‘Dal viaggio con Ibra ai miracoli col Cittadella’: la favola di Alberto Paleari. Un portiere totale
È sabato. Partita. Il Cittadella ospita il Bari. Tutto pronto, formazione definita. Certezza in porta: Alfonso. Ah, no: il portierone ha il torcicollo. Non gioca. Niente panico, i guantoni se li mette Alberto. Risultato? Le para tutte. Per credere, domandare a Floro Flores. Perché si scrive Paleari ma … ‘si legge muro insuperabile’. Mica male, se è il tuo esordio in Serie B: “Mamma non lo sapeva nemmeno. Non ho avuto tempo per avvisare. E poi, sarebbe corsa in basilica a pregare”. Tranquilla signora, buona la prima. Scelta last minute. Riunione tecnica, ‘Alby, Enrico non ce la fa: tocca a te’. “Tranquillo mister, ghe pensi mi”. E la notizia fa subito il giro, anche a Giussano: casa Paleari. Le telecamere di Sky indugiano sulla difesa del Citta, guardalo lì: col 22. “Io però volevo la numero 1. Ma c’era libero solo il 12: passo. Facciamo il ventidue’. Perché? ‘2 diviso 2 fa …’ Ecco, svelato il mistero. Intanto altra cifra, 24: gli anni di Alberto. Con una gavetta totale, step by step: ‘Brianzolo vero’. “O lavori, o lavori”: dritto al punto, Albertone’. E i numeri crescono sempre di più. ‘Negli highlights vedete solo 3 parate, ma ce ne sono state altre’. Porta inviolata, intanto. Colpo di reni su Parigini, freddezza su Maniero e duello personale con Floro Flores. Prima la paratona: missile diagonale deviato sul palo. Istinto e reazione. “E l’ho toccata, giuro. Ve lo dico, perché dal Tombolato non si è visto: alcuni parlano di fortuna (ride, ndr)”. No-no, si è visto bene: miracolo. Poi la scaramuccia, dopo un’uscita: ‘Salto deciso, presa alta ma la palla mi scappa’. Floro allora terrorizza l’area, panico: l’ex Udinese spinge con foga Varnier. Poi si ritrova il pallone sul tacco ma … ‘ci sono io, salvataggio’. E via con l’agonismo: “Io e Flores ci guardiamo. Face to face. Cosa stai facendo, tutto ok?”. Personalità. ‘Ma ero tranquillo eh, mica cercavo la rissa’. Intanto l’arbitro calma le acque. Doppio giallo a tutte e due. Ammonito, ops: fantacalcio, Magic B. ‘Mezzo punto in meno, e mo: chi li sente gli amici?’. No problem Alby, tanto hai preso 7,5: “Già, voto altissimo per essere l’esordio”. Tanta roba, complimenti.
E ‘meglio di così proprio non poteva andare. Sono super felice’, pensieri e parate di Alberto Andrea Paleari in esclusiva a gianlucadimarzio.com. Perché questa è la sua favola, ‘capitoli e meraviglie da raccontare’. Momenti veri, emozioni in verticale: “Per arrivare in B mi sono fatto tutte le categorie”. Gioie e paure, come in Lega Pro, “dove non è mai facile, giochi lotti e …”. Che succede? “All’inizio panca, ci sta: era il primo anno tra i professionisti”. E poi? “Sei pronto a dimostrare, sereno e con due anni di contratto. Ma la squadra fallisce: cambia tutto”. Luglio 2013, fallimento Tritium. Niente panico, vai in vacanza? “Macché, corro a Novara: raduno degli svincolati”. Senza abbattersi, pensando agli inizi: ‘Beretti e Primavera Milan’. ‘Che roba, San Siro’. Terzo portiere in prima squadra. ‘Facile scaldarsi con Sweet Child O’Mine nelle orecchie’. ‘E poi, senti i nomi: Abbiati, Pirlo e … Ibra’. Com’è? “Un altro mondo, ah: Zlatan. Un giorno sul pullman mi sedetti al suo posto, mi voleva uccidere. Poi si mise di fianco a me, chiacchierata easy”. E scudetto, perché ‘nel palmares del Milan 2010/11 sono segnato tra i campione d’Italia’.
Sempre presente, Alberto. Anche nei Pulcini, quando a 6 anni – da terzino- sostituì il portiere infortunato. Destino. Sfumature azzurre, Universiadi: medaglia d’oro nel 2015 in Corea del Sud. E mai ko: da svincolato a miglior portiere della seconda divisione. Virtus Verona prima, Mantova poi: “Con Juric in panchina, anche se lui da titolare proprio non mi vedeva”. Altra roba invece alla Giana Erminio: “Calcio romantico, principi veri. La Giana sarà sempre nel mio cuore. L’ho lasciata quest’estate dopo una salvezza meravigliosa, solo per il grande salto in B”. Anzi, gigante: 192 cm. Qui, a Cittadella: “Assieme alla mia Sara, perché in due è più facile”. ‘Prima esperienza anche di convivenza’. Solo in due? “Ok, c’è anche un terzo”. Ah, sei già papà? “No, colpa di Arrighini: compagno di squadra e vicino di appartamento. Il bomber è forte eh, ma nelle faccende domestiche pecca un po’. Io e Sara lo aiutiamo sempre, ogni tanto gli do un occhio alla caldaia e gli faccio i conti. Poi la sera viene da noi a bere la camomilla. Tanto alla fine ci ripaga con i gol”.
Sì, questo è il Citta, un famiglia più che un gruppo. Sempre uniti, “a Natale abbiamo festeggiato tutti assieme col Secret Santa. Ci siamo scambiati dei regali anonimi. A me è arrivata una bambola Woodoo con la faccia di Alfonso. Più aghi gli mettevo, più errori avrebbe commesso’. Regalo azzeccato visto l’esordio. “Nessuna stregoneria eh, Enrico tiene sempre duro: ma il suo acciacco mi ha regalato un’emozione unica”. Studiando dai più grandi, ‘Alfonso è uno stimolo, Pierbon invece è il preparatore perfetto’; non solo: “Università, dai che fra poco mi laureo”. Senza perder tempo: allenamenti e studi di scienze motorie via pc. Top, calciatore e dottore: combo vincente. Come il suo Cittadella: “Le prime 5 vittorie di fila ci hanno gasato al punto giusto. Mica pensiamo alla Serie A, vogliamo solo vincerle tutte”. Mentalità. E tradizione: “Lunedì ho offerto le pizze: festa grossa in spogliatoio. Lo so, avrei dovuto portare tutti a cena: calma però, quando sarò ricco …”. Vai così Alberto, Cittadella non vede l’ora.