Dal sogno serie A al Palmeiras, l’ex Livorno Miguel Borja riparte dal Brasile
Non avrebbe mai potuto immaginare Miguel Angel Borja Hernandez che la sua carriera sarebbe potuta cambiare in così poco tempo. Praticamente in dodici mesi o poco più. Nel mezzo anche l’Italia, raggiunta troppo presto. Livorno, nel 2013 8 presenze in serie A e poi l’addio. Aveva perso smalto e fiducia, non la fede in Dio, tipico lato degli attaccanti sudamericani di razza. Sudamericano in tutto e per tutto per fede ma anche per spirito familiare: tra un calcio al pallone e il lavoro in un negozio di ferramenta sulla costa colombiana.
Ma la carriera decolla, Livorno e Spinelli gli aprono una porta verso il paradiso, anche se per sua fortuna, il club proprio in quella stagione ha cominciato la crisi che porterà la squadra dalla Serie A alla Lega Pro. Juan Pablo Pachon, un amico più che un semplice agente, dopo averlo portato in Italia, lo ritrascina a casa sua: a Tuluá, dove gioca il Cortuluá, con cui tutto era incominciato 4 anni fa. 8 gol alla prima esperienza nel 2012/13 19 in 23 partite nel torneo di Apertura 2016, nella seconda. Massimo goleador della storia nei tornei corti. Scalzato dal gradino più alto del podio pure Jackson Martinez.
Occhi al cielo quando segna, sguardo rivolto a Dio che lo manda a Medellín per giocare la Copa Libertadores. Come Pelé realizza 4 gol in semifinale al San Paolo, poi quello nella finalissima con l’ Independiente del Valle. Un anno da incorniciare, ricominciato con il trasferimento al Palmeiras, sempre per mano di Pachon: 5 anni di contratto, 11,5 milioni all’Atletico Nacional per il 70% dei diritti. Festeggia anche il piccolo Cortuluá che ottiene il 30% dall’operazione. É l’affare più importante della storia del calcio in colombiano.
Intanto Borja va proprio al Palmeiras, per sostituire Gabriel Jesus, a cui ha rubato anche il pallone sudamericano 2016. Bibbia in tasca, sguardo a Dio. E Borja riparte dal Palmeiras…