Questo sito contribuisce all'audience di

Dalle partite con Dybala, al freddo russo: Rigoni gela la Roma

Provare a guardare Emiliano Rigoni calciare ed indovinare il suo piede preferito è un vero enigma. Se lo sono chiesto in Argentina, i tifosi dell’Atalanta invece lo hanno visto con i loro occhi questa sera. Doppietta alla Roma, gol di destro e di sinistro, senza differenza come una normalità. In Argentina però non è mai stato considerato un vero craque, uno che spaccava le partite, certamente per la sua mancanza di essere determinante sotto porta e per questa sua adattabilità su entrambe le fasce che in realtà ne complicava la collocazione.

Le prime giocate però erano quelle del campione. Sui campi di Cordoba insieme a Dybala. I due si sfideranno in tutti i tornei, dal calcio a cinque fino a diventare grandi. Lo juventino nell’Instituto Atlético Central Córdoba, Rigoni nell’Atlético Belgrano. Rivali in campo da piccoli, poi compagni di squadra in Nazionale, ora di nuovo contro in Serie A. Il fulmine, così lo chiamavano in Argentina per la sua velocità, è cresciuto a Colonia Caroya città fondata dall’ex presidente argentino Avellaneda pieno di concittadini del nostro paese nel quale gli avi di Rigoni si trasferirono dal Nord Italia in cerca di fortuna.

Ad Avellaneda invece, la città che prese il nome dallo stesso presidente, Emiliano si trasferì per giocare con l’Independiente qualche anno più tardi, per la fortuna del padre, che vide il figlio alzare la Coppa Sudamericana con la sua squadra del cuore. Lui vero sostenitore del Rojo. Talmente tanto che come raccontano in Argentina mandò la madre nel centro commerciale più vicino per comprare una maglia dell’Independiente del figlio, che però è l’unica a mancare, e decise di tornare a casa con una maglia del River Plate. Fu così nel 2004 che Rigoni si dichiarò tifoso dei millonarios e ammiratore del Chacho Coudet, prima di ritrattare e scegliere come idolo David Beckham.

Gli undici gol in quella stagione convincono lo Zenit San Pietroburgo, un’enclave argentina in terra russa. Nell’unico anno in Russia allenato da Mancini gioca poco in campionato chiuso dall’altro argentino Driussi, di più in Europa League: 17 presenze e 10 gol. È lì che si conquista la nazionale argentina, è grazie a quelle reti che l’Atalanta decide di accontentare Gasperini e dargli il rinforzo in attacco per questa nuova stagione. Consigliato da German Denis, anche lui passato dall’Independiente dopo aver concluso con l’Atalanta.

Fa il viaggio a ritroso rispetto a quello fatto dagli avi Rigoni in cerca di fortuna economica in Argentina. A Bergamo troverà spazio e i gol che gli sono mancati fin qui per essere considerato magari un craque. Uno che segna con entrambi i piedi, ammutolendo l’Olimpico.