Verona riparte da Di Carmine, l’ultimo bomber viola dell’Hellas
Un colpo di testa, un siluro dalla distanza. Dopo Toni e Pazzini, il viola torna all'ultima moda nell'attacco gialloblù: merito di Samuel Di Carmine, match winner contro il Cagliari, a quota 5 gol nella sua prima – vera – stagione in Serie A.
A quasi 32 anni, il centravanti fiorentino non smette di crescere. Avvio di stagione in panchina, oggi è il capocannoniere del sorprendente Verona di Juric. La prima doppietta segnata all'Atalanta era una grande gioia personale all'interno di un ko di squadra. Quella di stasera vale 3 punti, il profumo d'Europa e il fragoroso ricordo di un Bentegodi pieno che non c'è più. Ma che tifa da casa per il suo ultimo, sempre più decisivo goleador.
E pensare che l'avventura di Di Carmine in gialloblù non era partita con il piede giusto. Arrivato nel 2018 dal Perugia, con un super biglietto da visita come può essere una stagione da 22 gol in Serie B, fino allo scorso maggio ne avrà segnati soltanto 6, complice qualche infortunio. Delude lui, delude l'Hellas che sostituisce Grosso con Aglietti. Per Samuel è la scintilla. Fu doppietta anche nell'ultima giornata che trascinò la squadra ai playoff. Fu un solo gol, ma dal peso di mille, nella finale di ritorno contro il Cittadella: un colpo di tacco magnifico come una promozione in volata.
Lo porta Firenze
Dicevamo prima volta, perché Di Carmine la Serie A l'aveva già assaggiata giovanissimo. La maglia quella della sua Fiorentina, dopo tutta la trafila nelle giovanili: due spezzoni di gara nel 2006/07, la seconda volta dando il cambio a quel Pazzo che oggi lo osservava dalla panchina. L'anno seguente la gioia del gol in Coppa UEFA, poi i prestiti – il più suggestivo nel QPR di Paulo Sousa, altra storia gigliata – e una carriera lontana da Firenze.
Per anni è sembrata lontana dal grande calcio. Per anni sembrava la classica storia del ragazzino del vivaio che si toglie lo sfizio del debutto per poi svernare nei campionati minori. Invece Samuel pazienta, segna a grappoli, invecchia come il vino. Niente di meglio che Verona, allora. Toni illumina, Pazzini segue, Di Carmine sorprende. E dice alla Serie A che al Bentegodi, la tradizione degli attaccanti viola continua. Con un finale di stagione tutto da scrivere: il numero 10 sa già benissimo come si fa.