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Avv. Di Cintio: ”Scommesse, norma chiara. Ecco cosa rischiano i giocatori”

Intervista all’avvocato Cesare Di Cintio sul caso scommesse

Nuovo caso scommesse nel calcio italiano. Dopo Fagioli, anche i due giocatori della Nazionale Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo hanno ricevuto l’atto di notifica dalla Procura e sono indagati per scommesse illecite. Per capirne i tempi di un’eventuale squalifica, dell’eventuale coinvolgimento o meno dei club, ci siamo affidati all’avvocato Cesare Di Cintio, esperto di diritto sportivo nazionale e internazionale.

 

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Penso che, se provata, vi sia stata una leggerezza da parte dei giocatori che però può costare cara poiché la norma che vieta di scommettere è in vigore e l’ignoranza della legge non è mai una scusante”, così Di Cintio a Gianlucadimarzio.com. Si fa riferimento quindi all’Art.24 del Codice di Giustizia Sportiva: “Vieta le scommesse a tesserati di ogni genere, quindi atleti e dirigenti, sia professionisti che dilettanti su partite organizzate da FIGC, Uefa e Fifa. La norma è molto chiara e non lascia spazio ad interpretazioni. Scommettere è vietato anche su piattaforme legali per un tesserato FIGC”. C’è differenza però tra match fixing e le scommesse fatte dai tesserati: “Nel primo caso viene alterato il risultato di una gara per poi scommettevi sopra. Nel secondo caso si tratta di una scommessa su una gara della quale non si conosce l’esito”.

 

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Per quanto riguarda Zaniolo, il giocatore dell’Aston Villa è stato accusato di esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa, secondo l’Ansa. “In questo caso, sempre se la condotta sia provata, si tratta di un reato previsto e vietato dalla legge 401/89. Nel caso del Fagioli penso si possa sussumere la sua condotta nella ipotesi di reato più lieve che prevede la pena dell’arresto fino a 3 mesi e dell’ammenda. La pena è convertibile in sanzione pecuniaria”.

 

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Sulle tempistiche relative al verdetto per Fagioli: “Le indagini possono durare al massimo 60 giorni ed esser prorogate di altri 40 ed ulteriori 20 per particolari esigenze investigative. Alla chiusura delle indagini viene notificata l’atto di conclusione delle medesime con facoltà di accedere al fascicolo della Procura Federale. La parte ha un termine di 15 giorni per eventuali memorie. Entro 30 giorni dalla conclusione delle indagini deve essere notificato l’atto di deferimento”.  

  

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E riguardo alle tempistiche per una possibile squalifica di Zaniolo e Tonali: “La sanzione prevista dalla norma è quella dell’inibizione o squalifica a seconda che si tratti di dirigente o atleta non inferiore a tre anni e la sanzione pecuniaria non inferiore a €25.000. La sanzione può esser oggetto di patteggiamento con riduzione della sanzione, solo metà se avviene prima della chiusura della indagini oppure di un terzo se dopo la chiusura delle indagini”.

 

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E per quanto riguarda le società di appartenenza: “In questo caso non vedo un’ipotesi di responsabilità oggettiva per il club, poiché immagino che si tratti di attività svolte lontane dal luogo di lavoro dove la parte datoriale non ha alcuna possibilità di intervento. I club oggi sono tutti dotati di modelli di organizzazione e gestione ex DLGS 231/01 e quindi in grado di prevenire la commissione di reati sui luoghi di lavoro”. E sulla possibilità che le società in un eventuale processo possano costituirsi parte civile se emergesse la totale estraneità dei fatti: “E’ chiaro che sarebbe diritto di un club costituirsi parte civile nell’ambito del processo penale anche se mi sembra tutto molto prematuro”.