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“Devo tutto a Marotta: mi ha insegnato professionalità e onestà intellettuale”. Atalanta, il dg Marino si racconta

Borussia Dortmund-Atalanta, sedicesimi di Europa League: solo un sogno fino a qualche anno fa. Merito del lavoro della famiglia Percassi e di una dirigenza composta da professionisti al top del settore, come Umberto Marino, che ha raccontato il “mondo” Atalanta nel corso di un’intervista concessa a Tuttosport.

“Da quando l’Atalanta è di proprietà dei Percassi (4 giugno 2010) mi sembra che sia migliorato tutto dentro il club” – attacca Marino- “La famiglia per tenere in piedi un apparato del genere e in continua evoluzione ha dovuto affrontare importanti sacrifici. Non è stato semplice, infatti, raggiungere un equilibrio nella gestione e tornare alla prospettiva tecnica di un tempo: cioè individuare talenti, valorizzarli, mandarli in Nazionale e creare un valore economico per il club. I giovani sono il nostro presente, il nostro futuro e la nostra risorsa principale. Il frutto del lavoro di Zingonia permette all’Atalanta di mantenersi a certi livelli. Ragazzi come Gagliardini, Caldara, Kessie, Conti, Spinazzola e tanti altri ci hanno dato tanto sotto tutti gli aspetti. Il tifoso condivide questa politica e capisce. La prima regola qui è l’equilibrio, a ogni livello. Anche negli atteggiamenti, tanto per dire”.

Umberto Marino descrive il suo ruolo: “Collaboro con Luca Percassi e Giovanni Sartori e sono l’interfaccia delle varie aree. Devo tutto a Beppe Marotta, anzi, di più. Mi ha insegnato questo mestiere: le basi della professione, la professionalità e soprattutto l’onestà intellettuale. Da lui ho capito che in società servono una proprietà forte, un management preparato e una struttura solida: solo così si può ridurre la forbice con le big. Le modifiche alla legge Melandri, che danno più rilevanza all’aspetto meritocratico, possono essere una leva per consentire ai club medio-piccoli di avvicinarsi alle big. Poi merito alle idee di Gasperini che con le sue intuizioni tecniche ha impresso una vigorosa svolta all’ambiente. E merito anche di un club all’avanguardia, con una proprietà innamorata dell’Atalanta. Una proprietà all’antica: con i Percassi una stretta di mano e la parola data valgono più di mille contratti”.

Sul percorso europeo: “Un’esperienza fantastica e non solo per i giocatori ma per tutti noi. Siamo costretti a disputare le gare in casa sempre in trasferta, a Reggio Emilia. Grazie alla disponibilità dei colleghi dirigenti del Sassuolo possiamo competere in uno stadio all’avanguardia. Subito pensavamo che questo potesse tradursi in un “minus” ma portare 15.000 tifosi entusiasti al Mapei Stadium è incredibile, gratificante, bello insomma”. L’intervista integrale sulle pagine di Tuttosport.