Cutrone, parla il papà: “La notte che ha segnato nel derby non ho dormito. Gattuso? Caratterialmente è simile a Patrick”
Non smette di stupire Patrick Cutrone, protagonista assoluto del derby di Coppa Italia vinto dal Milan. 24 presenze e 9 gol in rossonero alla prima stagione passata in pianta stabile con i grandi. Patrick vice ancora con i genitori, mamma Eleonora e papà Pasquale, nella frazione di Colverde, provincia di Como, a pochi minuti dal Canton Ticino (e a una ventina di chilometri da Milanello). Oggi compie 20 anni e sarà un compleanno speciale: perché 20 anni sono importanti e perché Patrick è il sorriso più bello di questo Milan: “Inviteremo le nonne a cena e gli farò una torta, gliela faccio da quando è nato – racconta la mamma alla Gazzetta dello Sport – Gli ho sempre fatto anche la calza per la Befana, ormai ci siamo...”.
La parola poi passa a papà Pasquale che racconta suo figlio in una lunga intervista: “L’ultimo consiglio che gli ho dato e di non togliersi più la maglia quando segna, non deve diventare un’ abitudine. Dev’ esserci il rispetto per l’ avversario, tanti esagerano. Ma trattandosi di un derby, gliel’ ho fatta passare… Poi gli ho dato anche un consiglio più serio: rimettersi a lavorare e dimenticare l’ Inter. Non era facile, quella notte non ho dormito nemmeno io”.
Aneddoti su aneddoti per un ragazzo resciuto con il pallone tra i piedi: “Beh, quando aveva 4-5 anni costringeva la nonna a fare il portiere in salotto, e aveva già un tiro bello forte. Poi ha iniziato a giocare col fratello, che ha tre anni in più e fa il portiere (ora è in Svizzera al Castello, ndr ). Diciamo che qualche centinaio di euro di danni in casa ce li ha fatti: le adorate piante di mia moglie, qualche vetro, compreso quello del tavolo in sala, un paio di vasi”.
Ora però vederlo all’ opera è motivo di grande orgoglio per un padre: “Si è giocato bene le sue occasioni. In realtà l’ idea era quella di mandarlo a fare esperienza in prestito altrove. Verona, Bologna, Torino e Crotone erano interessate, noi non eravamo convintissimi nel vederlo restare in rossonero, con tutta quella concorrenza. La tribuna sarebbe stato un supplizio, più che altro per lui”.
Adesso invece pare che il Milan lo richiamerà per adeguare il contratto: “Se la società penserà ancora a lui, ne sarò contento. Di certo non sarà Patrick a farsi avanti: questo è l’ anno della crescita sportiva, non economica”. Gattuso l’ ha definito un ‘tarantolato’: “E’ bello, ci sta. Noi lo chiamavamo Duracell: scarica gli altri e lui resta acceso. Caratterialmente lo vedo molto simile al suo allenatore. Patrick potenzialmente non ha limiti. Mi viene da sorridere perché Gattuso dice che lo vedrebbe anche in porta: ebbene, in un torneo Giovanissimi, contro la Juve, fu espulso il portiere e lui pur di non essere sostituito si mise fra i pali. E parò anche bene”.
Il Milan all’ epoca lo strappò all’ Inter: rimpianti? “Nessun rimpianto e nessuna polemica, semplicemente il Milan è stato più deciso”.
L’intervista completa sull’edizione odierna della Gazzetta dello Sport