Davide Petrucci, una vita in giro per il mondo: “Adesso voglio tornare in Italia”
Il giro del mondo di Davide Petrucci: dal Manchester United alla rescissione con l’Hapoel Be’er Sheva, fino alla voglia di tornare in Italia
Per descrivere la carriera di Davide basterebbe citare una canzone: Home di Michael Bublé. La voglia di viaggiare, scoprire nuove culture. Anni a girare il mondo e godersi ogni singolo momento. Ma poi il richiamo di casa si fa sempre più forte. Si riempiono di nuovo le valigie e si torna dove tutto è iniziato. Petrucci ha vissuto tutto ciò. Ha girato tra Inghilterra, Belgio, Romania, Turchia e Israele. 15 anni alla ricerca di stimoli e nuove esperienze: ma adesso Davide vede solo l’Italia.
La rescissione con l’Hapoel Be’er Sheva e gli obiettivi per il futuro
La storia di Davide è come una montagna russa. Un sali e scendi continuo, con successi, cadute e rivincite. Roma, Manchester United, Cluj, Hapoel Be’er Sheva. Parentesi in Championship, Belgio, Turchia. Aneddoti, retroscena, curiosità. Insomma, Petrucci potrebbe scrivere più di qualche libro sulla sua carriera. (CLICCA QUI PER LEGGERE L’INTERVISTA SULLA SUA CARRIERA)
L’ultima tappa del suo giro del mondo è stata in Israele. Nel 2021 Davide ha scelto il progetto dell’Hapoel Be’er Sheva: “Dopo due anni in Italia che mi avevano fatto riavvicinare alla famiglia ho avuto questa offerta importante e ho voluto provare l’esperienza. È partita abbastanza bene, nei primi mesi ho giocato sempre. Poi a febbraio 2022 sono stato messo fuori rosa per un fattore numerico di stranieri. Eravamo primi, avevo sempre giocato. È stato uno shock, era l’ultimo giorno di mercato e mi hanno annunciato questo fatto un’ora prima della fine. Mi sono trovato fuori rosa, non ho avuto il tempo materiale per trovare una nuova sistemazione” racconta ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
Davide resta così in Israele. Fuori rosa, ma sempre con la fame di riprendersi tutto: “È ripartito il campionato e pensavo di potermi giocare di nuovo le mie chance, invece mi è stata negata questa possibilità. Così ho cercato di andare via ma non sono riuscito a trovare l’accordo con delle squadre, volevo già tornare in Italia ma è saltato qualcosa all’ultimo”.
Da febbraio 2022 si arriva al presente, con la sessione di mercato di gennaio che è appena passata: “Adesso è nato il mio secondo figlio e la situazione è diventata più complicata. Così ho preferito rescindere il contratto. L’esperienza è stata positiva, è stato il sesto paese in cui ho giocato. Ho conosciuto una cultura e un paese diversi, ho giocato belle partite. Poi non tutte le cose vanno come uno vuole…”.
Dopo 15 anni in giro per il mondo, Davide vuole solo tornare a casa. In Italia, dove tutto è partito. È ora di mettere da parte quella voglia di viaggiare alla ricerca di stimoli: “Mi piacerebbe tornare e ripartire vicino casa, in un contesto più tranquillo. In Israele c’è una situazione più complicata, ci sono spesso conflitti interni. A gennaio ho ricevuto delle offerte dall’estero ma l’intenzione è tornare vicino alla mia famiglia. Non sono riuscito a trovare un accordo con nessuna squadra italiana prima della fine del mercato e ho deciso di svincolarmi”.
La voglia di tornare a giocare è tanta. Le sensazioni che si provano sul campo non hanno paragoni e Davide lo sa bene: “Mi sono sempre allenato in questo periodo e mi sento pronto. La voglia è tantissima”.
Un cerchio aperto nel 2008 che si avvicina alla chiusura, lì dove tutto era partito: la sua cara Italia. Ma quello che ha imparato in questi anni resterà per sempre con lui: “Sono stato a contatto con religioni e culture totalmente opposte, ma il calcio poi unisce tutto. Questo mi ha fatto capire che c’è sempre un punto di incontro, e spesso le passioni aiutano a raggiungerlo”. Adesso è tempo di tornare a casa. Come cantava Michael Bublé: “Let me go home, I’m just too far…”.