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Dalla Champions alla Fidelis Andria, Rada si racconta: “Mozzarella e gol, ecco la mia Puglia”

Ha giocato in Champions League, sollevato trofei, marcato campioni, ma al campo – assicurano in Puglia – è sempre uno dei primi a rispondere “presente” negli allenamenti. Ionut Rada, 34 anni, parla di calcio con l’entusiasmo di un ragazzino alle prime armi: domenica scorsa una sua punizione pennellata ha regalato alla Fidelis Andria il gol della sicurezza nel 2-0 contro il Cosenza. “Ho calciato forte e teso, ne è venuta fuori una grande traiettoria, ha stupito anche me” scherza su un gesto tecnico che ha radici antiche. “Ispirazione? Il mio maestro è un allenatore che ho avuto nelle giovanili, Georgescu. Per il resto, studio tanti colleghi, mancini (come lui) o di piede destro che siano“. Corpo perpendicolare alla palla e occhi ben aperti, così nascono i suoi colpi: discreto bomber della difesa in Romania, a segno solo di testa o su azioni da corner a Bari. L’ultima gioia prima del 2-0 al Cosenza era datata dicembre 2015: “Perchè calciavo così poco le punizioni a Bari? C’erano Rosina e Sansone, non certo gli ultimi arrivati. E’ giusto che loro avessero la precedenza, qualche gol l’hanno anche fatto“.

Bari, appunto: casa sportiva per 18 mesi e ancor’oggi crocevia degli spostamenti sull’asse Andria-Torre a Mare, dove accompagna suo figlio a scuola. “In Puglia si vive bene, non lo scopro certo io: gente eccezionale, calda, solare, come tanti miei connazionali. Ho scelto Andria per i programmi societari, certo, ma anche perchè non volevo allontanarmi da questa regione“. Ha sposato il progetto del presidente Paolo Montemurro e del ds Piero Doronzo dopo una lunga estate di trattative: a Bari ha lasciato in dote una stagione e mezzo in chiaroscuro, ma tanti ancora ricordano il suo ritiro a Bedollo. Corsa e sudore, pur sapendo di essere fuori dai piani di Roberto Stellone. “Mi giudicano un professionista serio? Sono contento-sorride-in campo puoi giocare bene o male, ma impegno e serietà non devono mai mancare. Se poi altri compagni rendono più di te, è giusto restare fuori“.

Il rapporto con Favarin è schietto: “Se qualcosa non va, ce lo diciamo, solo così si cresce tutti insieme“. Per i compagni, invece, Ionut è un riferimento: “Tocca a noi vecchietti cercare di spronare il gruppo, soprattutto nei momenti di difficoltà. Le responsabilità sono di tutti, ma chi ha più esperienza deve essere sempre in prima fila quando qualcosa non va“. 10 presenze in Champions League, 4 in nazionale, e ora la terza serie del calcio italiano. “Ma il girone C vale quanto la serie B – rimarca orgoglioso Radapensate a piazze come Catania, Lecce, Foggia e altre. Valgono più della Lega Pro, ma anche Andria è molto calda: i tifosi sono sempre presenti, è bello essere qui“. Lo sguardo è già al futuro: la rete contro il Cosenza è valsa il decimo posto e il ritorno alla vittoria, ma per il prossimo centro il difensore di Craiova ha già in mente un festeggiamento: “Magari una pizza con i compagni, a base di mozzarella di bufala, ad Andria sono specialisti. Ma solo se varrà una vittoria“. E Andria vale la Champions.