Dall’Europeo con De Biasi al granata con Mihajlovic: Ajeti a Torino per raccogliere l’eredità di Glik
“Mi manda De Biasi”, e dalle parti di Torino è molto più di un certificato di garanzia. Sul cartellino – preso a zero perché svincolato – di Ajeti ci sarà certamente questa scritta. Una frase che non è passata inosservata a Roberto Stellone a Sinisa Mihajlovic. Il primo lo ha voluto al Frosinone lo scorso gennaio, il secondo l’ha preso adesso per il suo Torino che verrà. In mezzo una buona metà di campionato all’esordio in serie A accanto a Blanchard, ed un Europeo con la maglia dell’Albania. Due esperienze che hanno contribuito a formare la testa e le gambe di Arlind che prima di partire per la Ciociaria aveva vissuto sotto la campana di vetro del Basilea.
Champions, Europa League e quattro campionati vinti: in Svizzera ha giocato fin da quando aveva 11 anni, motivo per il quale fino all’Under 21 aveva scelto quella come nazionale di riferimento. Poi le sue origini kosovaro-albanesi hanno avuto la meglio, e si è fatto convincere dal progetto vincente della nazionale albanese di De Biasi. Il ct italiano, infatti, lo ha preso sotto la propria ala e l’ha personalmente raccomandato a Stellone per farlo crescere in serie A con la maglia del Frosinone: 15 partite stagionali da titolare macchiate solo da un’autorete all’esordio contro il Sassuolo. Poi un crescendo continuo che gli ha consentito di conquistare la fiducia dei compagni a Frosinone e la stima di Mihajlovic che lo ha voluto al Toro per colmare il vuoto lasciato dalla partenza di Glik.
Con Sinisa sarà chiamato alla prova di maturità: tre anni di contratto per diventare grande e confermare la “raccomandazione” di De Biasi, lui che sulla panchina del Torino ha conquistato una storica promozione con una squadra costruita in una sola settimana.