Di nuovo tu, Vazquez? Carrizo, ‘el Mudo’ e quello spareggio salvezza del River
Quando lo avrà visto a pochi passi di distanza, deve aver ripensato a quell’immagine. Quella dell’incubo più brutto che abbia mai vissuto. Sinistro rapido, e senza neanche potersene rendere conto palla dentro. Gol del Palermo. Gol di Vázquez. L’uomo in primo piano in quell’incubo.
Era la prima volta che Juan Pablo Carrizo giocava con la maglia dell’Inter in campionato in questa stagione, e di fronte si è visto arrivare uno che chiamano el Mudo, ma che in realtà in silenzio e senza parole aveva lasciato proprio lui, Carrizo.
Era il 22 giugno del 2011, e il River Plate, anche a causa di qualche errore di troppo nel corso della stagione del portiere, si era giocato l’andata della Promoción contro il Belgrano, il terribile spareggio per la permanenza in Primera División. Al Gigante de Alberdi, a Córdoba, il Belgrano, il cui leader tecnico in campo era Franco Vázquez, aveva battuto 2-0 i Millonarios. Al ritorno, il 26 giugno al Monumental, il River non sarebbe stato in grado di ribaltare la sentenza dell’andata.
In quel River, oltre a Carrizo, giocavano Lamela, Almeyda, Tucu Pereyra, Cirigliano… Con la fascia di capitano al braccio, Carrizo fu protagonista della notte più nera della storia di una delle due squadre più importanti d’Argentina e tra le più famose del mondo, la notte della retrocessione in B Nacional.
Ma l’immagine del suo incubo, l’immagine più famosa insieme a quella dell’invasione di campo di ultrà furiosi del River a Córdoba, restò quella della prima partita: quella di Carrizo in lacrime, inerme di fronte alla festa degli sconosciuti calciatori del Belgrano, tutti abbracciati ed esultanti, e al pianto solitario ben diverso dal suo, fatto di emozione e felicità del Mudo Vázquez. L’uomo che portò il silenzio a Buenos Aires, e che lo avrà portato con un ricordo doloroso nel cuore di Carrizo fino al fischio finale della sfida tra Inter e Palermo. Una piccola rivincita per il portiere nonostante il gol subito, in una serata che condanna il suo rivale e connazionale (seppur naturalizzato italiano) a una lotta durissima per salvarsi lui, questa volta…
Rosario Triolo
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