. Verso destra spunta Paulo Sousa, predestinato. Parete della sala stampa tappezzata di ricordi bellissimi, grandi allenatori. Storia del club. Sulla sedia – alta, molto alta rispetto agli standard italiani – ecco… “Un certo Francesco Guidolin”. Ci scappa anche un più spontaneo: “Guidolin, who?”. Meningi che si stringono e ditino pronto al “click” su google: et voilà, capitano Williams che risolve ogni dubbio.
“Ci può stare dai, è giusto, normale: non sono il più famoso degli allenatori…” puntualizza papà con la solita umiltà. “Avranno modo di conoscerlo per bene, adesso” specifica il figlio Giacomo in esclusiva su gianlucadimarzio.com. Che poi mi fa notare con orgoglio quel comunicato lì: “Swansea have confirmed the appointment of Francesco Guidolin as their new manager”. Breve, conciso. “Facile facile” da tradurre ma se si dovesse spiegare a cuore aperto e tutto d’un fiato, ah quanta emozione: “Un sogno. Papà ha sempre avuto questo sogno nel cassetto: allenare in Premier. E finalmente si è realizzato. In Italia era stato cercato da diverse squadre ma voleva qualcosa di nuovo che lo stimolasse. Ed eccoci qui, in Galles. Credimi è una grande gioia per noi, ma soprattutto per lui. Se lo merita”.
“Welcome, papà”. Pronuncia perfetta, la cadenza è quella giusta. Giacomo o Jack? Forse meglio controllare il passaporto. Guidolin jr se la ride ma la verità è pur sempre questa. “Io vivo a Londra ormai da sette anni. Sono venuto qui per studiare, da giovane. Dopo la laurea ho cominciato a lavorare come agente di giocatori. Credo che papà mi ci abbia mandato anche per aprirgli un po’ la strada”. Scherzi a parte: “E’ stata un’intuizione tutta sua, forse aveva capito che in Italia ci sarebbero stati un po’ meno sbocchi lavorativi”. Ora, metà famiglia di qua – mamma e fratello maggiore – e l’altra metà al di là della manica. “Per adesso è così, lui vive in albergo e deve trovarsi ancora una sistemazione fissa: vediamo se col tempo ci trasferiremo tutti al di là. Io però continuerò a vivere a Londra, ho tutte le mie cose qui”. Con lo Swansea sempre ben a fuoco. “Quando mi si presenta l’occasione io ci vado. Domenica sarò a Liverpool per il match contro l’Everton”.
E con l’inglese? Guidolin jr traduttore personale di Guidolin senior, una questione di famiglia. O forse no. “Non pensare sai”. Giacomo ci racconta. “Certo, un pochino l’ho aiutato soprattutto all’inizio: prima di partire verso il Galles ci siamo confrontati, lo interrogavo con domandine mirate. Però mi ha stupito subito: interagiva con i tifosi in inglese, alla squadra parla già in inglese, le prime interviste le ha fatte sempre in inglese. Se la cava bene. La lingua la stava studiando in Italia ma sai, un conto è fare grammatica e conversazione con un’insegnante, un altro è trovarsi nel mezzo di certe situazioni di vita quotidiana, di campo, spogliatoio. Ma l’ho visto motivato, carico”. Non certo una novità per uno che a 50 anni si è ritrovato a Montecarlo, sulla panchina del Monaco, e “nel giro di due settimane era già pronto a dialogare con la stampa locale”. E l’integrazione sarà graduale e semplice perché con Ambrosetti al suo fianco: “E’ stato un suo ex giocatore al Vicenza, ha giocato anche al Chelsea. Gli potrà dare una mano in più con la lingua”.
Dalle vacanze alla Premier, tutt’altro che un erasmus. Un (altro) italiano con la corona da principe (di Galles) a portata di mano. Lo Swansea “un’opportunità che ha colto al volo: trattativa abbastanza lampo, si è chiuso tutto domenica e lunedì”. Fuori, un freddo cane: “Sì, il clima è così da quelle parti, purtroppo. Mi sa che papà dovrà fare a meno della bici, sua grande passione”. Ma dentro si pensa e si parla di calcio, costantemente in inglese. All’orizzonte ecco l’Everton. “Dream comes true”. Anche questo facile facile da tradurre ma quante emozioni…