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De Sciglio: “In Italia avevo perso il piacere di giocare. A Lione sono felice”

Mattia De Sciglio è felice in ‘Erasmus’. Dall’Italia alla Francia, direzione Lione: la prima tappa all’estero della sua carriera dopo aver vestito le maglie di Milan e Juventus. L’OL è stata l’occasione giusta per chiudere col passato, fare una nuova esperienza formativa e esaudire un suo grande desiderio: “Era da un po’ che volevo andare all’estero e sono molto contento dell’esperienza di vita che sto facendo”, racconta ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Una scelta dettata anche dal suo stato d’animo: “In Italia non mi divertivo più. Le critiche le ho accusate tanto il primo anno al Milan. Sai, un ragazzo giovane non è abituato. Poi ho imparato anche a fregarmene, altrimenti non ce l’avrei mai fatta. Però avevo perso il gusto di praticare questo sport". Da 'nuovo Maldini' a capro espiatorio di ogni sconfitta: "In Italia in un attimo si costruiscono castelli, e in ancor meno tempo si distruggono. Questa è la nostra mentalità purtroppo. Venire in Francia è quindi stata anche una scelta per ritrovare quel piacere che avevo perso”.


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Credits: @Damien LG – OL 

“FUTURO? MI PIACEREBBE RIMANERE ALL’ESTERO. E LA NAZIONALE…”

A giugno scadrà il prestito. Il Lione sembra intenzionato a riscattarlo: “Mi piacerebbe rimanere. Qui mi trovo bene. Ancora però non abbiamo parlato di niente. Mancano ancora due mesi: vedremo cosa vorranno fare Lione e Juventus. Poi magari si possono aprire altre porte, chissà. Restare all’estero, comunque, mi piacerebbe molto. Vedremo…”. La Nazionale, comunque, rimane sempre un obiettivo chiaro: “Ho scelto Lione anche per ritrovare continuità. Ho sempre l’obiettivo di essere convocato per l’Europeo. Lavoro a testa bassa, con quell’obiettivo in testa”.

A proposito di lavoro: nuovo paese, nuove mentalità, nuova cultura. L’Erasmus è anche questo: “Qui si vuole vincere, ma il calcio si vive meglio. In Italia le pressioni sono talmente esasperate che ti fanno passare il piacere di giocare, cosa che invece è fondamentale. A questi livelli il calcio è giusto che sia un vero lavoro, però il divertimento deve rimanere sempre. Altrimenti diventa tutto pesante”.


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METODO DI LAVORO, E LA SCOPERTA DELLA LIGUE 1

Cultura del lavoro e approcci diversi. Entrambi con i suoi pregi e difetti: “Qua c’è una mentalità diversa. Si lavora molto, ma con meno intensità: se a loro proponi i metodi che utilizziamo in Italia ti prendono per matto, ma si lavora comunque molto bene. Con Garcia, che ha il preparatore atletico italiano (Paolo Rongoni, ndr), un po’ di metodo di lavoro italiano c’è. Però qua si è meno predisposti al lavoro rispetto a come viene visto in Italia”. Allenamenti diversi, partite diverse, campionato diverso:In Francia si studia meno tattica, ma c’è grande fisicità, si corre molto di più e c’è maggiore intensità. Tutte le squadre giocano libere contro chiunque, a prescindere dall’avversario: se entri in campo senza concentrazione rischi di prenderne due o tre anche dalle squadre che lottano per non retrocedere”. E poi ci sono attaccanti niente male da affrontare. Mbappé, su tutti. De Sciglio lo ha marcato dieci giorni fa: “Lui vabbè (una risata che dice già tutto, ndr). Ha già dimostrato le grandissime doti atletiche e tecniche che ha, e continua a farlo. È uno dei più forti che abbia mai affrontato”. Ne ha visti pochi forti come Kylian in carriera: “Un altro impressionante è Cristiano Ronaldo. Lo marcai quando io ero alla Juve e lui ancora al Real. Poi ho avuto la fortuna di averlo in squadra insieme, così come Ibrahimovic nel suo ultimo anno in rossonero. Quando col Milan affrontammo il Barcellona di Messi ho giocato entrambe le partite in panchina, sennò anche lui mi avrebbe fatto soffrire …”.


