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Da una favola nasce la storia. Che Siviglia! L’isola delle idee… vincenti

Che cos’è una favola? Domanda banale, scontata. A tal punto, spesso, da non saper rispondere. Sì, beh, è un racconto. Così, sul generico, con una morale. Esistono le favole intese come racconti e poi le favole di sport. Perché anche il calcio ha qualcosa da insegnare. Ma cosa!? Che, talvolta, la forza delle idee è più forte di quella del denaro. Quest’anno poi! Il Leicester campione (che favola!!!), il Crotone in Serie A, l’Atletico Madrid che conquista la seconda finale di Champions in tre anni.

E poi, ci sono loro. Che in tre anni hanno vinto per tre volte l’Europa League. Loro, il Siviglia. Loro, gli uomini di Emery. C’è un ragazzo, cresciuto nel Rayo Vallecano. Un ragazzo di nome Coke (con la C!) che ama il teatro. Un altro, Gameiro che in Andalusia non fa altro che segnare e non viene neppure convocato in Nazionale dalla sua Francia, in vista degli Europei di giugno. Ci sono loro, sì al plurale. Perché non c’è né Messi né Ronaldo. C’è un gruppo.

Non giocheranno sempre (soprattutto fuori casa!) un calcio spettacolare, non faranno il classico tiki-taka, non avranno milioni da spendere. Ma vincono. Con il sudore, con il lavoro e la dedizione, con la garra, con un po’ di sanissimo fattore c: che c’è di male ad ammetterlo? Vincono con le idee, con un ‘credo tattico’ molto semplice, che prescinde da ogni dettame tattico o ragnatela di passaggi ben studiata: il ‘non mollare mai’. Proprio come canta la città: “Sevilla nunca se rinde”. Vincono. Basta. E corrono, tanto. Spinti da quel senso di appartenenza che non è così scontato, ovunque. Siviglia trasuda passione, amore, corazón. “Lottiamo e poi godiamo per i nostri successi”. Parole di Emery, così semplici. Così normali.

Perderanno Banega (che partita stasera!), poco importa. Avevano perso Dani Alves, poi Rakitic, Bacca. Ne hanno trovati altri. Hanno trovato le idee, l’entusiasmo per un ‘calcio semplice’. Senza fantamilioni, chiaro. Ma nessuno ha mai detto che spendere sia sinonimo di vittoria, no?

No, infatti, se hai un direttore sportivo come Monchi, no. Ogni anno la stessa storia: vende i migliori, arriva qualche semi-sconosciuto o qualcuno in cerca di rilancio e l’anno dopo diventa lui ‘il migliore’. Sì, un cerchio. Così dannatamente perfetto! Chi ha la bacchetta magica? Monchi o Emery? Tipo molto particolare lui, l’allenatore, sarebbe potuto anche venire in Italia. E pensare che ha scritto un libro, ‘Mentalità vincente’. Ah, il destino. No! Perché a Siviglia non sono fatalisti…

E’ la stagione delle favole, delle idee. E’ la stagione dei sogni, del non mollare mai. Perché per farli avverare non serve sperare, non serve (spesso) spendere, non servono né fate né principi azzurri. E da una favola può nascere una storia. Meglio, si può scrivere la storia…