Dall’amore di mamma a quello per Guardiola: ecco Gabriel Jesus, la nuova stella del Manchester City
Beve, mangia, dorme e vive di calcio. Sceneggiatura brasiliana, storia vera: quella di Gabriel Jesus. Europa, sei pronta? Ecco a te il ‘fenomeno 2.0’. Sì, ‘obrigado Brazil’: non vediamo l’ora. E stasera, quell’ora, è arrivata. Perché il nuovo 33 del Manchester City stasera ha firmato il suo primo gol in Premier League, nel 4-0 a domicilio del City contro il West Ham. Prima l’assist a De Bruyne per aprire la goleada, poi l’ammonizione e infine, al ’39, il gol del 3-0. E tra Gabriel e i Citizens è già ‘That’s amore’. Tanti auguri, caro Pep. Che ora si gode la sua nuova stella. Indigestione di campioni, mercato totale, sesto acquisto dell’era Guardiola ufficializzato a gennaio.
Tutti in fila. Quest’estate la coda era lunghissima. Fermi e in attesa, come al self service: piatto ricco, questo Jesus. E l’appetito subito si risveglia. Per credere, domandare a Barcellona, Real Madrid e Bayern Monaco. Pazze di lui, affamate. Ah, l’Inter. Cucina italiana, e un po’ orientale. Assaggio estivo, dal sapore? Ottimo. Viaggi in Brasile, contatti e mercato. Missione nerazzurra condotta da Branchini – l’intermediario – e Ronaldo. Sì, ‘O fenomeno’. Forti di una tela diplomatica bella fitta: quella cucita dal ds Ausilio. Con il baby Jesus sotto pressione: gli arrivavano una marea di messaggi. ‘Vieni a Barcellona, anzi, a Madrid. Ma no, la Germania è perfetta. E poi, l’Inghilterra: terra di star’. Seduzione e corte mondiale. Confusione, totale. ‘Ma dove vado, s’interroga Jesus’. Intanto il brasiliano parla con mamma. La signora Vera Lùcia: donna delle pulizie, ma persona vera. Senza marito. Da sola a crescere tre bambini più una stella: il piccolo Gabriel. 3 aprile 1997, San Paolo. Caratteristiche: una, è fortissimo. Per questo lo vogliono tutti. Persone fidate? Poche. Allora meglio ascoltare un simile, un fenomeno: Ronnie. Che da Milano gli porta in casa un sacco di soldi e buone ragioni. Perfetto, ci si vede a gennaio. E invece, toh: Guardiola. Il banco crolla: 32 milioni. Arrivederci e grazie: ‘See you soon, Gabriel’. Ti aspettiamo a gennaio.
‘Vieni da noi, Fenomeno’. Inutili i messaggi dei tifosi interisti. Meglio virare su un altro goleador, oops: Gabigol. Storia nota, quella di Gabriel Barbosa. Tutta da scrivere, invece, quella di Jesus in Premier League. Poco importa il ponte di mercato dell’ex Pallone d’Oro. Il piccolo ha scelto, sarà Inghilterra: ‘The dream’. Pacco regalo confezionato. Guardiola scarta e lo immagina in campo, lui si fa trovare pronto. Famiglia povera, infanzia dura e vocazione nel pallone. Tipico, se nasci con la pelle verdeoro. Ma così diverso dagli altri bambini, perché ‘senza padre è dura: come fai?’. Ci provi, lotti. Facendoti crescere dai lui, il calcio. Va bene, ‘ma i miei amici avevano il padre a bordo campo: quanta invidia’. Ammette Gabriel. Colpa di quel film infinito che si chiama vita. Amen, ‘tanto mia mamma era madre e padre assieme’. Già, fortuna al rovescio. Sul talento, invece, nulla da lamentarsi. Quello c’è, eccome: ‘Più guardo Gabriel, più rivedo il mio passato’. Benedizione mica male, quella di Ronaldo. Questione di… coincidenze. E folgorazione divina, quella di Pep: ‘Sì, il fattore Guardiola ha influito. Ecco il perché del no all’Inter. E poi, sono milanista’.
33, gli anni di …. No, 33: il numero di Jesus. Sempre con quella cifra in spalla. Dalle origini, al Media Ambiente. Settore giovanile improvvisato. Dove i piccoli brasiliani venivano pagati a ‘pane e mortedella’. In campi senza erba. Impossibile controllare il pallone, se non ha quei piedi lì. Levigati dall’educazione di Francisco Mamede. Il maestro-allenatore innamorato di ‘Tetinha’, il soprannome di Garbiel. Traduzione: ‘molto facile’. Come la sua capacità di segnare. Perché la buttava dentro più di Neymar. Oh mio Rey: numeri. 38 gol in 22 partite di campionato Paulista, under 17. Calma, flashback: Palmeiras. Calcio vero. A soli 15 anni. Sottovalutato da Dorivarl Junior, forgiato da Cuca. Perché con lui ‘Tetinha’ cambia ruolo: terminale offensivo. Un craque. Numeri in loop. Visualizzazioni a manetta su Youtube, sostanza in campo. E vittorie: debutto e trionfo in campionato. Storia, perché il Palmeiras non lo vinceva da 22 anni. Grazie anche alle 12 firme di Jesus. ‘Perché se il Tetinha scatta negli ultimi 25 metri, allora puoi andare già ad abbracciarlo’. Anche con al collo una medaglia d’oro olimpica. E ora la storia diventa fiaba: Gabriel e il City, felici e contenti.