Da Lapadula a Lapadula, dal Milan (e dalla Nazionale) al Sondrio, dal gol al gol: “Gianluca, io e un certo vizio di famiglia” da non smettere…
Nella famiglia Lapadula il gol è di casa. Gianluca al Milan, fresco di convocazione in Nazionale. Davide al Sondrio: “Abbiamo la stessa fame, è il nostro orgoglio”
Tra Palermo e Sondrio ci sono qualcosa come mille e seicento chilometri. Tra il campetto dietro casa e la Nazionale i pensieri di ogni bambino. Tra la maglia del Milan in Serie A e il battere la Casatese Rogoredo in Eccellenza tre categorie di mezzo. In due tabellini, però, un solo cognome, sangue, urlo, cuore. Gianluca Lapadula segna e sogna al Barbera, Davide Lapadula fa lo stesso alla Castellina. Segnare e (far) sognare, tra l’altro, lo fanno entrambi da qualche anno. Due di differenza, due storie nate sotto lo stesso tetto, solido riferimento anche oggi. La famiglia è la famiglia, un valore che va oltre la parola. Pane al pane, vino al vino, gol e gol, corsa su corsa su corsa ancora. Entrambi. Che fatica la vita da bomber… Qui non è slogan, piuttosto pane quotidiano appunto. Da mordere, mica sbocconcellare. Perchè talento sì, ma allenamento sissignore. Segnare sì, ma pedalare sissignore. E gavetta, pancia mai sazia. Di chi sa che solo sul dizionario successo vien prima di sudore.
“Una giornata da incorniciare – racconta Davide – non poteva
andar meglio. E ora che l’hanno anche convocato in Nazionale… Tanta roba! Sono al settimo cielo. Per Gianluca il primo gol in Serie A e per di più di tacco, io l’undicesimo
in stagione: abbiamo entrambi segnato una rete decisiva, che è la cosa più
importante”. Ecco, pane al pane: “Noi facciamo sempre caso a come abbiamo
giocato, facciamo sempre la guerra su ogni palla. Non a caso lo soprannomino Sir William Wallace, la voglia di arrivare ci
accomuna. Poi, chiaro, ci sono categorie e categorie”. L’inizio è insieme alla
Juventus: “Ci siamo poi ritrovati anche a Collegno, ricordo le fasi finali
negli Allievi regionali proprio a Pescara, segno del destino. Sono il maggiore
di età, ma ci scambiamo consigli a vicenda: “Quel difensore è fisico e devi far
così, l’altro gioca più sull’intelligenza ed è meglio fare cosà”. Ci siamo
sentiti dopo le partite, una gioia unica. Gli ho dedicato anche un post su
Facebook: “La voglia, il lavoro, la tenacia e il sacrificio sono componenti che
prima o dopo pagano sempre..questo è solo l’inizio!!! Alè fratello mio avanti
così!!”
Determinazione, caparbietà: concetti ricorrenti. Parole? Numeri:
Nel 2013-2014 Gianluca fa 10 gol col Gorica in Serie A slovena, 19 per Davide
al Saluzzo in Eccellenza. L’anno dopo 21 gol di Gianluca in B a Teramo, 18 per
Davide alla Biellese in Eccellenza. L’anno scorso? Pescara lo sa bene, 27. Ma
anche Saluzzo: 19. Numeri. “Gianluca è l’orgoglio della nostra famiglia. Quando
sta fuori non rosica, quando entra scarica. E si sacrifica sempre. Abbiamo giocato
insieme anche a Treviso, chi dei due correva per l’altro? Lo facevamo entrambi”.
Ovvio, no? Non per Paolo Bertani, responsabile tecnico del Sondrio ed
osservatore del Milan. Uno che li ha visti ben bene entrambi insomma.
“Si vede che sono uniti, quasi piangeva per il gol di Gianluca. Non mollano mai, carattere incredibile: si vede da come vanno a pressare, rincorrono tutti, hanno fame. Entrambi devono ancora fare la loro strada e sono ancora giovani: uno deve affermarsi in A, l’altro è da Serie D e Lega Pro. E se continuano a far gol…”. Caratteristiche comuni? Bertani ne trova un bel po’: “Davide sa farsi trovare al posto giusto, in una squadra come la nostra che crea si ritaglia sempre dalle due alle quattro occasioni. Gianluca? Segna da ogni posizione. Si assomigliano nel modo di correre, per la struttura massiccia, entrambi hanno forza in progressione e vedono la porta facilmente. Ma la cosa che più mi stupisce è la forza caratteriale, pazzesca. Lì più che fratelli sembrano gemelli”.
Forza fisica, forza che è specchio di qualcosa che viene da dentro: “Due carri armati, hanno una corsa che sembra far tremare il campo, fronte alla porta non ti danno scampo e sanno protegger bene la palla. A far la differenza è soprattutto il carattere, l’ha detto anche Montella: “Se tutti avessero quella volontà…” e loro sono così. Trasparenti, solidi. Volano basso anche se sembra facciano gli spacconi. Ma sono persone che scherzano, si fanno voler bene, non creano discussioni”. Pane al pane, vino al vino, gol su gol. Corsa su corsa su corsa ancora. Pronti al prossimo pallone, persino alla convocazione in Nazionale. E al prossimo sogno da raccontarsi: prima di andare a dormire, però. Belli svegli. Per costruirselo.