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Boselli ricorda il derby: “Un gol per essere amato in eterno”

 


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In Argentina e in Sudamerica lo conoscono come il Matador di Barracas, ma a Genova è ‘il retrocessore’. Sei Paesi diversi, gol e tanti derby nella sua carriera. Dagli inizi in patria con le maglie di Boca Juniors ed Estudiantes alle parentesi europee tra Malaga, Genoa, Wigan e Palermo. “Di questa esperienza però non voglio parlare”. Poi il ritorno al di là dell’Atlantico per diventare il secondo miglior marcatore nella storia dei messicani del León, senza dimenticare gli ultimi due anni al Corinthians. “Il derby di Genova è molto simile a quello di La Plata, tra Estudiantes e Gimnasia: tutto si concentra in una città e la rivalità si vive intensamente”.

L’INTUIZIONE DI PREZIOSI E LA RICHIESTA A BALLARDINI

Il suo arrrivo a Genova nel mercato di gennaio non è stato semplice. Anzi stava per saltare, ma alla fine Preziosi si convinse a portarlo in rossoblù. “Era un martedì quando il Genoa è venuto a prendermi e volevano che esordissi già domenica. Io però mi ero infortunato due giorni prima di firmare e i medici del Wigan dissero che in due settimane sarei tornato disponibile. Glielo dissero anche a Preziosi, che in un primo momento accettò. Poi però alle visite mediche, gli studi rivelarono che servivano almeno quattro settimane di stop e il Genoa era rimasto senza centravanti dopo la cessione di Toni. La cosa buffa è stata dover spiegare e convincere il presidente a scommettere su di me senza parlare in italiano. Lui mi rispose: “Ne riparliamo domani”. Quella fu una notte terribile. Il giorno dopo però abbiamo firmato il contratto ed è stato un grande sollievo”.


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Sulla panchina del Genoa, oggi come allora, c’era Davide Ballardini. “Ricordo che non parlava molto, ma il giorno prima del derby gli chiesi se potesse darmi qualche minuto, perché mi mancavano poche partite alla fine del prestito dal Wigan e volevo dimostrare di poter restare. E così che è stato. Penso di aver ripagato quella richiesta con il gol della vittoria”.

 


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PRESENTE E FUTURO A TINTE ROSSOBLÙ

Tuttavia al termine della stagione, l’argentino lasciò la Liguria con due gol all’attivo per far ritorno in Inghilterra. “A distanza di anni penso che fosse la squadra ideale per far bene in Europa. È il mio debito in sospeso col calcio europeo, perché sapevo di poter giocare. Avevo conquistato l'affetto della gente, mi sentivo a mio agio in città e nella squadra. Però ero in prestito, la mia situazione contrattuale e il mio stipendio non mi hanno aiutato a proseguire. Mi piacerebbe indossare di nuovo quella maglia o poter fare qualcosa con la società in futuro”. 


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All’età di 35 anni, da qualche settimana Boselli gioca in Paraguay al Cerro Porteño. “Mi trovo bene, sto cercando di ambientarmi alla squadra e alla città. Voglio dare molte gioie ai tifosi”. Per ora 2 gol in 4 presenze in maglia azulgrana, colori simili a quelli già vestiti una decina di anni fa proprio sotto la Lanterna.