Di Natale, 40 anni da bomber elegante: sintesi perfetta del calcio romantico e letale
Dici Di Natale e dici gol, pensi ad Antonio e ti vengono in mente 311 reti diverse. Ma anche le mille, preziose sfumature dell’eleganza e dell’educazione. Uomo esemplare, bomber insaziabile. Letale. Talento di quelli che, se esiste, il tanto decantato Dio del calcio regala di rado. Tra gli italiani, solo in sette hanno fatto meglio: Piola, Del Piero, Meazza, Totti, Baggio, Toni ed Inzaghi. Nella storia della Serie A, appena in 5. Fa parte dell’elite, Totò: costante di un calcio romantico che rincorre la gloria e non i soldi. Oggi, 40 anni. Con lo sguardo al futuro – “Adesso vado a vedere qualche ragazzino perché mi piace veder giocare i giovani” – ma anche al passato. Senza il minimo rimpianto e con nessuna smania di tornare indietro. La scelta fatta, è stata quella giusta: “Non avevo più voglia, si era spento il motore, ho capito che era arrivato il momento”.
BIANCONERO… DI UDINE
Accento napoletano ed entusiasmo meridionale. Con la carta d’identità che, però, non ne completa il profilo. Diventato leggenda un po’ più su, in quell’Udine da cui subito è stato accolto come un figlio e a cui non ha mai risparmiato affetto. Profondo tanto quanto il rispetto verso le proprie radici: “Amo Napoli e sono un grande tifoso del Napoli ma quella maglietta per me sarebbe stata troppo pesante”. Dopo Zico, per i tifosi dell’Udinese, c’è solo lui. Arrivato in città nel 2004, senza il bisogno di dover mai rimettere mano alla valigia. “Quello che ho fatto nell’Udinese rimarrà nella storia del club. La verità è che in Friuli ho trovato la mia casa e non ho mai pensato di lasciare la squadra, la città e una famiglia, i Pozzo, che mi hanno adottato come un figlio”. Dichiarazione d’amore, sentimento viscerale. Più forte, anche, dei soldi e di quella proposta da Torino che a molti avrebbe fatto girare la testa. Ma non a lui. Nel 2010, bussano alla porta i bianconeri. Nemmeno i 33 anni spaventano la famiglia Agnelli, il desiderio è di portare a Vinovo quel giovincello capace di vincere per due volte la classifica marcatori e di segnare a raffica. Risposta? “Grazie Juventus, ma io e la mia famiglia stiamo bene ad Udine”. Determinazione da bomber, senza alcun ripensamento o rimpianto. Decisione presa come calciatore, certo. Ma anche e soprattutto come uomo. Dai valori forti e dai principi sani. Marito e padre affettuoso. Insieme ad Ilenia. “Ride, canta, balla. Con me, Filippo e Diletta è davvero straordinario”. Prezioso in casa quanto in area di rigore.
BUON COMPLEANNO AL “CALCIO”
Oggi, 40 anni. E un “buon compleanno” che arriva da ogni zona d’Italia. Perché Di Natale non ha fatto innamorare solo i tifosi dell’Udinese. Ma (almeno) due generazioni di giovani che, anche se avversari, non hanno mai visto in lui un rivale. Quei tifosi di Totò che, un giorno racconteranno ai propri figli di aver visto giocare ed esultare “il calcio”. Come lo salutò Totti quando, contro il Carpi, diceva addio all’Udinese e alla Serie A. A suo modo, con il suo marchio di fabbrica: segnando. E con quei complimenti di Pozzo che sono l’esaltazione perfetta di chi, sintesi di un calcio romantico e ‘letale’, ha ottenuto gloria senza dover rincorrere soldi: “Di Natale è stato il più forte giocatore che ha vestito la maglia dell’Udinese. Il suo stile è un inno alla bellezza del calcio”. E allora buon compleanno, Totò. Bomber insaziabile, uomo e calciatore di un’eleganza straordinaria.