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Da Tor di Quinto a Testaccio: l’altro derby di Roma

Tor di Quinto e Testaccio. Curva Nord da una parte e Curva Sud dall’altra. Sono stati questi i luoghi scelti dalle tifoserie di Roma e Lazio per seguire il derby della Capitale e tifare “a distanza” la propria squadra del cuore. Già, a distanza, perché allo Stadio Olimpico quest’oggi entrambe le curve sono rimaste vuote: nessuno spettacolo pirotecnico, niente cori.

Per scelta però, non certo per disamore. La protesta del tifo più caldo di Roma e Lazio è andata avanti anche il giorno del derby. Ormai da mesi, entrambe le curve non entrano più allo stadio, lasciando ogni domenica migliaia di seggiolini desolatamente vuoti. Un’opposizione forte e decisa alle istituzioni, colpevoli, secondo la visione del tifo più caldo, di aver ucciso il vero spirito del tifo da curva.  Uno spirito che le due tifoseria hanno voluto ricreare in due luoghi diversi della capitale: i laziali a Tor di Quinto, mentre i romanisti a Testaccio.

I tifosi biancocelesti si sono riuniti al PalaGems, in zona Tor di Quinto, a pochi passi  da quello che fu il campo di allenamento della Lazio di Maestrelli. Un invito rivolto a tutti i tifosi “vecchie maniere” giunto direttamente dalla Curva Nord e che ha visto 1000 laziali rispondere presente. Di contro 3000 tifosi romanisti si sono dati appuntamento verso l’ora di pranzo al vecchio Campo Testaccio, luogo storico e palcoscenico delle partite della Roma per tutti gli anni ’30.  “Si torna alle origini. Partiamo dal nostro glorioso passato per riprenderci il futuro”. Con questo slogan una nutrita fetta del tifo caldo giallorosso ha fatto partire un corteo  che da Campo Testaccio si è spostato verso l’ex mattatoio, luogo prescelto per guardare il derby tutti insieme.

Testaccio e Tor di Quinto si riempiono pian piano, la febbre, l’ansia e l’attesa delle due tifoserie inizia ad aumentare. Alla fine arrivano le 15.00. Che il derby abbia inizio.
Il primo tempo è tutto colorato di giallorosso. In campo la Roma gioca meglio, domina per lunghi tratti e riesce a chiudere la prima frazione in vantaggio per 1-0. Seppur lontani dall’Olimpico gli umori delle due tifoserie rispecchiano esattamente quanto visto in campo. Un Testaccio colorato di giallorosso esulta ed esplode di gioia al vantaggio di El Sharaawy, facendo aumentare di molto il livello dei decibel dell’ex mattatoio. Cori, fumogeni e bandiere al vento al suono di “Forza Roma alè”, che risuona nella tranquillità del quartiere capitolino.

Al contrario, un PalaGems carico come non mai viene zittito dal gol dell’ex Milan. A fine primo tempo iniziano i malumori e fioccano i consigli per Pioli: “deve mettere Klose e Keita”, “dobbiamo essere più offensivi”. E nel secondo tempo l’allenatore della Lazio sembra ascoltare le richieste del palazzetto biancoceleste: fuori Matri e Candreva e dentro Klose e Keita. Cambi che non danno i frutti sperati. 20 minuti e la Roma raddoppia con Dzeko. L’esplosione di gioia all’ex mattatoio doppia quella fatta per El Sharaawy, mentre l’entusiasmo al PalaGems si spegne. Il momentaneo 2-1 di Parolo, riaccende per qualche minuto la fiammella della speranza biancazzurra. Ci pensa prima Florenzi e poi Perotti a chiudere definitivamente il discorso. Fischio finale e un 4-1 per la Roma che decreta il dominio giallorosso in città.

Il risultato premia la Roma, ma l’entusiasmo e la gioia per la riuscita delle due iniziative è evidente. Testaccio è un fuoco di felicità e gioia, figlia del rotondo risultato rifilato ai cugini, ma al PalaGems la delusione per la sconfitta non placa l’entusiasmo dei 1000 tifosi biancocelesti. Due luoghi diversi, con due umori diversi. Ma uniti dal grande amore per la propria squadra. Sia a Testaccio che a Tor di Quinto si è vista una grande festa di tifo e civiltà che forse negli ultimi tempi è mancata proprio dentro gli stadi. Giovani e anziani abbracciati sotto gli stessi colori. Mamme con in braccio i propri figli, totalmente vestiti di giallorosso e biancoceleste, in un clima di festa che è andato oltre il risultato in campo. La Roma ha vinto e la Lazio ha perso, ma oggi fuori dal campo ha vinto l’amore per i propri colori. La speranza di tutti è che questo clima possa presto essere riportato dentro lo stadio Olimpico, perché il tifo fa bene al calcio. E un calcio senza tifosi è uno sport incompleto.

Di Marco Juric