Da quel gol impossibile all’università, che spettacolo Candellone: “Belotti mi ha detto di metterci il cuore, ora mi godo Südtirol”
I gol impossibili esistono. Spesso si trasformano in realtà, emozionano e regalano sogni. Finta a rientrare, destro a giro da fuori e… magia: benvenuti nel mondo di Leonardo Candellone, l’autore dell’ultima meravigliosa vittoria targata Südtirol. Doppietta da tre punti e via, tra classe, prestanza fisica e un’immensa voglia di stupire: “Per festeggiare il secondo gol ho messo la mano all’orecchio, un gesto spontaneo per godermi un attimo incredibile”. E fidatevi, quello di Leo nell’ultima vittoria contro il Ravenna è stato davvero un gesto tecnico straordinario, da top player: “Sono contento, soprattuto perché in questi mesi sto lavorando tanto sul tiro, per un attaccante la conclusione rappresenta l’essenziale”. Cuore, passione e tanta mentalità. Tutto più facile, se di mezzo ci sono stati i consigli del Gallo.
Padrone del proprio destino
“Belotti per me è molto più di un semplice idolo. Sono cresciuto nelle giovanili del Torino per poi trascorrere due stagioni in Primavera. E quando mi allenavo con la prima squadra rimanevo sempre incantato da quell’incredibile numero 9”. Leonardo Candellone – attaccante di proprietà del Torino – si racconta col sorriso in esclusiva ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com: allenamento, doccia e intervista. “Il calcio è la mia vita, ma quando stacco preferisco non guardarlo troppo. Non sono un fanatico delle partite in televisione, preferisco viverlo come un grande sogno personale. Ah, da piccolo seguivo abbastanza il calciomercato, ora penso solo ad essere sempre più protagonista del mio futuro”. Valori. Proprio come quelli incisi sul proprio corpo: ‘Io sono il padrone del mio destino, io sono il capitano della mia anima’. Dalla mente di Mandela alla pelle di Leonardo, un tatuaggio come simbolo di un mantra personale, colorato dalla forza del proprio carattere. “Sia lodata anche la musica, mi carico ascoltando hip-hop, trasformo questa routine comune nei calciatori in un momento personale per rendere al massimo”. Già, ‘ma che gol ha fatto Candellone?’: “La doppietta col Ravenna è stata davvero preziosa, ora mi sento rigenerato. Ho giocato in Serie B alla Ternana fino a dicembre, ma non è stata un’avventura facile, complice anche qualche problema fisico”. Altra storia ora tra le montagne, lì, nel magico ambiente altoatesino, il tutto in una società ambiziosa e fenomenale nel valorizzare i giovani: “E poi chi l’ha detto che qui Alto Adige si gela? Alla fine la temperatura è simile a quella di Torino, si sta bene insomma”.
Tra campo e…università
Talento tra i talenti. Tecnica e valore granata: “Da piccolo ho fatto anche un po’ di nuoto, ma col pallone è stato subito un colpo di fulmine travolgente. Con la Primavera del Toro ho vinto uno scudetto vivendo un sacco di emozioni. E di gente brava ne ho vista eccome, in quella squadra, allenata da Moreno Longo, con me hanno giocato Bonifazi, Edera e Mantovani. Tutti ragazzi con i quali ho mantenuto un bel rapporto, ogni tanto ci sentiamo su WhatsApp”. Compagni ed avversari: “Quello che mi ha impressionato di più è Gaetano Castrovilli, già ai tempi della Fiorentina aveva estro ed eleganza”. Leonardo Candellone uguale attaccante nato: “Vicino alla porta mi trovo sempre meglio, contro il Ravenna sono stato in coppia con Gyasi (leggi qui la sua intervista) e ci siamo trovati alla grande. Con lui ho molta intesa, Ima ama di più portare il pallone, io magari per indole sono più portato ad attaccare la profondità. Insomma, ci completiamo. Ah, e poi io vivo sopra di lui. Noi della squadra abitiamo in un residence tutti molto vicini, e quindi nel tempo libero condividiamo tanti momenti assieme”.
Campo e lavoro anche il primo maggio: “In questo ponte sono saliti i miei genitori, ma quando ho mezza giornata libera li raggiungo spesso a Torino”. Senza dimenticare l’università, “appena posso studio, frequento l’Università telematica, sono iscritto al corso di Scienze Motorie. Cerco di far conciliare la carriera con questo impegno altrettanto prezioso”. Esempio. Da sempre tifoso granata, Leo: “Feci diversi provini in altre squadre importanti, ma scelsi il Toro perché sentivo di rappresentare la squadra della mia città”. Dalla panchina in Serie A contro la Roma nel 2016 fino ai consigli del Gallo: “Belotti mi ha sempre detto che con l’amore e la testa si può arrivare ovunque. Anche lui ha fatto molta gavetta, è impossibile non prenderlo come punto di riferimento, soprattutto per un giovane come me”. Candelloni, talento della generazione 1997, attaccante che realizzò il primo gol tra i professionisti proprio contro…”il Südtirol. La scorsa stagione ero a Gubbio, in Lega Pro, e il primo gol della mia avventura l’ho segnato proprio contro la squadra che ora mi sta valorizzando al meglio”. Scherzo del destino, già: “Ma non mi sono fermato, perché nel ritorno contro il Südtirol sono andato in rete un’altra volta”. 6 gol e due assist nella prima stagione nel calcio dei grandi, in C, e ora testa ai playoff: dal gol all’esordio contro la Fermana fino alla meravigliosa doppietta dello scorso weekend col Ravenna. Perché i gol impossibili esistono, e spesso si trasformano in realtà: vero Leo?
Foto: ufficio stampa Sudtirol