Da Burdisso “che è un animale” ad Ansaldi “come Zanetti”, parla Milanetto: “Niang varrà 100 milioni”
“Aspetto l’occasione giusta, un progetto serio per ripartire”. E’ ancora alla ricerca di una nuova esperienza, Omar Milanetto. Dopo essere cresciuto nel Genoa come osservatore e dirigente, il classe ’75 attende di conoscere il proprio futuro. Intanto, a Tuttosport, si è raccontato, dispensando elogi a quel Torino in cui c’è parecchio del suo Genoa: “Burdisso, Niang, Rincon, Ansaldi, Iago Falque? In effetti in questo Toro c’è un bel pezzo del mio Genoa. I primi 4 sono tutti arrivati in granata quest’estate, uno dopo l’altro: non è un caso. Guardate, il Torino ha compiuto un’ottima mossa a ingaggiare tutti loro, iniziando con Iago un anno fa. Difatti, con un pizzico di compiacimento, mi dà soddisfazione pensare che una società così importante e ambiziosa abbia mosso gli stessi passi che avevano già compiuto noi, in precedenza: portando in Italia talenti come Rincon o Iago, che mi folgorò letteralmente quando lo vidi giocare nel Rayo Vallecano in una posizione perfetta per il nostro modulo, o rilanciandone altri che erano già qui”.
La vera sorpresa, però, assicura Milanetto sarà Burdisso: “Anche se ha già 36 anni e sulla carta non parte titolare. Ma lo conosco troppo bene per non esserne sicuro. Anche in questi ultimi 2 mesi, in cui era svincolato, si è allenato, aumentando i carichi tutti i giorni, ad agosto. Era a Genova, siamo rimasti in contatto. Nico non è un giocatore normale: calcisticamente è un animale, nel senso migliore del termine. Come giocatore è fortissimo, con un’esperienza pazzesca: parla per lui la quindicina di trionfi in carriera, tra Intercontinentali, Libertadores, campionati vinti, altre Coppe. Come professionista è di una serietà eccezionale. E fisicamente brucia il tempo, è più giovane della sua carta d’identità. Supera i limiti fisici, Burdisso. Come Moretti, che ha la sua stessa età. E continua a essere una colonna, per il Toro. Ero con Emiliano in un circolo sportivo torinese, a metà giugno. Si chiacchierava. A un certo punto mi fece: “Beh, ciao, ora devo andare, vado ad allenarmi”. Capito chi è Moretti e perché non finisce mai di stupire? La stagione era appena terminata, gli altri erano tutti spaparanzati al mare, ma lui continuava ad allenarsi per conto suo. Sono questi i giocatori così che fanno la differenza, nelle difficoltà”. E che, nello spogliatoio, seminano rigore e gioia di stare insieme: “Comunque è vero: Nico li appende realmente al muro, i compagni che creano problemi, si comportano male. Li sistema lui. Aggiusta le situazioni, ti mette in riga e magari un allenatore o un ds non vengono neanche a saperlo, non devono neanche intervenire. E poi Nico è anche un ragazzo di compagnia, è abituato a organizzare cene con le famiglie, è un elemento aggregante, fa gruppo. Darà una grande mano nello spogliatoio e in campo, sarà fondamentale anche per la crescita di due giovani difensori come Lyanco e Bonifazi. In particolare il brasiliano, che non è abituato al calcio italiano. Pensate che noi nel Genoa facevamo tenere a Burdisso persino delle conferenze per tutti i difensori del vivaio, affinché spiegasse loro come si marca, come si temporeggia e via dicendo. E come Nico è anche Rincon. Altro giocatore di grandissima personalità, carismatico, trascinante”.
Magari toccherà proprio a loro ‘prendersi cura di Niang’: “Assolutamente sì. Lo aiuteranno a smettere di essere solo un’eterna promessa. Se Niang, a 23 anni, capirà finalmente che deve diventare grande nella testa, maturare, e che il Toro può rappresentare la vera svolta per lui, visto che ha anche ritrovato il “suo” Mihajlovic, beh: diventerà uno dei migliori attaccanti della A. Nel Toro potrà anche essere il prossimo a guadagnarsi una clausola da 100 milioni, un giorno. Perché io ne ho visti pochi di giocatori forti come lui, tecnicamente e fisicamente. Ha talento, fiuto, genialità, forza fisica. Dà sgasate folli quando scatta, spacca le difese con la tecnica e la potenza, può giocare sia da esterno offensivo sia da seconda punta sia da attaccante centrale. Da noi fece 6 mesi strepitosi, non appena lo prendemmo nel gennaio del 2015. Non si butti via, ora, dopo le difficoltà dell’ultimo anno e mezzo: qualche giro in meno in auto, e qualche allenamento in più…”.
E Ansaldi? “Ogni tanto in passato è stato frenato da qualche problema muscolare, ma sarà di sicuro un bel rinforzo per il Toro. Fa cose eccezionali su entrambe le fasce, non solo a destra. Vi sfido a capire se usa meglio il piede destro o il sinistro, tanto è bravo e pulito con entrambi. Lancia, crossa e tira alla perfezione con ambedue i piedi: è feroce in marcatura, ma è capace anche di spingere parecchio. Un giorno con noi firmò 3 assist-gol in una sola partita: una roba enorme per un terzino. Ha le cosce di Zanetti, il doppio di quelle degli altri. Possiede una grandissima forza, è un difensore di alto livello. E il Toro può davvero puntare all’Europa, con la rosa che ha messo assieme quest’estate. Da 2 o 3 anni il Torino di Cairo e Petrachi è la società che sta lavorando meglio in Italia, nel rapporto tra risorse a disposizione, risultati sul campo e ricavi a bilancio”, assicura Milanetto. Che poi chiude con una previsione: “Fra 3 anni un marcatore come Lyanco, che per ora non ha giocato manco un minuto da noi, potrebbe anche valere 30 milioni, viste le potenzialità che ha”.