Un allenatore italiano aprirà la Coppa d’Africa: chi è Stefano Cusin

Chi è Stefano Cusin, l’allenatore che sarà protagonista nella partita inaugurale della Coppa d’Africa con le Comore
Ci sarà anche un po’ di Italia nella partita inaugurale della Coppa d’Africa. Sulla panchina delle Comore siederà Stefano Cusin, allenatore classe ’68 nato in Quebec da genitori italiani. Ci sarà anche lui nel teatro dello stadio Moulay Abdallah di Rabat, dove i tifosi del Marocco sognano di spingere la squadra di Regragui verso un trionfo che manca dal lontano 1976.
Uno scenario perfetto per tentare lo sgambetto a una delle grandi favorite della Coppa d’Africa, oltre che Paese ospitante. D’altra parte, dopo aver vinto il girone di qualificazione davanti alla Tunisia, i Celacanti vogliono sorprendere tutti, ancora una volta.
“I miei giocatori si esaltano in serate come queste“, ha avvisato Cusin ai microfoni de La Nazione. La carriera del CT delle Comore è un romanzo che parte dall’Italia – con le esperienze tra Fiorentina, Arezzo e Montevarchi a cavallo degli anni 2000 – e passa per mezzo mondo. Dalla Bulgaria sulla panchina del Botev Plovdiv alla Libia con l’Al-Ittihad (con cui ha vinto il campionato), fino agli Emirati Arabi e alla Palestina. Il suo percorso si è incrociato anche con quello di Walter Zenga, ai tempi dell’Al-Jazira e del Wolverhampton: “Da lui ho imparato il 90% di quello che so del calcio. È stato uno step fondamentale per la mia carriera“.
Un viaggio negli angoli più remoti del calcio, una carriera con la valigia in mano. D’altronde, come ha raccontato lo stesso Cusin ai nostri microfoni: “Nel mio zaino ci sono solo un fischietto, un cronometro e un telefono. Mi aspetto l’impossibile dal mio lavoro“. Le Comore si affacciano per la seconda volta nella loro storia alla Coppa d’Africa, con il sogno di continuare a sorprendere, con un tocco di Italia a rendere tutto più speciale.
Dalla protesta alla Coppa d’Africa
Tre isole nell’Oceano Indiano, tra il Mozambico e il Madagascar, qui Cusin ha trovato il terreno perfetto per coltivare sogni. Un popolo che vive una crisi sanitaria e idrica costante, ma che nella Nazionale ha trovato un’ ancora di speranza: “La gente dopo le nostre vittorie ci ha accolto in strada ballando“. La difficile situazione interna spesso ha costretto le Comore a giocare le proprie partite fuori dai confini Nazionali, come nel giorno dell’esordio in panchina dell’allenatore italo-canadese, datato 17 ottobre 2023.
Un teatro ben lontano dal Moulay Abdallah di Rabat. La Federazione organizzò un’amichevole contro Capo Verde, da giocarsi allo Stade Persemain di Mallemort, in Provenza. Più di 7000 chilometri da casa. Solo un piccolo problema organizzativo: i giocatori decisero di non presentarsi, in segno di protesta contro la Federazione. A quel punto, Cusin fu costretto a convocare una serie di calciatori in giro per l’Europa per l’occasione, che all’improvviso si trovarono a vestire la maglia della Nazionale. Risultato? Vittoria per 2-1, con il gol di Younes Almihdhoiri – difensore classe 2004 del Martingues (club della sesta divisione francese) e il rigore di Mahamoud, attaccante oggi di proprietà del Nantes. Da lì è cominciato qualcosa di speciale, che ha portato le Comore a sognare in Marocco.

Da Said a Youssouf: da chi passano i sogni delle Comore?
Ma chi sono i protagonisti che Cusin manderà in campo sognando l’impresa? La stella della Nazionale è Rafiki Said, ala classe 2000 di proprietà dello Standard Liegi, dove è capocannoniere e miglior assistman della squadra, alla pari con Thomas Henry in entrambe le classifiche. Anche in Nazionale la musica non è diversa: 8 gol in 17 presenze e terzo miglior marcatore della storia dei Celacanti. Talento puro.
A centrocampo ci pensa Zaydou Youssouf a dare fisicità alla squadra di Cusin. Ex promessa del Bordeaux, in passato è finito anche nel mirino del Napoli di Spalletti, prima di proseguire la sua carriera tra Famalicao prima e Al-Fateh poi. Impossibile non citare l’esperienza di El Fardou Ben, ex attaccante di Le Havre e Stella Rossa, che dal 2014 ne ha viste di tutti i colori con la maglia della Nazionale, di cui è il miglior marcatore nella storia. Un ultimo ballo a cui il classe ’89 non poteva proprio mancare. Il sogno ora è di continuare a sorprendere anche in Marocco, con un pizzico di Italia a rendere tutto più speciale.