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De Zerbi: “Locatelli pronto per la Juve, Berardi vuole divertirsi”

L’allenatore dello Shakhtar Donetsk ha parlato dei suoi ragazzi protagonisti all’Europeo: “Mi sono emozionato come un genitore”

La nuova avventura allo Shakhtar Donetsk, il Sassuolo nell’Italia campione d’Europa, Mancini e la Serie A. Solo alcuni dei temi trattati in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport da Roberto De Zerbi

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L’allenatore 42enne ha scelto l’Ucraina per la prima esperienza all’estero: “L’obiettivo è vincere il campionato e comportarci bene in Europa”. La stessa Europa sfiorata l’ultimo anno con il Sassuolo, prima che Berardi, Locatelli e Raspadori ne diventassero campioni: “Mi sono emozionato come un genitore, ma erano e sono dei giocatori forti, io ho soltanto cercato di trasmetter loro la mentalità dell’allenarsi sempre al 110 per cento, dell’essere protagonisti e non comprimari. Berardi aveva soltanto bisogno di rimettersi in carreggiata. Lui ha anteposto il divertimento alla carriera come me, non è un arrivista. Credo che non gli sia mai capitata l’occasione giusta, la situazione in cui sentirsi a suo agio. Su Locatelli e Raspadori mi viene da sorridere. Tempo fa molti si chiedevano se Manuel fosse più o meno umile quando è un ragazzo d’oro. E per Raspadori si tirava fuori il metro per misurare quanto fosse alto…”. 

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“Locatelli prontissimo per un top club”

Locatelli che intanto è diventato un obiettivo di mercato per la Juventus di Max Allegri (IL PUNTO SULLA TRATTATIVA): “Lui è prontissimo, per la Juve e per un grande club europeo perché incarna tutto quello che un centrocampista deve essere oggi: è bravo nella costruzione e a inserirsi, dà quantità, in tre anni non gli ho visto perdere un contrasto. Ha personalità da vendere, è intelligente tatticamente, si presta a qualsiasi tipo di calcio”. 

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Infine su Roberto Mancini e la scelta di lasciare la Serie A: “Io sono un manciniano sfegatato. Quando ero giocatore, dopo Maradona il dieci che “amavo” di più era Roberto. Sono rimasto manciniano anche da allenatore. Io all’estero una sconfitta? No, ho avuto anche contatti con squadre italiane. Al Sassuolo stavo benissimo e non l’avrei lasciato se non mi fossi accorto che era finito il mio tempo. Un giorno mi piacerebbe tornare in A, ma secondo i miei modi”.

L’INTERVISTA COMPLETA IN EDICOLA SU LA GAZZETTA DELLO SPORT