Dalla gioventù hitleriana alla finale della FA Cup: il film sul portiere Bert Trautmann
L’incredibile storia di Bert Trautmann raccontata in un nuovo film che sarà distribuito nei cinema del Regno Unito e dell’Irlanda il 5 aprile.
Interpretato nel film da David Kross, Trautmann nacque in Germania nel 1923 e alla giovane età di 17 anni, come ci si aspettava dai ragazzi tedeschi della sua epoca, divenne un giovane hitleriano perché, come dichiarò lui stesso “Crescendo nella Germania di Hitler, non avevi altre scelte”.
Si arruolò quindi nella Luftwaffe come paracadutista per la Germania nazista, prima di entrare a far parte di un corpo speciale e combattere sul fronte orientale. Dopo la spedizione in Polonia e poi in Ucraina, ricevette ben 5 medaglie al valore, compresa una Croce di Ferro di prima classe, ma nel 1945 fu catturato dalle forze armate inglesi che lo portarono in un campo di prigionieri di guerra ad Ashton-in-Makerfield, nel Lancashire.
Nel campo Bert giocava a calcio, come già faceva in Germania, per una squadra giovanile chiamata Blau und Weiss, e pian piano scoprì di essere un ottimo centrocampista difensivo. Durante una di queste partitelle, si infortunò ad un ginocchio, e chiese di essere messo in porta: tra i pali ci sapeva fare e così fu notato da un osservatore che lavorava nel campo di concentramento, che decise di portarlo al Saint Helens Town, una squadra di quarta categoria, uscendo dal campo di reclusione.
Il suo talento lo portò successivamente al Manchester City nel 1949, per provare a rimpiazzare Frank Swift, praticamente una leggenda da quelle parti, ma scatenando tante proteste e polemiche tra i tifosi, che non accettavano di avere in squadra un giocatore tedesco.
Più di 20mila persone scesero in piazza a protestare e molti degli abbonati minacciarono di non entrare più allo stadio. Dovette intervenire il rabbino capo che calmo un po’ le acque, riconoscendo in Bert Trautmann una brava persona, totalmente estranea alle atrocità dei nazisti.
Riconoscente alla sua patria adottiva, pian piano si conquistò la fiducia dei tifosi. Nel 1952 lo Schalke 04 cercò di riportarlo in Germania, ma il Manchester City e lo stesso Trautmann rifiutarono l’offerta, decidendo di rimanere nel Lancashire. Per la sua scelta disse addio anche alla Nazionale, che in quei tempi prendeva in considerazione solo i calciatori che giocavano in patria.
Un giocatore tedesco, il primo a giocare una finale di FA Cup a Wembley e che segnò la storia del calcio inglese. Era Manchester City–Birmingham e dopo il vantaggio dei Citizens ci fu la reazione degli avversari nei minuti finali. In uno scontro con l’attaccante Peter Murphy, Trautmann venne colpito alla testa e cadde privo di sensi a terra, per poi essere rianimato con i sali. All’epoca non erano consentiti i cambi e il Manchester City avrebbe dovuto mettere in porta un giocatore esterno e finire la partita con 10 uomini. Con un quarto d’ora ancora da giocare, Bert decise di alzarsi e continuare, riuscendo addirittura in qualche altro salvataggio eroico che permise al City di vincere la tanto ambita coppa.
“Dovresti essere morto o, almeno, paralizzato” gli disse il medico subito dopo la diagnosi. Una vertebra cervicale completamente spezzata ma che per pochissimi centimetri, grazie a quella di sotto che si spostò a sua volta, si mantenne al suo posto. Lo stesso anno fu poi eletto miglior calciatore del campionato inglese, un riconoscimento assegnato per la prima volta ad uno straniero.
Dopo l’intervento perfettamente riuscito e un lungo periodo di convalescenza, tornò in campo solamente nella stagione 1957-58, fino al suo ritiro nel 1964, quando venne celebrato in un’amichevole tra calciatori ed ex calciatori di Manchester United e Manchester City.
Dalla gioventù hitleriana alla finale della FA Cup, Bert Trautmann diventa così una leggenda, scrivendo un’incredibile storia per il calcio mondiale, che potremo scoprire al cinema fra qualche mese.