Di Francesco: “CR7 è un bene per la Serie A. Pastore? Gli serve continuità”
Terzo giorno di ritiro per la Roma di Eusebio Di Francesco, che oggi sosterrà due sedute di allenamento a Trigoria, prima di spostarsi – nella giornata di domani – presso la struttura del “Tre Fontante”, dove i 2500 tifosi selezionati dal club giallorosso potranno trascorrere una giornata seguendo da vicinissimo la loro squadra. Prima dell’inizio della seduta mattutina, l’allenatore dei giallorossi, intervistato da Roma TV, ha parlato dell’arrivo in Italia di Cristiano Ronaldo, dei nuovi giocatori a sua disposizione e del rapporto con i tifosi:
Fa piacere la stima di Monchi. È cresciuta la sintonia tra di noi. Quando si prendono dei giocatori bisogna vedere la persona. A me piace molto il senso d’appartenenza. Quando si fa questo lavoro la prima cosa è amare la maglia che si indossa. Per fare questo ci vuole grande disponibilità.
La nostra volontà era di inserire giocatori di qualità tecniche. Ma anche giocatori in grado di sacrificarsi, questo si acquisisce in allenamento. Per poter essere competitivi bisogna lavorare nelle due fasi.
È un grande vantaggio lavorare in una struttura che già conosci. Si corre un po’ di meno. L’unico peccato è non avere il contatto con i tifosi, in questo senso abbiamo organizzato degli allenamenti aperti al Tre Fontane. Poi ci sarà il viaggio in America che sarà importante per paragonarci con le altre squadre.
Ronaldo? È un bene per tutta la Serie A, quando ci giocheremo contro dovremo avere un pizzico di attenzione in più.
I giocatori stanno lavorando il giusto. Una volta si era più attenti alla quantità. Oggi si cerca la qualità. Non posso non trasferire i concetti di squadra corta e aggressiva, imponendomi con determinazione.
I principi devono rimanere gli stessi. Il fatto di spostare un giocatore di 10 metri è un problema degli altri, non mio. Sono discorsi per far parlare un po’ tutti. L’intelligenza sta nel capire i momenti. Per dare continuità il cambiare tanto non aiuta, l’importante è trasmettere i principi. Pastore? Si deve allenare bene e si deve conquistare la maglia da titolare. Io non sono stupido, so quale potrebbe essere la squadra ideale, ma lui si deve allenare con continuità. Tutto parte dal lavoro settimanale. Il ragazzo ha tanta disponibilità. L’importante è che riesca a mettere palle importanti per i compagni.
Le partite non si preparano 2 giorni prima. Ora stiamo preparando i principi. I 15 giorni di ritiro sono determinanti. Ovviamente ci sono giocatori che entrano prima in forma e altri no. Il mio obiettivo è portare allo stesso livello tutti. Bianda? È all’età d’oro dell’apprendimento. Sono puliti come calciatori. Questo facilita il mio lavoro. Hanno però bisogno di mettere conoscenze importanti. I giovani hanno dei pro e dei contro. L’esempio è Under che ha fatto fatica all’inizio. È riuscito a ritagliarsi uno spazio importante con il lavoro.
Sui giovani bisogna avere pazienza, noi spesso siamo frettolosi. Abbiamo il desiderio che il giocatore diventi subito un giocatore importante. I giovani vanno aspettati e bisogna accompagnarli nel percorso di crescita.
I tifosi hanno dimostrato di essere il dodicesimo uomo. Abbiamo bisogno del loro sostegno. Sta a noi con il nostro modo di fare, trascinarli allo stadio.