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“Cuore e psiche”: il Gabbiano Monopoli ha ripreso a volare con le firme di Tangorra e Pelliccioni

Per un “Gabbiano”, volare basso è…complicato. Soprattutto se dopo cinque turni di campionato hai 13 punti all’attivo e guardi tutti dalla vetta della classifica: la sorpresa del girone C di serie C in questo avvio di stagione fa rima con Monopoli. Quattro vittorie, un pareggio, miglior difesa del calcio professionistico italiano e 1000 abbonamenti, un dato molto alto e che non si registrava da quasi un decennio: sull’Adriatico si respira entusiasmo, grazie a una campagna acquisti che non ha portato freschezza ed esperienza: un mix affidato al direttore sportivo Alfio Pelliccioni e all’allenatore Massimiliano Tangorra. Il primo all’esordio nel calcio del sud dopo lunghe e proficue esperienze al centro-nord, il secondo di ritorno in biancoverde dopo l’esperienza dell’annata 2015/2016, chiusa con un addio anticipato. Ai 100 giorni dall’arrivo, per il ds del Monopoli è tempo di primi bilanci: “Sotto tutti i profili positivo: mi trovo bene con società e ambiente, stiamo facendo un buon campionato. Non c’era di meglio da chiedere –racconta a gianlucadimarzio.com Pelliccioni – con il mister ci siamo conosciuti qui, quando sono andato a parlare con il presidente c’era anche l’allenatore. Abbiamo un buon rapporto, professionale. Cosa manca al sud? Le strutture non ci sono e ci vorrebbero. Si gioca un calcio tosto, maschio, agonistico, con tanti ottimi calciatori in tutte le squadre”. Tangorra conferma, e rilancia: “Rispetto a due anni fa c’è un solo proprietario, con il quale ci siamo confrontati serenamente in fase di allestimento della rosa – sottolinea – poi sono maturato anche io: l’anno sabbatico mi ha fatto bene per vivere il campo, modulare il mio metodo di lavoro e affinare il modulo di base, il 3-5-2. Senza dimenticare che due anni fa avevamo una rosa ripescata dalla serie D, rispetto alla quale quella di quest’anno è superiore”.

Prima tappa a Monopoli nel 2015, poi il ritorno in estate. Il Tangorra 2.0 fa rima con cambiamento, interiore e societario. Oltre a una soddisfazione che agli occhi di un ex difensore non può passare inosservata: la miglior difesa d’Italia. “E’ merito di tutti, a partire dagli attaccanti – rimarca con orgoglio -non si può mai dare il merito a un solo reparto”. Gli fa eco il ds: “Stiamo lavorando con la base dello scorso anno – aggiunge Pelliccioni – e l’innesto di alcune forze. Penso a Ricci, Sarao e Scoppa: l’asse centrale della squadra sta funzionando molto”. Di miracoli low-cost, Pelliccioni se ne intende: con il Portoguaro, edizione 2010, conquistò una storica promozione in B da outsider. Al ricordo, sorride ma evita parallelismi: “E’ un bel ricordo, ma si tratta di tempi e situazioni diverse – sottolinea – anche lì eravamo partiti per la salvezza per poi vincere il campionato”. Vincere: verbo caro a Tangorra. L’estate dell’allenatore biancoverde aveva avuto il via con una coppa sollevata: quella ottenuta alla guida della squadra dell’associazione forense di Bari, che a Maribor, in Slovenia, ha conquistato la coppa degli europei di calcio. “Cambia il livello dei calciatori, ma i principi di gioco restano simili: e poi vincere aiuta a vincere” è il manifesto dell’ex difensore.

Ambiente e serenità sono le parole d’ordine in casa Monopoli: “E’ una città bellissima, ho preso casa qui: non mi aspettavo tanti turisti – spiega ammiccante Pelliccioni – è una piazza che comunica serenità. Credo che questo possa essere un punto di forza per godersi un campionato con alcune soddisfazioni”. Restare con i piedi per terra, invece, è il successo quotidiano: “Quando si vince e si ha un gruppo giovane non è semplice frenare gli entusiasmi – ammette Tangorra – ma è fondamentale non fissare obiettivi a medio e lungo termine. Prepariamo ogni partita come se fosse l’ultima, a partire dal derby di sabato in casa della Fidelis Andria”. Un derby, non un inedito per un girone C dove ci sono ben cinque formazioni pugliesi: “E’ un buon momento per il nostro calcio – rimarca l’allenatore, barese doc – seguo con attenzione anche il Bari, squadra per la quale faccio il tifo, e il Foggia del mio ex compagno di squadra Giovanni Stroppa, al quale faccio un grosso in bocca al lupo”. Pugliese è anche il capocannoniere del Gabbiano, Giuseppe Genchi, barese del rione San Paolo: 4 reti in 5 partite e galloni di leader assunti. “Ha fatto una grandissima preparazione –sottolinea Pelliccioni – e grazie anche alla presenza di calciatori importanti come Paolucci è molto migliorato: sta raccogliendo i frutti ora”.

Passione e psiche: così è nato un avvio di campionato da record dalle parti del “Veneziani”, almeno se si parla di calcio professionistico. Uomo di cultura nel mondo del calcio, alla base degli studi di Tangorra ci sono psicologia e comunicazione, interessi anche agevolati dal fatto di giocare “in casa”, con una moglie psicoterapeuta. “Con gruppi così ampi è fondamentale essere buoni comunicatori e saper entrare in empatia con i calciatori. Se si resta su un piedistallo si è perdenti. Un po’ come insegnava Sun Tzu ne L’arte della guerra”. Uno dei segreti? Quel filo che unisce Puglia e Baviera, nel segno del modello di mister Tangorra: quel Carlo Ancelotti conosciuto nella Reggiana. “Da allora – confida – non ho smesso più di studiarlo e ammirarlo. Ha una capacità di gestione del gruppo unica. E’ un elemento che oggi fa la differenza”. Nel cassetto dei sogni c’è un’amichevole tra Monopoli e Bayern Monaco: “Sarebbe fantastico, anche perché ho perso i contatti con lui: magari ci legge e accoglierà la proposta (ride, ndr)”. Intanto, l’obiettivo dietro l’angolo fa rima con salvezza: a fare da pompiere sui facili entusiasmi è ancora Pelliccioni. “Nello spogliatoio ho affisso sulla lavagnetta un obiettivo: per la salvezza servono 45 punti. Ora siamo a -32, i punti fatti non ce li toglie più nessuno. Appena raggiungeremo quota 45, porterò a cena tutta la squadra”. Il menù, tra orecchiette e pesce fresco, è già scritto.