Dall’amore per il calcio a quello per la lettura: “Non ho bisogno di altro”, il mondo di Martin Valjent. Tra Bukowski, famiglia, Ternana e tanta semplicità
‘Quel che più importa, è quanto bene cammini attraverso il fuoco’. Per conoscere meglio una persona devi osservare le frasi che sottolinea nei libri che legge. E il grado di felicità di Martin lo misuriamo attraverso una citazione del suo autore preferito: Charles Bukowski. “Perché il mondo della lettura è meraviglioso”. E scoprire quello di Valjent è altrettanto fantastico. In una parola: semplicità. Entrare nella sua vita è un’esperienza bellissima, quasi formativa: perché anche un calciatore di soli 21 anni può insegnare davvero tanto.
Saggezza
Affetto, riconoscenza e … traguardi: sono già 100 presenze con la Ternana. “Ѐ un obbiettivo personale, certo: io però penso sempre al gruppo. Ho festeggiato in maniera tranquilla, con la fidanzata”. Esatto, la bellezza delle cose semplici. Ok il successo e l’ambizione, ma ringraziare per quello che si ha, a volte, dovrebbe essere la base. E Martin parte proprio da qui: dichiarando un amore infinito per il calcio e la persona della sua vita. “Lei studia ancora in Slovacchia, quindi non vive fissa qui”. La via del successo conduce al palazzo della saggezza. E bussare nel mondo di Martin è una scoperta infinita. Scala di valori? “Educazione, etica del lavoro e serietà”. Dritto al punto, Valjent. Difensore in campo, con la sua Ternana, e fuori. Di mezzo, però, tantissimo pallone: “la mia vita”. Doppia seduta di allenamento, casa e relax: “Vivo a due minuti dallo stadio. La mia vita è a casa e sul campo. Sono forse il giocatore più tranquillo: sto a casa, leggo i libri e porto il cane fuori. Perché mi dà la serenità per stare bene, non ho bisogno di altro”. Semplice, non trovate? Ma assolutamente non scontato: “La mia passione più grande sono i libri. Leggo tantissimo. Mi rilassa e mi apre il pensiero. Amo le autobiografie sportive. Ne ho lette un’infinità, ma nel cuore porto quello di Michael Jordan: è un libro davvero ricco di aneddoti e retroscena. E poi la sua storia è meravigliosa”.
E chissà, magari fra qualche anno sarò proprio Martin il protagonista di pagine e capitoli di un libro. “Calma però”, tranquillità e pazienza: step by step. Intanto il cammino e la strada maestra sono già ben tracciati: 100 presenze, tanta Serie B e sogni da campione. Questione di… mentalità e modelli: “I miei preferiti? Ne ho tanti. Da piccolo amavo i giocatori che davano oltre ogni limiti Tra questi sicuramente c’è Pavel Nedved, perché è ceco e lo conosco bene. Poi c’è anche Koscielny dell’Arsenal: mi piace moltissimo come difensore” – racconta Valjent in esclusiva ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com. E tra i calciatori più difficili da marcare, invece? “Beh, dico Siligardi e Ciofani su tutti”. 100 presenze, allenamenti e settimana di Champions League per prendere spunto dai più grandi, “perché questa Juventus è qualcosa di unico. Io, però, ho aspettato l’ingresso in campo di Barzagli: “Dei tre della BBC lui è il mio preferito, per stile e temperamento”.
La sua terra
Martin sorride mentre parla. Ascolta e poi risponde alle domande con tranquillità e simpatia. Il tutto in un italiano perfetto. Merito delle infinite letture e di un’intelligenza davvero sopra la media. Dalla Slovacchia con un sogno, poi: “A 18 anni stavo disputando la Slovacchia Cup. Io ero in under 18, stavamo giocando questo torneo di 4 squadre. Quel giorno venne Gianluca Torma, al tempo lavorava con Vittorio Cozzella che era ds della Ternana: erano lì per vedere altri due giocatori della mia nazionale, ma alla fine scelsero me”. Si va in Italia, “e la mia mamma era davvero contenta: amava già questo paese, tutta la famiglia era davvero felice”. Perché Martin, a Terni, sta davvero da Dio. “Da piccolo vicino a casa mia giocavo a street basket, assieme al calcio: la passione di sempre grazie anche all’entusiasmo degli amici. E venire a giocare in Italia è stato il primo sogno realizzato”. Da lì, la Slovacchia, laddove i giovani sono la cosa più importante: “In Slovacchia è facile far giocare i giovani, l’obiettivo è mandarli tutti all’estero. I giocatori slovacchi sono perfetti per il calcio italiano, lo adorano: soprattutto grazie ad Hamsik. Sì, in Italia vi piace molto prendere i giocatori del nostro paese”.
Italia uguale Ternana. Oggi quella più bella e concreta di Liverani: “Quando è arrivato era il nostro periodo peggiore, le sconfitte ci stavano abbattendo. Lui ci ha portato subito in ritiro – siamo stati tre settimane. Ha portato più semplicità ed entusiasmo. È tornato al vecchio modulo e ci ha trasmesso una rabbia positiva. La fame è finalmente tornata. Il ritiro, iniziato nella settimana prima della partita col Trapani, ci ha aiutato a diventare più squadra”. Perché le cose semplici, alla fine, sono sempre la chiave del successo. E oggi lo spogliatoio della Ternana è di nuovo una grande famiglia: “I consigli dai più grandi sono un prezioso ingrediente per migliorare. Come amico, però, il migliore è Marko Dugandzic”. Sincero e umile, Martin. Vietato montarsi la testa e apparire troppo, e i social network? “Cerco di evitarli. Oggi è una cosa normalissima, serve per la pubblicità di noi giocatori: ma per adesso non mi dice assolutamente niente”. E niente Fantacalcio di Serie B: “L’anno scorso i miei compagni lo fecero, ma nessuno mi comprò: segno pochissimo”. Ma quel che più importa, è quanto bene cammini attraverso il fuoco. Parola di Bukowski, una vita alla Martin Valjent.