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DALLA LOTTA PER IL TITOLO AL RAPPORTO CON GARCIA

Nuovo campionato, stesse ambizioni: “Siamo a tre punti dalla vetta e mancano otto giornate. Sabato c’è PSG-Lille: abbiamo una grande chance di guadagnare altri punti. Crediamo nel titolo, e abbiamo il dovere di farlo”. Meno difficile farlo, se la squadra è unita e l’ambiente è sereno: “Il nostro è un grande gruppo. Adesso che ho più confidenza con i compagni mi trovo ancora meglio. Jason (Denayer, ndr) è molto simpatico: mi chiama sempre ‘Ciro’. Deve aver visto Gomorra …”. Molto positivo anche il rapporto con Rudi Garcia: “Al di là degli aspetti calcistici, mi chiede sempre come sto, come mi trovo. Mi piace molto, mi ricorda Allegri per il rapporto che ha con i suoi giocatori: dà molta confidenza, scherza molto con tutti. È come un padre, non è come uno di quelli che mantengono le distanze: coinvolge sempre tutti”.


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“PRANDELLI? NON ERO L’UNICO A VIVERE MALE CERTE SITUAZIONI”

A proposito di allenatori, De Sciglio ha anche un pensiero per Prandelli e il suo difficile momento: “Lui mi ha portato in Nazionale, alla Confederations Cup del 2013 e ai mondiali del 2014. Con Prandelli mi sono trovato molto bene, sia come allenatore che come persona. Mi è dispiaciuto quello che gli è successo. Lo ricordo come un allenatore con tanta passione. Leggere le sue dichiarazioni mi ha fatto un po’ rivivere le cose che avevo pensato anche io. La cosa che mi ha sorpreso è che io ero e sono un ragazzino, lui invece ha tanta esperienza e tanti anni di lavoro. Leggendo le sue parole ho detto ‘Cavolo, ma allora non ero l’unico che viveva male certe situazioni’. Mi è dispiaciuto molto. Ha detto parole forti: è stato triste leggerle … il nostro calcio non è passato bene”.


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LA SUA ANALISI SU INTER, MILAN E JUVENTUS

De Sciglio è andato via dall’Italia, ma la Serie A continua a seguirla attentamente: “Del Milan non mi stupisco. Tutto è cambiato con l’arrivo di Maldini e la nuova gestione. Negli ultimi anni che ho fatto in rossonero, il fatto che ogni anno andasse sempre peggio era anche causato dalla poca chiarezza sulla situazione societaria. Noi giocatori siamo sempre concentrati sul campo, ma è inevitabile che certe situazioni influiscano sul rendimento della squadra. Quest’anno stanno facendo un bel cammino”. Sull’Inter: “Non avevo dubbi. Hanno fatto investimenti importanti, hanno una squadra forte. E poi hanno Conte: lui ha una mentalità vincente. Dove va, vince. Ti dà quell’energia in più che in pochi sanno trasmetterti”.


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“PIRLO? MI RICORDA INZAGHI IL PRIMO ANNO AL MILAN…”

E la Juve? “Prima o poi capita l’annata in cui hai più difficoltà”. Su Pirlo: “È difficile partire da zero e trovarsi in un contesto come quello della Juve, con tutte le pressioni del caso”. Una situazione che gli ricorda il passato: “Mi ricorda Inzaghi al Milan. Lui aveva già allenato Allievi e Primavera, che a livello di pressioni non sono paragonabili, ma sono comunque esperienze importanti. Pirlo invece è partito da zero e con pressioni ancora maggiori rispetto a quel Milan. Non deve essere per niente facile. In Champions, poi, hanno avuto anche molta sfortuna. Quella coppa è diventata un’ossessione, e non credo che questo faccia bene a livello di ambiente”.


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E mentre i campionati entrano nel vivo, l’Erasmus di De Sciglio prosegue alla grande. Piano di studi approvato, grandi obiettivi in vista e la certezza di portare a casa almeno un grande successo: aver ritrovato serenità e sorriso nel lavoro che ama. La missione è già compiuta. Parola di De Sciglio. E il suo viaggio continua.