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Tradizione e modello Atalanta. Il dg Benassi: “La Coruña vive per il Depor”

Una scalata in Segunda División con un progetto rinnovato. Il direttore generale Massimo Adalberto Benassi racconta la nuova realtà Deportivo ai microfoni di gianlucadimarzio.com

 

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Passione viscerale

È difficile, quasi impossibile, girare per le vie di La Coruña e veder indossata una maglietta che non sia biancoblu: per gli abitanti esiste solo il Depor. Provare per credere. “La città è legata al club e viceversa, sono un tutt’uno”. Una passione vera e sincera. I 70.000 e oltre aspettavano una promozione che mancava da troppo tempo, fortunatamente per loro quel momento è arrivato dopo anni di attesa. “Nell’ultima partita casalinga c’erano 32.000 persone allo stadio e oltre 40.000 fuori ad aspettarci. Si respira un’atmosfera pazzesca, unica. In questa stagione abbiamo raggiunto il record di abbonamenti”, sottolinea il direttore generale. Per tradizione e storia, il Depor è un atipico club di Serie B. Sicuramente, un’anomalia destinata a durare ancora per poco tempo ma “senza grande fretta” aggiunge il dg. “Ti accorgi subito di essere travolto da un sentimento diverso da tutto il resto. Il centro sportivo ha delle strutture che tanti club di Liga non hanno. Un sentimento popolare che unisce e condivide. Una comunità sotto la stessa bandiera. 

 

 

 

 

 

 

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La nostra chiamata con il direttore generale termina con un desiderio o meglio, una speranza per il futuro. Tra cinque anni spero di vedere il Deportivo in qualche stadio italiano per giocarsi una competizione europea. E perché no, magari ancora a San Siro, contro il Milan.